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Quando il crowdfunding è erotico

Una campagna di crowdfunding è un processo interessante che non si riduce alla pubblicazione dei propri contenuti su una piattaforma. Il passaggio da idea progettuale a campagna di crowdfunding è un processo composto da varie fasi. Le parole chiave sono “organizzazione”, “pianificazione”, “strategia”.

Ho descritto nel mio articolo precedente la fase di “precampagna” e ci tengo a sottolineare che realizzare e comunicare una campagna di crowdfunding culturale è diverso rispetto a una campagna “prodotto” oppure ad una campagna di tipo “equity”. La strategia è identica. Quello che cambia è la modalità con cui viene realizzata.

Quando le persone caricano le loro idee progettuali sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it, viene loro richiesto di scrivere i dettagli del progetto. Il titolo, una descrizione breve, una descrizione dettagliata, l’obiettivo di raccolta e le ricompense da dare alle persone in cambio della donazione ricevuta.

Questo passaggio consente al team di comprendere l’idea e quindi di definire un appuntamento telefonico per conoscere il progettista e guidarlo verso la realizzazione della sua campagna.

Solo alcuni, pochi, progettisti sono a conoscenza del fatto che caricare un’idea progettuale è il primo passo di un processo che implica un giusto tempo di realizzazione.

L’urgenza economica, che è il fattore che spinge una persona a pensare al crowdfunding come fonte di finanziamento per la sua idea progettuale, è nemica del successo.

Per far comprendere meglio la situazione, pensa di dover aprire un negozio. Dopo la scelta del locale e della zona in cui aprire (la piattaforma), lo spazio va ristrutturato e allestito (i contenuti caricati sulla piattaforma). Aprire un locale non basta per ottenere clienti. Ecco quindi che pensi ad una data per l’inaugurazione (il lancio della campagna) e ad organizzare delle attività per fare in modo che le persone del quartiere e tutti i potenziali clienti interessati ai prodotti messi in vendita, possano sapere del nuovo locale e venire da te ad acquistare.

Le attività di comunicazione per comunicare l’apertura di una nuova attività in genere vanno dal volantinaggio al semplice passaparola fino agli annunci radio o ai post sponsorizzati sui canali social, i comunicati su stampa locale e le e-mail (che possono essere effettuate su proprie liste oppure creando delle campagne per raccogliere i nominativi dal web se non si è ancora in possesso di una lista).

Nel crowdfunding, proprio come per un negozio o un’attività professionale, le attività di promozione si spostano sul web e quindi la fase che precede “l’inaugurazione” della campagna rimane il passaggio  fondamentale per definire il proprio “crowd” cioè quel gruppo di persone interessate al progetto e disposte a partecipare. Come?

  1. programmare le attività di comunicazione necessarie per poterle coinvolgere
  2. definire i contenuti e la strategia di diffusione (quali canali, quale frequenza, quale tono di voce)

Come si crea il crowd ai tempi del Covid?

Gli strumenti digitali a nostra disposizione sono davvero efficaci per tracciare il proprio pubblico di riferimento . Perché le persone partecipino e si innamorino della campagna il processo non è digitale ma emotivo.

Il progettista che riesce a trasmettere attraverso la comunicazione il valore del suo progetto ha vinto. Può trattarsi della riqualificazione di un quartiere. Di restaurare il portone aulico di una chiesa e abbellire la piazza su cui si affaccia l’edificio. Regalare un corso di musica sacra per sostenere i giovani di un quartiere problematico così come coadiuvare un museo a recuperare una collezione di pezzi antichi o, più semplicemente, a restare aperto.

Come si trasmette il valore emotivo di una campagna di crowdfunding?

Il crowdfunding altro non è che una colletta veicolata attraverso un portale. Le collette funzionano quando chi promuove la raccolta fondi riesce a trasmettere un vantaggio per chi dona.

Le due  domande che un progettista deve porsi prima di mettere online la propria campagna sono:

1 – perché le persone dovrebbero partecipare alla mia raccolta fondi?

2 – che tipo di valore crea  il mio progetto nella vita di queste persone?

