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E’ social! Io fotografo, tu fotografi, tutti fotografano.

Il dagherottipo porta le persone a vedere la realtà per come è.

Il dagherottipo porta le persone a vedere la realtà per come è.

La fotografia nasce a cavallo fra il 1822 e il 1826, è attribuita a Nicèphore Niépce ed è certamente una delle più straordinarie innovazioni che l’uomo abbia portato alla luce. Possiamo paragonarne l’importanza solamente con l’invenzione della stampa a caratteri mobili creato da Gutenberg nel 1455. Se  la stampa favorisce il passaggio dalla trasmissione orale delle informazioni,  la fotografia regala all’uomo la possibilità   di vedere realmente ciò che normalmente poteva essere descritto attraverso i disegni, la pittura o le parole. Dai dagherottipi ad oggi la fotografia ha subito una evoluzione straordinaria perché tutti , grazie alla tecnologia, sono in grado di scattare bellissime immagini e condividerle in un attimo con il resto dell’umanità connessa. Qual è la differenza? Che significato ha la fotografia oggi e perché le persone condividono le proprie immagini, spesso in maniera compulsiva, su Istagram, Facebook e altri  canali social?  In primo luogo è facile constatare che, se l’occhio del professionista utilizza la fotografia come strumento di osservazione della realtà, la persona normale si limita a fotografare  e a condividere  ciò che vede.

Istagram

Istagram

Vado a Parigi, fotografo Parigi. Mangio una torta in un ristorante delle Langhe, fotografo la torta e il ristorante delle Langhe. La differenza fra i due modi di osservare la realtà  a mio avviso sta nell’aggiunta dell’elemento testuale.  Hashtaggato o meno, il testo aggiunge all’immagine le emozioni provate mentre viene scattata. La foto diventa un racconto. Parla ed  esprime un punto di vista.  Emette dei suoni e si anima. E’ proprio questo passaggio testuale   a trasformare la fotografia da  fenomeno social di massa,irrefrenabile e in continua produzione a vera innovazione narrativa . Sui social immagine e testo diventano un modo rapido e sintetico per comunicare ciò che la persona è , sente e vive, momento per momento.

tutti oggi sono professionisti della fotografia

tutti oggi sono professionisti della fotografia

La realtà del mondo, i luoghi, le situazioni, la natura, gli animali e tutto ciò che può essere fotografato oggi abbonda di punti di vista differenti.  Le immagini sono bellissime, interessanti. Una banca dati a disposizione dell’intera umanità e, infatti ci sono già stati casi di fotografi famosi citati per aver “copiato” immagini scaricandole da Istagram.

il furto dell'immagine di Obama effettuato da Hope

il furto dell’immagine di Obama effettuato da Hope

Un esempio è la famosa immagine simbolo creata nel 2008 da Sheperd Fairey Hope per la campagne elettorale di Barack Obama. Si trattava di una foto di un altro fotografo (Mannie Garcia) presa da Hope e rimaneggiata e manipolata sino al punto da farla  diventare completamente diversa.

Il furto compiuto da Hope ha generato una sostanziosa causa di risarcimento e  , allo stesso tempo, ha aperto la domanda:  vista la quantità di eccellenti fotografi disponibili su tutto il pianeta,  ha senso pensare alla proprietà intellettuale e ai diritti d’autore come  a qualcosa che possa ancora durare nel tempo?

Questo momento è una transizione. Tutto si sta trasformando e il flusso incessante di persone connesse in rete che scambiano informazioni di ogni genere è ben sintetizzato dalla mole di immagini pubblicate. Nulla sfugge più, nel bene e nel male, ogni cosa viene registrata  e riprodotta e memorizzata. Dove? Non si sa. Di chi è la proprietà? Nemmeno. Per la prima volta tutti possono esprimersi creativamente  e comunicare senza barriere.

Emanuela Negro- Ferrero –

 

Facebook fa gli esperimenti sugli utenti: eticamente scorretto?

Come si fa a monitorare gli stati emotivi della rete? Lo sanno bene gli esperti di marketing quando parlano del contenuto. La maggior parte dei responsabili marketing quest’anno pensa di investire almeno il 57% in più sui contenuti.

È una notizia di questi giorni quella secondo cui Facebook sta conducendo esperimenti segreti per provare ad alterare lo stato emotivo di circa 700.000 utilizzatori. Lo fa manipolando la proporzione di post dal contenuto positivo o negativo, infilati con perizia all’interno del flusso di informazioni.

Adam Kramer è uno degli studiosi di data incaricato da Facebook, inventore della ricerca intitolata in modo un po’ sinistro “Prova sperimentale di contagio emozionale di massa realizzato attraverso i social network”. È lo stesso Kramer che la scorsa domenica ha pubblicato sulle pagine di FB scuse del tipo “i miei coautori ed io siamo molto dispiaciuti per come i giornali hanno descritto la nostra ricerca e per l’ansia che ha provocato. Peraltro i benefici della ricerca non giustificano quest’ansia”. Bene, bravo. In effetti non ci si deve preoccupare se dallo stesso FB vengono inseriti contenuti che mirano a modificare in modo subliminale il nostro comportamento.

