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Crowdfunding Culturale. Mecenatismo per giovani musicisti di talento.

Redazione

Nell’era digitale in cui viviamo, l’industria musicale è in costante evoluzione, e i giovani musicisti si trovano ad affrontare sfide uniche nel loro percorso verso il successo. Un aspetto cruciale di questa sfida è rappresentato dal mercato del lavoro per i giovani talenti musicali, il quale spesso richiede non solo abilità artistiche di alto livello, ma anche una buona dose di resilienza e ingegnosità finanziaria.

Il Mercato del Lavoro per i Giovani Musicisti

In Italia, come in molte altre parti del mondo, il mercato del lavoro per i giovani musicisti è competitivo e spesso difficile da penetrare. L’aspirazione a diventare un musicista orchestrale è un sogno che richiede anni di preparazione e dedizione. Un giovane talento musicale può intraprendere un percorso di studi che comprende corsi di musica, frequentazione di conservatori, e talvolta, persino esperienze internazionali.

Per diventare un musicista orchestrale professionista, è comune impegnarsi in studi musicali per almeno 10-15 anni, che includono il perfezionamento della tecnica strumentale, lo studio della teoria musicale e la partecipazione ad orchestre giovanili. L’impegno richiesto è massiccio, sia in termini di tempo che di risorse finanziarie, e questo può mettere a dura prova le famiglie di origine.

Il Peso sulle Famiglie di Origine

Il percorso per diventare un musicista professionista può rappresentare un onere finanziario significativo per le famiglie di origine. Le spese per le lezioni private, gli strumenti musicali, i viaggi per partecipare ad audizioni e competizioni, e gli anni di studio in un conservatorio possono accumulare costi considerevoli. In alcuni casi, le famiglie si trovano ad affrontare sacrifici finanziari notevoli per sostenere il sogno del giovane musicista.

Il Crowdfunding Culturale come Sostegno Finanziario

In questo contesto, il crowdfunding di tipo reward proposto da www.innamoratidellacultura.it

emerge come una risorsa preziosa per i giovani musicisti.

La piattaforma di crowdfunding, attiva dal 2014 solo per campagne in ambito culturale ed artistico, offre una vetrina virtuale in cui i talenti emergenti possono presentare i propri progetti artistici e chiedere il supporto finanziario della comunità.

Questo modello di finanziamento consente ai sostenitori di contribuire in cambio di ricompense tangibili, come album autografati, esperienze esclusive o persino lezioni private con l’artista.

La validità del crowdfunding culturale risiede nella sua capacità di connettere direttamente gli artisti con il loro pubblico, creando una relazione di reciproca fiducia. Non solo fornisce i fondi necessari per sostenere il percorso formativo dei giovani musicisti, ma crea anche un legame emotivo tra gli artisti e coloro che credono nel loro talento.

In conclusione, il crowdfunding culturale si presenta come una svolta significativa nel modo in cui i giovani musicisti possono finanziare la propria formazione e sviluppare la propria carriera. Questa forma di sostegno finanziario non solo allevia il peso sulle famiglie di origine, ma rafforza anche il legame tra gli artisti e la loro comunità, creando un ciclo virtuoso di supporto reciproco che contribuisce alla crescita e alla prosperità dell’arte musicale.

Un’Armoniosa Campagna di Crowdfunding per il Futuro della Musica

Un’eccitante iniziativa ha preso il via nel mondo della musica classica, con l’Associazione il Cimento Armonico alla guida di una campagna di crowdfunding intitolata Melodie in Crescita.

Questa campagna ambiziosa ha come obiettivo la raccolta di 15.000 euro destinati a sostenere alcuni dei giovani talenti musicali che fanno parte dell’orchestra diretta dal giovane e quotato direttore Gian Maria Fantato.

Gian Maria Fantato, promettente stella tra i direttori d’orchestra, ha dimostrato il suo impegno nell’incanalare il talento dei giovani musicisti verso un futuro luminoso.

Tuttavia, il sostentamento di tali talenti richiede risorse finanziarie significative, e qui entra in gioco la campagna “Melodie in Crescita”.

La campagna offre ai sostenitori l’opportunità di contribuire con donazioni che saranno direttamente devolute al supporto dei giovani musicisti dell’orchestra.