Se la comunicazione si sposta dall’io (ho un’idea grandiosa dammi i tuoi soldi per realizzarla)  al tu (ho bisogno di te per realizzare il mio progetto) e dal tu al noi (insieme siamo una squadra, grazie al tuo aiuto posso realizzare il mio progetto e tutti quanti ne trarremo un vantaggio) allora la campagna ha successo.

Il ruolo del progettista quindi, è quello di riuscire a coinvolgere emotivamente le persone conferendo loro valore.

Troppo spesso mi interfaccio con progettisti che si limitano a pubblicare la campagna sul sito e poi non se ne occupano o se ne occupano in maniera egoistica (ho aperto una campagna di crowdfunding, dammi i tuoi soldi).

Analizziamo la campagna CORRIPONDENZE

Nel caso specifico della campagna CORRISPONDENZE – Trenta sonetti erotici illustrati la raccolta fondi è stata lanciata per realizzare una raccolta di poesie che esplora tutte le strade del labirinto dell’erotismo a cui si accompagnano 30 video podcast che uniscono le immagini, le interpretazioni delle poesie e delle atmosfere musicali sempre diverse.

I promotori della campagna si chiamano Francesco e Teresa.

Il contatti con Francesco sono iniziati nella terza settimana di marzo. Seguendo le nostre indicazioni, i contenuti della campagna sono stati caricati sulla piattaforma. E messi a punto.

Come ho scritto sopra, caricare i contenuti sulla piattaforma e pensare che solo pubblicandola su un portale faccia piovere donazioni non basta. Solo le campagne di raccolta fondi per le emergenze ottengono fondi velocemente. Perché c’è un’urgenza.

Nel caso di una campagna di crowdfunding culturale l’unica urgenza è quella del progettista che vuole ottenere i fondi. Questo tipo di urgenza non interessa ai donatori. Quello che vogliono percepire i donatori è il valore generato dal progetto e, last but not least, le persone decidono in base al grado di fiducia e simpatia che il progettista riesce a trasmettere.

Tornando alla campagna,  abbiamo guidato Fracesco a realizzare il suo video di presentazione, a collegare la pagina della sua campagna alla piattaforma e abbiamo analizzato insieme a lui il crowd, i canali social e tutti gli strumenti digitali già a sua disposizione.

Nel caso specifico ci siamo trovati di fronte a un progettista maturo e con un progetto già definito e mirato su un pubblico specifico.

Il tempo trascorso fra il caricamento dei contenuti e la messa online è stato di circa un mese. Il dato fondamentale da guardare quando il lavoro di precampagna è stato eseguito correttamente sono le donazioni. Che nel caso di Francesco arrivate subito, appena la campagna è stata pubblicata.

Chi è il pubblico di riferimento di Francesco?

Sono persone che amano la poesia erotica. Gli innamorati dell’erotismo. Persone che vogliono leggere e ascoltare parole erotiche e a cui piace possedere un volume di poesie illustrate.

Qual è il valore generato dalla campagna CORRISPONDENZE promossa da Francesco?

Sicuramente questo tipo di progetto rientra nella sfera della gratificazione emotiva. I donatori sono, e saranno, persone alla ricerca di una specifica emozione.

Francesco ha modo di aumentare le donazioni?  

Francesco è una persona carismatica. Il suo pubblico lo ama. I suoi canali social confermano il legame con le persone che lo seguono e lo conoscono. Nel crowdfunding la fiducia è fondamentale. Stiamo parlando di chiedere a delle persone di darci i propri soldi per realizzare le nostre idee. Questo funziona quando c’è fiducia.

Vuoi partecipare alla campagna di crowdfunding di Francesco?

Ti metto qui il link /https://www.innamoratidellacultura.it/introduzione-al-crowdfunding-culturale/   se ti è piaciuto quello che ho scritto e pensi che Francesco si meriti di essere aiutato allora sarai felice di partecipare alla sua campagna di raccolta fondi.

Perché ti fidi di lui. Perché ti piace la poesia erotica. Perché vorresti avere  il libro illustrato di Francesco sulla poesia erotica e non vedi l’ora di ascoltare i suoi podcast.

Capito come funziona il crowdfunding?

Entra anche tu a far parte del crowd di Francesco.

Innamorati della Cultura!

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Salone del Libro 2016 : itinerari culturali e culinari dedicati agli #innamoratidellacultura.

