Introduzione al crowdfunding culturale.
Il crowdfunding, letteralmente “finanziamento dalla folla” è uno strumento di finanza alternativa, grazie al quale individui, organizzazioni, associazione e imprese possono rivolgersi alle persone (la folla) per chiedere ed ottenere capitali tramite piattaforme online a supporto delle loro idee progettuali che, in campo artistico e culturale possono spaziare da un restauro alla produzione di un video, di una mostra, all’editare un libro o un catalogo e così via..
In pratica, la persona che ha bisogno di avere dei capitali e non intende o non può ottenere fondi da un istituto finanziario o da un ente, presenta la sua idea ad una piattaforma (selezionata in base alla tipologia di progetto) e, dopo aver creato gratuitamente la pagina della campagna, completa di testi esplicativi, immagini, video e ricompense, la pubblica e può quindi diffonderla sul web per intercettare il gradimento delle persone.
Il crowdfunding fa leva sulle logiche della comunicazione digitale e sulle opportunità di condivisione offerte dal web e dalle piattaforme di economia collaborativa.
In ambito culturale e artistico, il modello di crowdfunding più diffuso è quello “donation” o “reward” che utilizza la “ricompensa” come strumento emozionale di coinvolgimento delle persone.
Chi sono queste persone?
In ambito culturale ma anche in quello civico, la “folla” a cui si rivolge il progettista è composta dai cittadini e dalle persone che usufruiscono del bene o del progetto artistico. Si tratta quasi sempre di comunità locali interessate a partecipare attivamente ad iniziative che hanno finalità e impatti sociali ed ambientali e che possono generare valore per il territorio.
Come posso individuare i donatori per il mio progetto?
Il lavoro principale che un progettista è tenuto a svolgere prima di mettere la campagna online, è quello di individuare i propri donatori, meglio definiti come “donor personas”.
Il successo della campagna dipende proprio dalla capacità del progettista di individuare il proprio “crowd”, segmentando la propria audience e costruendo target di donatori.
Le donor personas sono le persone “tipo” a cui si rivolge il progetto . Saranno gli amanti del teatro, se si tratta di uno spettacolo teatrale. Gli innamorati del restauro, se si tratta del restauro di un bene. Gli appassionati della musica, se il progetto riguarda un concerto o un video musicale o la registrazione di un disco. Se la campagna è territoriale, la comunità di riferimento va intercettata fisicamente con delle semplici attività di coinvolgimento attivo come, per esempio gli eventi, le conferenze online, i podcast.
Se la community è più allargata, le analisi demografiche riferite al sesso, età, professione, abitudini di spesa, reddito, istruzione, valori, sono facilmente rilevabili dal web e dai canali social.
Il suggerimento che posso dare, sulla base dell’esperienza di decine di campagne, non è tanto quello di impazzire con gli algoritmi quanto quello di allacciare delle relazioni di valore con i propri contatti. Il crowdfunding,possiede una carica emotiva molto forte e senza dubbio il carisma del progettista è il fattore che determina il successo di una campagna. Così come la costanza e la determinazione nel portare avanti la campagna di raccolta. Le strategie e i tatticismi servono ma, in ambito culturale, un progetto se non trasmette passione è quasi certo che non verrà finanziato.
Errori da evitare
Il primo errore da evitare è pensare di lanciare semplicemente una campagna di crowdfunding su una piattaforma e attendere che le persone ci raggiungano e ci finanzino. Il secondo errore è pensare che più è grande e famosa la piattaforma e più la campagna verrà visualizzata.
Le piattaforme offrono tutte più o meno lo stesso servizio. Quello che conta è la comunità dei follower della piattaforma.
Una piattaforma generalista avrà un pubblico di riferimento generalista. Una piattaforma verticale avrà un pubblico interessato solo all’argomento specifico delle campagne pubblicate. Questo garantisce che arrivino delle donazioni? No, nel crowdfunding non c’è nulla di garantito.
La pubblicazione della propria idea progettuale su una piattaforma allineata con il proprio settore, offre concretamente la possibilità di mostrare la propria idea progettuale ad un pubblico già allineato e che quindi, potenzialmente, potrà partecipare. Anche solo condividendo la campagna sui propri canali o commentando i post e le notizie.
Un errore che vedo fare ripetutamente dai progettisti è quello di “innamorarsi della propria idea”. L’idea progettuale va tarata sui bisogni della community, non il contrario. Mi spiego. La ricetta dei biscotti Barilla viene studiata in base ai gusti del consumatori, non viceversa. La campagna di crowdfunding dovrà essere comunicata in modo da riuscire comprensibile e gradita alla propria comunità di riferimento.
Suggerimenti pratici
Per chi approccia per la prima volta al crowdfunding, un suggerimento molto semplice è quello di partecipare ad altre campagne osservando il processo dal punto di vista del sostenitore. Questo permette di capire cosa fa il progettista. Come funziona il processo della donazione e della ricompensa. Come viene comunicata la campagna sui canali social. Se ricevo delle email o vengo invitato a partecipare a degli eventi..
Domande importanti
Prima di mettere l’idea progettuale online, è importante chiedersi:
1) Perché le persone dovrebbero contribuire?
2) Quale valore aggiunto sono in grado di offrire?
3) Quanto ampia è la community?
4) Quale potrebbe essere la donazione media?
5) Quanto mi costano le ricompense e quanto costa spedirle?
5) Quali esperienze di co-creazione o collaborazione posso offrire alla mia community?
Stai pensando di lanciare una campagna di crowdfunding?
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Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it