Le ricompense offerte sono tanto interessanti quanto uniche, spaziando da ringraziamenti personalizzati e accesso esclusivo a contenuti speciali, fino a un’esperienza straordinaria: la possibilità di organizzare un concerto direttamente nella propria casa, con esibizione live di alcuni membri dell’orchestra.

Questa iniziativa culturale non solo permette ai sostenitori di fare parte attiva della crescita artistica di giovani promesse, ma offre anche un’esperienza musicale intima e indimenticabile.

La figura di Gian Maria Fantato, giovane direttore d’orchestra in ascesa, aggiunge un ulteriore livello di prestigio alla campagna. La sua leadership e la sua visione musicale hanno catalizzato l’attenzione nel mondo musicale, rendendo la causa ancora più stimolante e coinvolgente. La sua presenza nella campagna sottolinea l’importanza di investire nelle nuove generazioni di musicisti e nell’innovazione musicale.

In conclusione, “Melodie in Crescita” rappresenta un affascinante esempio di come il crowdfunding culturale possa fungere da ponte tra gli appassionati di musica e i giovani artisti che cercano sostegno finanziario per perseguire il loro sogno.

Questa campagna non è solo un atto di generosità, ma anche un’opportunità unica di connettersi con il mondo della musica classica in modo tangibile e coinvolgente.

Esplora la campagna e supporta i giovani musicisti italiani. Vai al link di Melodie in Crescita e partecipa con una donazione su /https://www.innamoratidellacultura.it/projects/melodie-in-crescita/

Sei interessato ad avere informazioni? Scrivi alla nostra email progetti@innamoratidellacultura.it

Vuoi fissare una call? Manda un messaggio whatsapp al numero 3311671779

Natura = Cultura. Succede a Matera, si chiama Gardentopia.

Gardentopia è uno dei progetti più interessanti promossi dalla Fondazione Matera Basilicata per celebrare l’anno di  Matera  Capitale Europea della Cultura.

Gardentopia si rivolge agli spazi dismessi, alle aree abbandonate, alle periferie, a quelle zone che stanno ai margini dal centro, dal turismo e dagli scambi: un’utopia verde che intende trasformare questi luoghi dimenticati in aiuole, giardini, orti accessibili a tutta la cittadinanza.

Coordinati dalla curatrice artistica Pelin Tanartisti internazionali e architetti del paesaggio lavoreranno con la comunità, fianco a fianco con chi vive quei luoghi quotidianamente

Il 21 marzo,primo giorno di primavera,con la performance 100 Alberi per Gardentopia è stato inaugurato il Giardino Evolutivo della Fondazione Matera Basilicata 2019.

Dal 1982 natura e cultura insieme per la comunità.

L’evento ha tratto ispirazione dalla celebre opera di arte pubblica di Joseph Beuys, 7000 Oaks Trees (7000 alberi di quercia). L’artista tedesco nel 1982, in occasione della prestigiosa manifestazione di arte contemporanea Documenta 7 a Kassel, in Germania, ha proposto la piantumazione di 7000 querce nella città. Ogni albero era concepito come accoppiato ad una pietra in basalto. Il progetto venne terminato in cinque anni e da allora si è diffuso in altre città del mondo.

Al posto delle querce, nei giardini pubblici e collettivi della rete Gardentopia della Basilicata  sono stati piantati cento alberi di molte varietà di frutti minori (susino, corbezzolo, fico, cotogno, azzeruolo, carruba, mela ecc)   e la rete è così diventata un bene comune diffuso dal forte valore simbolico. Si tratta di  30 giardini di comunità individuati dalla Fondazione (6 a Matera, 1 a Potenza e 23 nel resto della regione).

Una festa in due fasi per una giornata memorabile.

La manifestazione del 21 marzo si è svolta in due parti ognuna condotta da due artisti, Luigi Coppola e Leone Contini. Il primo ha lavorato nel rione di Agna, a Casina Padula portando il suo approccio più umanistico illustrando l’origine delle piante. L’attività si è svolta insieme agli studenti  delle scuole elementari e medie del quartiere e a quelli dell’istituto agrario e del Liceo artistico di Matera avviando la trasformazione degli spazi antistanti la sede dell’Open Design School in un giardino di comunità attraverso un processo partecipativo festoso e allegro.

Leone Contini, ha portato il suo lavoro artistico ad un livello astratto e concettuale mirato alla trasformazione dei giardini da spazi estetici a spazi fruibili per la comunità.