Torino è una città in ascesa.  Il New York Times la indica come una delle città italiane da visitare assolutamente. Non potrei essere più d’accordo. I ricordi grigi e nebbiosi di una città ritmata dalla Fiat sono sostituiti da immagini di colore e vitalità.

Non c’è mese dell’anno in cui non ci sia qualcosa da celebrare. Se aprile è dedicato al grande jazz internazionale, maggio è il must degli #innamoratidellalettura con l’ormai storico Salone del Libro organizzato negli spazi indstriali del Lingotto.

Per il Salone, la  città si riempie per cinque giorni di eventi. E’ il Salone OFF. Straordinario, Divertente. Che cosa può fare quindi un #innamoratodellacultura per trasformare la  visita in un’esperienza unica e straordinaria?
salone-del-libro-2Inizio con alcune informazioni basilari: per andare al Salone, lasciate l’auto parcheggiata e usate la metro. Partenza dalle Stazioni di Porta Susa o di Porta Nuova , la metro fa capolinea al Lingotto. Non si può sbagliare e, certamente, si evitano le code estenuanti per uscire dai parcheggi sotterranei.

Arrivati davanti al Lingotto, vi accorgete di avere un languorino allo stomaco? Vi piacciono i pasticcini? , Intendo quelli piccoli piccoli che si fanno mangiare come le ciliegie? Le famose bignole piemontesi ripiene di crema, cioccolato, con la crosticina di zucchero colorato… Il luogo perfetto  dove peccare  è Dany, Via Spotorno 4. #Mammamia.

Dovete sapere che il  Lingotto non è molto distante dalla collina. La collina torinese è molto vasta e racchiude la città dal lato del fiume. Per effettuare una visita a classica potete pensare di tornare in centro e salire in zona Gran Madre verso il Monte dei Cappuccini (dove ha sede il Museo Nazionale della Montagna e anche un eccellente ristorante con vista mozzafiato sulla città. Di rigore la prenotazione allo 011 6600302 ).

Potete anche optare per  una visita alla Villa della Regina  con merenda sinoira nel giardino della Cooperativa  Imbianchini e Restauratori di Via Lanfranchi ( 011 8190672). Un luogo fatato stretto in mezzo alle case: potrete mangiare sotto alla pergola se non piove, come a casa dalla nonna. La merenda sinoira è un’abitudine assolutamente torinese da provare almeno una volta nella vita: di che cosa si tratta? Segreto….

Il Giardino degli Imbianchini

Il Giardino degli Imbianchini

La zona di Piazza Vittorio Veneto è sede di una delle molte movide notturne. Sappiate che in questo periodo i  Murazzi sono ancora  chiusi. I Murazzi sono dei percorsi pedonali ampi che corrono lungo il fiume Po e che erano zona di divertimento notturno. Ora sono in restauro e per trovare vita vale la pena allungarsi poco distante in zona Vanchiglia. Partendo dalla Mole Antonelliana e percorrendo Via Montebello in direzione Corso Regina, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Locali, bar, ristoranti….Ma, dove vanno i torinesi?  Da Ala, Via Santa Giulia 24 (011 8172778),un locale in perfetto stile anni ’50 con il menù più ampio che  mi sia mai capitato di leggere.  Oppure da Magorabin, in Corso San Maurizio 61, (011 8126808).

Da non perdere a questo punto  la  visita alla Casa- Museo del famoso designer Mollino di Via Napione 2 ( prenotazione obbligatoria  0118129868.

Casa Museo Mollino- interno

Casa Museo Mollino- interno

Per  gli #innamoratidellartecontemporanea, percorrendo  Via della Rocca da Piazza Vittorio Veneto verso Corso Vittorio Emanuele, consiglio vivamente di perdersi nelle gallerie d’arte sempre aperte lungo la via. Volete  gustare un  aperitivo trendy? Il bar Pepe al 19 di Via della Rocca e, per il divertimento serale,  bastano pochi isolati per arrivare al quartiere di San Salvario , vero epicentro della movida giovane cittadina. Anche qui i locali si sprecano, è giusto sperimentare ma….dove va un vero torinese? In pausa pranzo, per gli amanti del cucinato in casa, in Corso Marconi 33 a poche centinaia di metri dal Castello del Valentino , c’è il minuscolo Cibo Container.