Dobbiamo essere felici? Leggo sul Guardian che un membro del parlamento inglese ha detto che “questa materia è molto interessante ma non esiste una legislazione al riguardo per proteggere le persone… se le persone possono essere manipolate mentalmente in questo modo ci deve essere anche un modo per proteggere e questo modo deve essere reso noto”.

La mia domanda personale, visto che non guardo video di animali e di altro genere perché non ho tempo, è la seguente: è veramente possibile postare contenuti che inducono una variazione nel comportamento?. Poi, mi chiedo: è possibile davvero far diventare le persone più amanti dei gatti o dei  cani? Più amorevoli o più arrabbiate? Ecco, quest’ultima versione non mi piace per niente. Mi viene in mente un famoso movimento politico italiano cresciuto a dismisura nel consenso grazie alla rete. Andrò a guardare i contenuti con attenzione e mentre ci sono, smetto subito di leggere i post su FB. Casomai…

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Social Network. Cose da sapere per avere successo

Un oceano di parole, immagini, video. Scherzi, barzellette, citazioni, aforismi, arrabbiature e commenti velenosi. Facile annegare soprattutto se si è alle prime armi con i social. Ecco un po’ di semplici regole dedicate ad imprenditori, politici, liberi professionisti o semplici persone. Per attrarre le persone giuste sul profilo e i fan sulla pagina. Per imparare a personalizzarla, per definire il proprio brand e la propria immagine.

La prima regola certamente riguarda i contenuti. Soprattutto quelli scritti, che devono essere misurati e sinceri. Non troppo lunghi e ponderati, perché quello che è pubblicato rimane lì per sempre.

Lo scopo da raggiungere è quello di creare una connessione profonda con le persone amiche. Come? Trasmettendo i tuoi valori, i pensieri e le idee. Ecco allora 4 semplici abitudini che puoi mettere in atto per farti notare nel modo giusto e che ti permettono di costruire relazioni di fiducia e scambio più durature.

1 – Condividi informazioni e risorse utili e dai anche spazio alle tue offerte e promozioni.

Il giusto mix lo puoi creare condividendo informazioni – sempre utili! – e promuovendo  le tue attività. Se condividi informazioni e basta, puoi avere un buon seguito ma non fai business. Se invece promuovi solo la tua attività alla lunga rischi da annoiare. Il trucco è quello di sfruttare il contenuto interessante per creare fiducia e, una volta ottenuta la fiducia, far sapere ai tuoi follower che cosa fai.

Una cosa che trovo molto utile (e ho visto che funziona) è quello di seguire un planning di pubblicazione dei contenuti. Ecco uno schema generico:

  • Articoli e novità interessanti: 1 post al giorno
    Citazioni e spunti di ispirazione: 3-4 post alla settimana
    Condivisione di nuovi post dal blog: 2 a settimana
    Promozione prodotti e servizi a pagamento: 1 al giorno, anche 2 in caso di promozioni oppure offerte a scadenza

Per ricevere nuovi post e contenuti relativi al tuo tema di interesse uso gli Alert di Google. È sufficiente inserire  le parole chiave per settare gli Alert e, una volta ottenuti i contenuti che interessano, pubblicarli. Cum grano salis. Ovviamente.

2 – Condividi storie, fatti e immagini personali.

Umanizzare il profilo social. Questo per me è di fondamentale importanza. Il pubblico che segue, sia che si tratti di un’azienda che di una professionista, deve sapere chi c’è veramente dall’altra parte della bacheca. Pubblicare contenuti personali dà la possibilità di mostrare aspetti di sé. Via quindi alla condivisione di momenti di vita, positivi o meno. L’interesse suscitato si può tradurre in supporto, prese in giro, consigli, battute, e, perché no, anche critiche che possono portare a dibattiti interessanti. Senza esagerare, con cautela, condividere questa tipologia di contenuti è utile perché permette al pubblico di vederti come una persona reale.
Da considerare che le immagini sono più immediate e creano maggiore coinvolgimento. Dicono cose sulla personalità, i gusti, le abitudini di vita.
Certo, tutto dipende da che tipo di attività è svolta. In molti casi, infatti, è sufficiente pubblicare immagini correlate all’attività svolta per creare una relazione più stretta.

3 – Rispondi appena possibile!