Nel pomeriggio, si sono riuniti  i delegati di tutti i comuni che fanno parte della rete Gardentopia e gli abitanti del quartiere e i cittadini partecipando tutti insieme a un tour in risciò a tappe fra i giardini di comunità realizzati in città.

L’arte ha fatto la parte del leone con spettacoli e performance.

Le tappe sono state arricchite dalle  performance artistiche realizzate Luigi Coppola attraverso la piantumazione degli alberi : al Giardino dei momenti uno spettacolo di magia con l’associazione “La Capa o sciuc”; ad Agoragri performance di food design con Cozigha Nomade; alla Pascoli, giardino Spighe Bianche (esibizione dei Cantori Materani diretti da Alessandra Barbaro. Il tour si è concluso ritornando al casino Padula con la performance di Contini e un dj set.

Partner del progetto è Coldiretti che ha offerto i cento alberi e le cento balle di fieno che andranno a definire lo spazio di un grande anfiteatro all’aperto e che per tutta la giornata ha offerto della frutta ai partecipanti.

Il Giardino Evolutivo è un progetto partecipativo che vuole sperimentare insieme a una vasta rete di giardini collettivi una visione aperta della pratica della riproduzione vegetale. Il concetto guida è prendere le distanze dalla logica  della monocultura e dell’uniformità imposta dall’uomo a favore della contaminazione, della ibridazione e della complessità.  Portando  il messaggio a un livello livello sociale, il Giardino Evolutivo si pone come una rappresentazione della società attuale dimostrando concretamente come l’ibridazione porti nuova ricchezza liberando energie creative e risorse inaspettate.

Digita qui  il programma completo.

Redazione www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding culturale e audience development. Due facce della stessa medaglia?

Fioriscono bandi ed iniziative dedicate alla “audience develpment”.  Di che cosa si tratta? Perché se ne parla tanto? Traduco subito in italiano questi due termini anglosassoni come “sviluppo del pubblico”  consapevole che anche la traduzione, per chi non è addetto ai lavori, rischia di rimanere poco chiara. Il sito http://cultura.cedesk.beniculturali.it/link-europa-creativa.aspx?audience_development alla pagina di Europa Creativa  riporta una definizione abbastanza esaustiva.

Per Audience development si intende il processo strategico e dinamico di allargamento e diversificazione del pubblico e di miglioramento delle condizioni complessive di fruizione. Questa è la definizione ufficiale che troviamo nelle linee guida del Sottoprogramma Cultura e siamo partiti da qui perché il concetto di AD è vago: l’AD non è una disciplina specifica, anche se si nutre di tante discipline, tra cui il marketing culturale, l’antropologia e la comunicazione culturale e soprattutto di pratica. Tutto dipende dal “gioco linguistico” in cui lo inseriamo: “cultural participation”, “active spectatorship/citizenship, “audience building”, per esempio, sono alcuni dei tanti nomi che si riferiscono all’audience development….niente di nuovo, anche se qualcosa è cambiato: l’irruzione del nuovo paradigma delle ICT, la rivoluzione digitale e il web 2.0, dell’“era dell’accesso” hanno modificato decisamente la distribuzione e l’accessibilità dei prodotti culturali, inserendoli in un contesto multidimensionale in cui il pubblico diviene “creatore” di contenuti. La definizione suggerisce di ampliare e diversificare il pubblico: non si tratta, quindi, soltanto di rivolgersi al pubblico “fidelizzato”, ma anche di raggiungere pubblico nuovo, diverso, facendo i conti anche con le barriere economiche, sociali, psicologiche e fisiche. L’AD richiede tempo, proprio per questo viene definito spesso un “processo” pianificato, continuativo e, soprattutto, lungo”.

Come si traduce nella realtà questa definizione e ,soprattutto, come si applica e cosa implica l’attività di sviluppo del pubblico per un ente culturale?  Ancora, il crowdfunding culturale può essere considerato un’attività di “sviluppo del pubblico”?

Certamente si.  Se per un museo, un sito archeologico, un teatro lo “sviluppo del pubblico” è  riferito ai visitatori, per una campagna di crowdfunding  la  stessa attività sulle persone  è definita come “costruzione del crowd”. Cioè di quella folla di persone che il progettista intercetta e che, grazie  a un lavoro di coinvolgimento decisamente non casuale, trasforma in  sostenitori entusiasti e protagonisti affezionati.