Un posto incredibile, ristrutturato da poco è il nuovo “Bagni Municipali” di Via Morgari 14. Un centro di quartiere dove si aggregano le persone, le associazioni e…alla sera si può mangiare pasta preparata in casa.! Obbligatorio prenotare 011 6688772 .

I Bagni Municipali e..la pasta fatta a mano!

I Bagni Municipali e..la pasta fatta a mano!

In zona, a pochi isolati  a piedi, non dimenticate di visitare la casa-museo dell’eclettico artista  Mario Molinari,  in Via Saluzzo 5. Per fissare l’appuntamento scrivere a  molinari-sculptor@hotmail.it sperando che , Pia, la vedova dell’artista sia in città per aprirvi le porte di questo magico appartamento.

Le zie di Mario Molinari ti attendono all'ingresso vestite di tutto punto

Le zie di Mario Molinari ti attendono all’ingresso vestite di tutto punto

E per dormire? Centralissimo curatissimo, è il b&b “Colazione in Piazza Castello”. Al numero 9 della piazza 011 207 6983. Affrettatevi, è una vera bomboniera!  Affacciato sul verde del parco del Valentino c’è l’Orso Poeta in Corso Vittorio Emanuele 10, 335 1486291.

Cinque giorni sono pochi per scoprire la Torino nascosta. Quella che ti prende il cuore e non ti fa più andare via. Il Salone è una buona occasione per assaggiarne la superficie. Per penetrarne il segreto, quello che ha permesso alla città e ai suoi cittadini di trasformarsi da grigi lavoratori a sfavillanti #innamoratidellacultura bisogna tornare e tornare e tornare….

Vi ho incuriosito? Ve ne dico un’altra: una fonte inesauribile di notizie preziose e curiose su Torino è la   guida scritta da Marcella Pralormo, direttrice della “Pinacoteca Agnelli” e grande conoscitrice – ed estimatrice – dei luoghi segreti della città. E’ in vendita su Amazon a 7 euro. Il titolo è  #WowTorino . Bellissima, esauriente, scritta per tutti noi , veri #innamoratidellacultura. #Love

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Potere alla parola. Contro la violenza sulle donne

Sapete che ogni tanto ci piace condividere con voi le mie scoperte… Beh, oggi, ci siamo  imbattuti in un bellissimo video realizzato dagli studenti del Corso triennale d’Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema con sede a Torino.

È un delicato lavoro di animazione che è stato prodotto in collaborazione con SNOQ Torino, Salone del Libro e Amnesty International per il progetto “Potere alla parola“, con l’obiettivo di sensibilizzare soprattutto i giovanissimi di genere maschile al tema della violenza contro le donne.

Date un’occhiata qui:

Designing Legends. Alla Mole Antonelliana con Vasily Klyukin

Una serata affascinate insieme a Paola Gribaudo, curatrice dello splendido volume edito da Skira,Designing Legends”. La location scelta è il Cabiria Cafè della Mole Antonelliana. Un centinaio gli invitati, tutti raccolti in fondo alla sala per ascoltare lui, Vasily Klyukin, non troppo alto e nemmeno troppo russo, intento a raccontare in un inglese dall’accento marcato il suo sogno immobiliare. Perché Klyukin è un imprenditore nel campo immobiliare con il potere di vedere una torre o un edificio avveniristico per ognuna delle 100 città di cui ha estratto il profilo.

Designing_Legends_Skira_Ed

Utilizzando il computer, Klyukin ha elaborato delle architetture a metà fra l’onirico e il visionario che colloca, usando i profili fotografici di oltre cento città del pianeta, in  un’architettura inserita in una concreta realtà urbanistica – anche se quasi mai geograficamente identificata. Lo scopo è quello di indurre l’osservatore a  riflettere sul tema del cambiamento. Sfogliando il volume, mi ha incuriosita molto l’utilizzo di “oggetti” inseriti accanto ai grattacieli. Come la torre a forma di abito griffato che svetta nel cuore di Londra, oppure il “Café Marilyn”, gigantesco calco scarlatto delle labbra della diva nel deserto del Nevada.

