Gran soirée per la prima del Torino Film Festival all’Auditorium del Lingotto.
Luogo magnifico, bella gente, attori e pailletes. Il Festival sberluccicante tanto auspicato dall’Assessore Coppola prende vita. Un lampo di luce in mezzo a una realtà in crisi nera. Ad accogliere gli ospiti una spumeggiante Littizzetto in abito nero. La sua verve linguacciuta non risparmia nemmeno il sindaco Fassino, paragonato ad un “pipistrello”. La simpatica attrice prosegue poi sparando le solite battute con accento piemontese in contraltare al nuovo patron Virzì. Il tono della serata è leggero, spumeggiante, molto distante dalla serietà un po’ triste di Moretti e dal cheap and chic di Amelio.
Se devo fare un commento a caldo, il film proiettato non mi ha convinta. Il “Las Vegas” di Jon Turteltaub vede quattro premi Oscar come protagonisti – Robert De Niro, Kevin Kline, Michael Douglas e Morgan Freeman – nei panni di quattro amici di vecchia data. Il film è una trama già vista, tenuta insieme solo dalla loro grande interpretazione. La sceneggiatura fragile. Le battute, al limite del sorriso.
Fra gli altri film, ho apprezzato molto il coraggio della pellicola canadese “The Conspiracy” (per la sezione After Hours), un mockumentary (ovvero, un’opera di finzione realizzata come se fosse un documentario) firmato dall’esordiente Christopher MacBride. “The Conspiracy” è un horror politico ansiogeno al punto tale da far dimenticare allo spettatore di essere al cinema. I protagonisti sono due registi decisi a fare una ricerca sull’incredibile ascesa della cultura sulle cospirazioni globali. Il loro progetto procede con successo fino a quando uno degli intervistati sparisce nel nulla: prima di scomparire, però, l’uomo lascia una serie di indizi che condurranno i due sulle tracce di una misteriosa società antica.
Nel complesso, il Torino Film Festival resta sempre un evento molto interessante. Come ormai accade dal dopo Olimpiadi, la città intera si mette in movimento. Ho letto su Repubblica che è stata definita come una delle città più “cool” al mondo. Non mi ricordo chi sia stato a dire questo. Ma mi trova assolutamente d’accordo.