Se quindi è stato compreso che l’attività di sviluppo del pubblico è identica, sia che si tratti di azioni portate avanti da un ente culturale che dal promotore di iniziative artistiche e culturali,  con che cosa abbiamo a  che fare?

Mi piace pensare all’ente culturale come ad un’azienda. Per vivere e prosperare l’impresa ha bisogno di clienti. Senza clienti che comperano i prodotti l’impresa fallisce.

Come fa un’impresa ad avere clienti e, soprattutto, come riesce a procurarsene  sempre di nuovi e quali iniziative deve mettere in atto per consolidare quelli già acquisiti? In pratica, come mette in atto un imprenditore delle azioni di “audience development”?

Nel mondo imprenditoriale, la ricerca del cliente coinvolge  ambiti sdiversi che e spaziano dal commerciale alla comunicazione, dalle pubbliche relazioni alla pianificazione e gestione.  Una volta individuato il prodotto o il servizio, per entrare nel mercato e guadagnare, l’azienda deve costruire  una strategia commerciale basata prima di tutto su una strategia di marketing.

Infatti, il cliente, visitatore o donatore, arriva e compera se prima è emotivamente coinvolto e quindi se è convinto ad acquistare.

Questo processo può diventare rapidissimo grazie al  digitale. Oggi, chiunque  desideri vendere, comunicare o promuovere i propri prodotti, può contare su strumenti estremamente mirati ed efficaci che, anche solo cinque anni fa,non esistevano.

La rete, con la sua velocità ed infinite opportunità, è terreno fertile e produttivo per chi sa sfruttarne le potenzialità.

Quante realtà culturali, pubbliche  e private sono in grado – o vogliono- approfittare di  questa miniera di opportunità che, nel caso specifico del coinvolgimento del pubblico, è veramente solo da mettere a reddito?

La cultura italiana sta iniziando  appena adesso ad utilizzare il digitale . Chi si occupa di cultura non è un imprenditore.  Il marketing, le pubbliche relazioni e il social media management sono mestieri e non si possono improvvisare.

Per attirare, coinvolgere e poi trattenere il pubblico bisogna sempre partire dalle persone.  E’ necessario intercettarle, convincere e, con i nominativi ottenuti, costruire elenchi di persone.  Costruendo quello che in gergo viene definito  database. IUn valore inestimabile per chiunque abbia bisogno di vendere per mantenere in attivo la propria impresa.

A cosa serve il database? Per contattare le persone e creare iniziative che rafforzano e  mantengono nel tempo la relazione.

Tutto questo lavoro, impegnativo e faticoso, per chi decide di condurre una campagna di crowdfunding è obbligatorio. Niente crowd niente    donazioni.

Musei ed enti pubblici italiani non ne hanno capito l’enorme potenzialità. Ecco perchè per loro,  attivare campagne di crowdfunding non si limita all’ ottenimento di  donazioni  ma piuttosto attirare, coinvolgere e trattenere il pubblico.

Fare cioè “audience development”.

Quella cosa di cui tutti parlano e che pochi sanno fare.

Emanuela Negro-Ferrero   www.innamoratidellacultura.it

 

 

Con la cultura si mangia. Ovunque tranne che in Italia.

Con la cultura si mangia. Non lo dico solo io ma, ormai, sono tantissimi gli studi che indicano con  chiarezza che la cultura potrebbe diventare un asset fondamentale per l’Itala se solo il governo decidesse di stanziare degli investimenti e di lavorare alla progettazione di  un piano industriale a lungo termine.

con la cultura si mangia dappertutto tranne che in Italia

 

Per fare meglio  comprendere lo scenario, riporto alcuni dati che trovo interessanti. Dopo la seconda guerra mondiale, in un momento storico in cui l’Italia aveva bisogno di rinascere e le persone avevano necessità di sperare nella costruzione di  un futuro migliore la percentuale della spesa totale dello Stato destinata alla cultura risaliva allo 0,8%. Il  quadruplo di quanto viene stanziato per la cultura oggi.

Infatti, sebbene il 2016 sia andato meglio degli anni precedenti (soprattutto grazie al l’Art Bonus) , un’analisi dei bilanci quadriennali del Mibact per il quinquennio 2013 – 2018 restituisce un quadro non esattamente confortante con riferimento alle dinamiche statali per le risorse destinate a Cultura e Spettacolo.