Il volume, edito da Skira e curato da Paola Gribaudo, è bellissimo. Le pagine patinate sono una più interessante dell’altra. Mi chiedo se tutto questo potrà mai essere realizzato e se quello che vedo sulla pagina stampata, fosse mai reale, starebbe sù. Klyukin assicura di sì. Io non ne sono poi così certa…

Emanuela Negro Ferrero

Il Sillabario di Gribaudo presentato da Vittorio Sgarbi al Circolo dei Lettori

Alfabeto d’artista

Il Salone del Libro non è solo una magnifica esposizione, ma anche una vasta serie di eventi collaterali sparpagliati per tutta la città. Torno a parlarne perché lo scorso lunedì sera, al Circolo dei Lettori, Vittorio Sgarbi ha presentato Il Sillabario. Ezio Gribaudo dalla A alla Z, opera prima della giornalista chivassese Marina Rota.

L’edizione appartiene alla collana “I librini” ed è curata dalla figlia del Maestro Gribaudo, Paola, la quale, oltre a saper fare libri eccellenti, è anche stata nominata Cavaliere delle Arti e delle Lettere da François Mitterand. (Ma questa, secondo buona consuetudine torinese, è un’informazione destinata a pochi eletti). A Torino infatti, chi occupa posti di rilievo nella Cultura, solitamente di Cultura ne sa poco o nulla e, al massimo, è un buon organizzatore…

Vittorio Sgarbi è un grande amico di Gribaudo da sempre e la presentazione del libro, che racconta in ordine alfabetico le creazioni, i viaggi e gli incontri del noto pittore, si è svolta in un clima di grande affetto ed amicizia. Sgarbi, che ha curato la prefazione del volume, ha messo da parte delicatamente l’autrice e si è dedicato alla lettura delle voci corrispondenti alle lettere con grande garbo ed ironia. Sembrava proprio uno Sgarbi d’altri tempi…

Che dire? Ezio Gribaudo, protagonista della scena culturale del 1900 e creatore dei “logogrifi”, dei “dinosauri”, dei “teatri della memoria”, è un pittore piemontese di quelli che non ne esistono più… Ma oltre che pittore è anche un grande comunicatore.

Da sempre – e io ho il piacere di conoscerlo da quando ero bambina – ha capito che il lavoro e la bravura da soli non bastano. Il successo e la notorietà sono frutto di moltissimi fattori, prima fra tutti la capacità di comunicare ciò che si fa a chi abbiamo deciso essere il nostro pubblico. Questo principio vale per qualsiasi prodotto e per qualsiasi mercato. Alla base di questa capacità di relazionarsi con il mondo mi sembra di intuire la presenza di un grande amore per se stessi e per gli altri. Una forma di generosità nel dare prima ancora che nel prendere. Un esempio? La generosità affettuosa di Sgarbi nel presentare il volume, affiancato dalla brillante autrice.

 

 

La nuova anima del Salone del Libro di Torino

Folla da record al Salone del Libro di Torino. La crisi economica morde, la tecnologia avanza ma, visto con i miei occhi, le persone riscoprono il gusto della lettura.

Il Salone infatti non è un salone nel senso classico del termine. Festival mi sembra il termine più adatto. Al Salone del Libro, infatti, tutti sono felici. La grande kermesse è strutturata in maniera tale da soddisfare i bisogni di tutti. Il grande Bookstock per bambini e ragazzi, gli stand dei grandi editori e il calendario fittissimo di presentazioni e di eventi sparsi in luoghi diversi della città. Il famoso “Salone off” che Milano ha copiato chiamando i suoi eventi “fuori- salone”.

A me, personalmente, dei libri in fiera interessa poco. Sono appassionata di Amazon e seguo un paio di librerie cittadine. A me del Salone interessa l’anima digital, ovviamente.

Ho notato, ad esempio, che il sito ha subito un restyling e che Vodafone ha sponsorizzato la nuova app. Ho seguito con interesse La Stampa perché ha creato un evento live a cui hanno partecipato tutti i visitatori interessati. Ecco, questa per me è la vera novità del Salone. Permettere alle persone di partecipare attivamente all’evento culturale, di appropriarsene e viverlo fino in fondo in prima persona. Penso che l’aria di festa che si respirava a Torino fosse proprio questa: l’aver dato all’evento un’anima…