Una buona notizia. Sempre più persone utilizzano i social al posto delle email. La cattiva notizia. Quando ricevi un commento è necessario rispondere subito. Se è il caso, con una risposta sempre positiva e mai critica, cortese e sorridente. A volte basta un semplice “mi piace”, altre volte un semplice grazie. I commenti dei fan e dei follower determinano il grado di interesse per gli argomenti che pubblichiamo. Quando un post è molto seguito e commentato, beh, ci sta indicando che la strada è quella giusta. Cosa fare in caso di lamentele o insulti? Mai contrattaccare. Se è proprio il caso è possibile anche cancellare. Non condivido, ma a volte è necessario. Meglio invece assumere un atteggiamento comprensivo, chiarificatore, responsabile. Mi viene in mente la bacheca di Costa, quella delle crociere. Un caso esemplare di bacheca non gestita.

4 – Partecipa al network

La comunicazione nei social avviene in due direzione. Da una parte si pubblica e dall’altra si assorbono informazioni. Questo è il significato di entrare in rete. Consiglio sempre di farsi un giro sulle bacheche dei propri clienti, follower e fan. Partecipare alle discussioni. Commentare. Offrire aiuto e risposte. Questo a mio avviso è il modo migliore per attirare a sé nuove persone.

Social Network per il Personal Branding: parliamo di LinkedIn

Uno degli aspetti pratici derivanti da una consulenza di Personal Branding è certamente quello dei Social Network. Quali social e, soprattutto, come usarli? LinkedIn certamente è il social più indicato per il networking professionale e per mostrare agli altri il proprio brand. Ma che cos’è LinkedIn? È il più grande network online dedicato alle relazioni professionali. Mi piace definirlo come quel luogo virtuale dove è possibile condividere competenze ed ottenerne in cambio. Linkedin mi sembra abbia circa 90 milioni di persone iscritte in oltre 200 paesi e continua a crescere alla velocità di una persona iscritta al secondo. Questo già dovrebbe essere sufficiente per far comprendere le enormi potenzialità di questo strumento. Una famosa immunologa, Tirumalai Kamala dice che “ Linkedin ti consente di acquisire credibilità e di guadagnare fiducia producendo valore. Questo è ciò che io cerco di ottenere partecipando attivamente ai Forum. In questo modo posso condividere opinioni, conoscenze, acquisire nuovi punti di vista e competenze. Ritengo che non sia calcolabile il valore ottenuto dal networking effettuato sui forum. Posso farmi conoscere per ciò che dico e le mie risposte danno valore a ciò che sono”. Niente male davvero.

LinkedIn applica la regola dei “sei gradi di separazione”. Questa regola dice che ognuno di noi è collegato alle altre persone da sei passi. La rete che si viene a creare è una rete di amici e di amici degli amici. La rete si espande ogni volta che uno dei nostri amici espande la propria rete. Le possibilità che il nostro profilo si espanda e venga visto e apprezzato è quindi ampissima. Ecco perché è importante impostare bene il profilo. Seguendo alcune regole di base e sfruttando tutte le opportunità che il sistema mette a disposizione. E poi ci sono degli indubbi vantaggi:

      1. LinkedIn è un modo semplice e diretto per rimanere connessi
      2. LinkedIn offre un URL che puoi utilizzare per aumentare la tua visibilità. In rete.
      3. LinkedIn è ottimizzato su Google e altri motori di ricerca
      4. LinkedIn offre informazioni importanti su di te. Inserisci il link sul biglietto da visita o sul sito.
      5. LinkedIn ha una sezione per le raccomandazioni: usala!
      6. LinkedIn consente ai professionisti di aumentare la rete di colleghi e di servizi
      7. LinkedIn è utilizzato dai recruiters.
      8. LinkedIn ti aiuta a creare un personal brand
      9. LinkedIn ti aiuta a proteggere il tuo brand
      10. LinkedIn ti permette di dimostrare le tue conoscenze e le tue competenze
      11. LinkedIn ti connette con professionisti di 200 paesi diversi
      12. LinkedIn è una buona risorsa per i New Business e per trovare nuove opportunità.

Per finire, LinkedIn è un sistema che mette alla prova la tua generosità. Qui più che in ogni altro luogo virtuale, è l’interazione quella che conta. Partecipare a gruppi di discussione, aprirne di propri, consente certamente di entrare più in un’ottica di dare che di prendere. È in questo modo che gli altri vedono il nostro valore. Che possono apprezzare le competenze, i suggerimenti, l’esperienza. E decidere che hanno bisogno dei nostri servizi.

Twitter: come misurare i risultati

Twitter in Italia conta circa 3,8 milioni di visitatori mensili (dati Audiweb/Nielsen di gennaio 2013). La sua crescita è lenta, ma il clamore mediatico sta spingendo molte aziende a sperimentarne l’utilizzo.

Ho appena letto questo articolo di Vincenzo Cosenza: “Le cinque metriche più importanti per migliorare le performance su Twitter“.

Vorrei condividerlo con tutti voi, perché trovo molto interessante e utile il suo discorso sulla necessità di un’azienda di gestire la propria presenza sui social misurando i risultati.

Date un’occhiata, troverete alcune indicazioni sulle spie più interessanti da considerare per valutare le proprie performance su Twitter.