Nel 2013 il MIbact ha incorporato la Direzione Generale del Turismo e apparentemente i fondi sono aumentati. Ma osservando con un occhio più attento le singole categorie di spesa,  emerge una allarmante diminuzione del 26,7% nel 2018.

Questo che cosa significa? Che se da un lato i dati forniti dal nuovo rapporto Symbola redatto da Federculture fanno comprendere che la cultura produce ricchezza e lavoro, da un’altra parte appare chiaro che, senza investimenti pubblici, la cultura italiana fa fatica a sopravvivere.

Un  nodo che sembra essere piuttosto irrisolvibile. Sono passati ormai sei anni da quando avevo curato la comunicazione e i contenuti per il convegno “Cultura è Sviluppo” organizzato al Teatro Carignano di Torino. Già allora il tema centrale erano  i tagli alla cultura. La situazione  da allora ad oggi non è affatto migliorata. Anzi,

L’esperienza con il portale www.innamoratidellacultura.it farebbe presagire l’esistenza di un vasto mercato e , trattandosi di crowdfunding,  dell’esistenza di uno strumento efficace per sopperire a ciò che il settore pubblico non riesce o non vuole fornire.

Purtroppo non è – ancora – così!

Rispetto al 2014 ,anno in cui  il portale è andato online, moltissime cose sono cambiate. Le persone sono diventate più consapevoli. I pagamenti digitali fanno sempre più parte delle abitudini dei consumatori.  I progetti abbondano. Ma i progettisti, prima di decidere se affidare la sorte delle loro produzioni a una campagna di raccolta fondi dal basso , preferiscono aspettare. Che cosa? Erogazioni che, sempre più spesso, non ci sono più.

 

Quindi  cosa impedisce agli italiani di utilizzare il crowdfunding culturale per realizzare le proprie idee e progetti? Da un lato penso ci sia ancora una scarsa conoscenza delle reali potenzialità di questo strumento. Da un altro punto di vista, gli importi necessari per realizzare o sostenere progetti in ambito culturale, sono spesso elevati.  Il crowdfunding non è per tutti e non tutti sanno farlo.  Realizzare  una campagna è sempre un rischio imprenditoriale ed è un fatto che  chi fa cultura sovente non è un imprenditore.

Se il  progetto è  importante va  costruito con attenzione e perizia. Ci va tempo, una campagna di crowdfunding culturale non nasce in un giorno. Dal suo iniziale concepimento alla realizzazione, spesso, passano mesi.

MI sono fatta un’idea che, se l’obiettivo di raccolta non supera i 5.000 euro, il creatore del progetto ce la può fare anche da solo. Sopra quella cifra rtengoche sia  difficile. Ma l’aspetto più ostico per me rimane quello di   far comprendere alle persone che per ottenere un risultato è necessario investire.

In che cosa? Consulenza e comunicazione.  Persone che aiutano.

La risposta che registro maggiormente, quando spiego che una  campagna di crowdfunding prevede un investimento che raggiunge circa il 20% dell’obiettivo di raccolta, è sconfortante: “se devo fare un crowdfunding non ho certo i soldi per pagare un consulente”.

Giusto.? Sbagliato. Dipende tutto da quanto vuoi raccogliere. Dal numero di persone che ti aiutano. Da quanti amici hai nel tuo network.  E da quanto hai voglia di metterti in gioco e rischiare.

Emanuela Negro-Ferrero   www.innamoratidellacultura.it

 

Gennaio 2017. Buon inizio d’anno per la cultura italiana.

Gennaio 2017. L’anno  inizia con un’ottima notizia  per la cultura italiana. Le due principali Regge italiane sono saltate in testa alle classifiche per numero di visitatori. Mi riferisco alla  Reggia di Caserta e a quella di  Venaria Reale. Una al Nord e l’altra al Sud. Entrambe meravigliose ed in grado di offrire esperienze culturali ed emozionali indimenticabili. Davvero una nota positiva  in mezzo a un mare di guerra e di disperazione.

La Reggia di venaria e i suoi giardini

La Reggia di venaria e i suoi giardini

I siti culturali  durante le vacanze di Natale sono stati letteralmente presi d’assalto dai turisti e questo non può che far piacere. Perché conferma quello che ormai in molti ripetono  da tempo e cioè che “con la cultura si mangia”. Questa espressione, che non è delle più felici, è supportata da solidi dati che dimostrano che la cultura in Italia è in grado di creare posti di lavoro. Che si tratti di una mostra, di uno spettacolo oppure di un museo o di un bene artistico, sempre più persone scelgono di dedicare i loro momenti liberi a fruire dell’offerta. Il turismo straniero ama da sempre visitare le nostre città d’arte. Il classico giro Napoli, Roma, Bologna, Venezia, Milano oggi è arricchito dal turismo culturale minore. Quello dei luoghi ancora incontaminati, dei paesaggi mozzafiato, delle tradizioni culinarie secolari e ancora artigianali.

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La cultura in Italia produce un indotto lavorativo con ricadute sul territorio circostante di milioni di euro. Il rapporto Federculture 2015 attestava una produzione di valore pari al 5.7 del pil. Più del comparto metalmeccanico, per esempio. E in un modo molto più bello e sostenibile. Ma, perché l’Italia alle prese con lo spread e il punitivo rigore germanico non inizia a sfruttare questa risorsa? La cultura  è un asset e utilizzarla per uscire da questa crisi che ci attanaglia da anche troppi anni renderebbe giustizia ad un paese che, tramontata la fase industriale, può puntare su tutto quello che gli stranieri ammirano e desiderano. Esiste l’offerta, esiste la domanda: che cosa stiamo aspettando?

Reggia di Caserta

Reggia di Caserta

Seguendo questo punto di vista, considero che anche la  cultura è un’industria e, per logica,  come tale si merita un piano industriale. A onore del vero nel 2016 il Ministero dei Beni Culturali ha fatto moltissimi passi avanti. L’Art Bonus ideato da Dario Franceschini – e che a noi continua a non piacere per la sua asetticità – , ad ogni buon modo a giugno del 2016 aveva superato i 100 milioni di raccolta consentendo diversi interventi di recupero ed il sostegno di importanti enti culturali come la Scala di Milano e l’Arena di Verona. Ma ancora non basta. Perché l’Italia non è la Francia, non è la Spagna e nemmeno la Germania. Il  nostro patrimonio artistico e architettonico è unico al mondo e, soprattutto, diffuso su tutto il territorio. L’effetto, ipoteticamente visto dal cielo è quello di  un  “museo a cielo aperto “ che, ci ripetiamo, se solo venisse valorizzato, potrebbe creare posti di lavoro per moltissime persone.

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E  il crowdfunding? Dove si può collocare questo strumento di finanziamento alternativo? E perché le realtà culturali italiane lo usano così poco? Credo che i fattori siano molti. In primis, la confusione che ancora regna in Italia su questo argomento. Secondariamente, la paura di affrontare una attività si redditizia ma percepita come “faticosa” in termini di impegno, tempo e competenze.

Crowdfunding del Museo del Louvre

Crowdfunding del Museo del Louvre

Eppure il  Museo del Louvre ha scelto di promuovere campagne di crowdfunding invece che sostenere semplici azioni di raccolta fondi?  La risposta è tutta in una sola parola:  “comunità”.  Una campagna di crowdfunding, gestita con i tempi e i modi corretti, garantisce risultati in termini di nuova affiliazione, fidelizzazione, fiducia e, infine denaro.  Ma non solo. In termini semplici, comunicare con il digitale allarga il raggio delle informazioni e consente di realizzare campagne di comunicazione e branding a costi veramente bassi.  I dati parlano chiaro. Venaria ha registrato 28.000 ingressi nel periodo natalizio http://www.zipnews.it/2016/12/reggia-di-venaria-boom-di-turisti-nel-ponte-dellimmacolata/ , Caserta nel 2016 ha registrato 650.000 visitatori http://www.lastampadelmezzogiorno.it/salute-e-benessere-specializzata-2/23894-caserta-reggia-boom-turisti-2016.html .

Cosa succederebbe se ad ognuno dei visitatori venisse chiesto di contribuire a una campagna di crowdfunding,  al momento dell’uscita?  Si potrebbe migliorare il bilancio? Restaurare uno dei tanti meravigliosi pezzi che questi palazzi hanno sempre in conto di fare? Conservare quello che già c’è?  Costruire una comunità di #innamoratidellacultura che da oggi in poi possono fare parte del progetto? Bei problemi…

 

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

CULT! Dal 27 al 29 maggio 2016 torna Mantova Creativa. #innamoratidellacultura

Siamo arrivati alla sesta edizione del Festival della Creatività di Mantova  che quest’anno è stato è inserita tra le attività di “Mantova Capitale Italiana della Cultura”  2016 e realizzato con il contributo del Comune di Mantova.

L’etichetta del festival 2016 è CULT, elisione della parola cultura e,  nei tre giorni di calendario la cultura troverà la sua massima espressione grazie alle creazioni, ai personaggi, ai luoghi e ai marchi. Ospiti? Tantissimi.

Abbiamo letto il programma (che non è ancora definitivo!) e ce ne sono davvero di interessanti. Per esempio? Dallo storico e critico d’arte Renato Barilli ai due mostri sacri della fotografia internazionale Franco Fontana e Giovanni Gastel.

parco d'arte vivente

parco d’arte vivente

Siete mai stati a Mantova? Noi si, la adoriamo e questa è l’occasione giusta per fare un tuffo a capofitto nella cultura locale. Iniziando con  la straordinaria cucina. Leggiamo che è stata organizzata una rete di 39 ristoratori della città, tra ristoranti, osterie e bar offrirà quanto di meglio e di più stuzzicante possa venire in mente. Da mangiare e da bere. il nostro ..cult? I famosi tortelli di ciliegia..mhh. E per la musica? Un altro Festival….Trame Sonore – Mantova Chamber Music Festival,  manifestazione organizzata dall’Orchestra da Camera di Mantova.

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PROGRAMMA (preso dal sito)
SCULTURE IN PIAZZA: NAGASAWA
in collaborazione con Museo di Palazzo Ducale e Peter Assmann
con il sostegno di Lubiam
curatore Marco Tonelli
Il programma di arti visive vanta la partecipazione di un grande artista internazionale come Hidetoshi Nagasawa impegnato nella realizzazione di un’opera per lo spazio di Piazza Castello, all’interno di Palazzo Ducale. L’intervento è realizzato grazie alla collaborazione con il direttore del Ducale Peter Assmann e con la vice direttrice

ABITARE GONZAGA 2016: arte, design e spazi domestici a confronto con il passato
Un progetto di Mantova Creativa e del Complesso Museale Palazzo Ducale
A cura di Giampaolo Benedini con Marco Tonelli e il contributo scentifico di Renata Casarin
con il patrocinio di ADI Lombardia, Associazione per il Disegno Industriale
media partner Elle Decor Italia
la mostra è sostenuta da Davide Groppi, Gentry Portofino, Key Cucine, Rimadesio, Agape e Benedini Associati
prestiti di Pierluigi Gibelli, Anna Bolognesi, Bruna Sermidi
ricerca opere in collaborazione con Look Lateral
sponsor tecnico Martini e Martini
Come sarebbe la dimora dei Gonzaga se i duchi della città, con la loro raffinatezza estetica, fossero sopravvissuti fino ai giorni nostri? Mantova Creativa prova a rispondere a questa domanda e allestisce, in sinergia con il Museo di Palazzo Ducale, la mostra “Abitare Gonzaga 2016”, un grande evento dedicato al mondo dell’arredo contemporaneo che costituirà una sorta di spin off  del festival e ne proseguirà le attività. La mostra si terrà nell’Appartamento della Rustica del Ducale), dal 11 giugno all’11 settembre.

AVVISTAMENTI INTERNI. ARTE CONTEMPORANEA NELLE TORRI
in collaborazione con Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova e Museo dei Vigili del Fuoco di Mantova
L’arte apre le porte di due torri cittadine – la Torre degli Zuccaro e la Torre di Sant’Alò – da molto tempo chiuse al pubblico, grazie a un inserimento di opere d’arte contemporanea in dialogo  con questi affascinanti luoghi antichi. Saranno le opere luminose di Fabrizio Corneli a fare luce all’interno di questi spazi.

PARCO DELL’ARTE – CONCORSO IV EDIZIONE
in collaborazione con Parco del Mincio, Comune di Mantova, Tea
con il supporto tecnico di Copiaincolla, JL Graphic, Paxxion, Pixelinside, Sigla, Studio Ventisei, Variante Zero
Prosegue, per il quarto anno, l’esperienza del Parco dell’Arte, il parco di sculture collocato tra il  Lago di Mantova e la Rocca di Sparafucile. Cinque nuove opere, selezionate attraverso un apposito concorso (presidente di giuria il Prof. Renato Barilli), troveranno collocazione in questo scenario naturale unico, affacciato sullo skyline rinascimentale della città. L’intervento, quest’anno, potrà contare su un nuovo e ambizioso progetto di comunicazione, ideato con il sostegno di sette agenzie di comunicazione della città, che avrà l’obiettivo di valorizzare e far conoscere il patrimonio del parco.

MANTOVA NASCOSTA
in collaborazione con Liceo Artistico “Giulio Romano”
Ancora video con “Mantova Nascosta”, un percorso virtuale attraverso i luoghi di valore non accessibili al pubblico, da visitare per mezzo di una serie di video prodotti dagli studenti del Liceo Artistico di Mantova. I video saranno visibili su smartphone puntando le icone QR Code posizionate sui totem che si incontreranno in giro per la città.

LA CITTA’ CHE NON C’E’
in collaborazione con Ordine degli Architetti di Mantova
Con l’obiettivo di vivere la città in modo condiviso e partecipato, l’Ordine degli Architetti di Mantova sviluppa un percorso fisico che collega diversi punti della città, da percorrere con una mappa e con l’ausilio di una app per tablet e smartphone che permetterà di vedere alcuni progetti innovativi, inseriti virtualmente nel contesto urbano. Semplici interventi di mascheramento, decorazioni pittoriche, provocazioni e persino demolizioni di elementi urbani sono le idee e gli spunti di riflessione proposti dagli architetti per trasformare la città.

MANTOVA CREATIVA PER LA FOTOGRAFIA –  I EDIZIONE CONCORSO
L’edizione 2016 di Mantova Creativa vede il debutto del primo concorso fotografico “Mantova Creativa per la Fotografia”, la cui giuria sarà presieduta da due grandi nomi del panorama internazionale: Franco Fontana e Giovanni Gastel. Le opere selezionate andranno a costituire una mostra nel Tempio di San Sebastiano. Durante il festival, ci saranno altri eventi legati al mondo della fotografia

ADOTTA UN CREATIVO
Un’alleanza speciale tra creativi e negozianti è alla base del progetto “Adotta un creativo”. Le vetrine di alcune botteghe del centro storico subiranno un restyling grazie all’intervento di alcuni artisti, che lavoreranno in sinergia con i commercianti per valorizzare i prodotti in vendita in modo insolito e fantasioso.

VIDEOART YEARBOOK
in collaborazione con Dipartimento di Arti Visive Università di Bologna
Approda a Mantova “Videoart Yearbook”, la rassegna di videoarte promossa dal Dipartimento di Arti Visive dell’Università di Bologna, che sabato 28 maggio (ore 10, Palazzo Soardi) proporrà una selezione dei migliori lavori italiani realizzati nel corso del 2015. Introduce la proiezione Renato Barilli.

MUSEO DELLA NEBBIA
da un’idea di Carlo Mantovani
Anche la nebbia – che a Mantova fa parte, non solo del meteo, ma della cultura di una comunità – diventa arte grazie all’originale idea di un Museo della Nebbia, visitabile nel palazzo Broletto 6 (piazza Broletto).

CONCRETE LAB
Lo studio Concrete Lab sarà nel cortile di Palazzo Castiglioni in piazza Sordello con oggetti di design, sculture luminose ed eventi sul tema della luce. Focus sulle espressioni creative dell’Alto Mantovano, con declinazioni anche in cucina. Le specialità tipiche saranno presentate e cucinate dalla chef Beatrice Ronconi (Masterchef).

VERONA RISUONA
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Verona e Verona Creativa
Verona Risuona, rassegna di sound art e sperimentazione artistica sviluppata da Accademia di Belle Arti di Verona, Conservatorio di Verona e Università di musica e teatro di Goteborg, arricchisce il programma con una serata (27/5) di musica dal vivo e dj set che si fondono con proiezioni video.

TEATRO E DANZA
Le compagnie teatrali cittadine scendono in campo per il festival e reinterpretano spazi spesso inconsueti come le ex beccherie del Rio, teatro per il “Dracula” della Compagnia Campogalliani (28/5) e le Officina Testi dove trovano spazio la performance teatrale “Esercizi di ginnastica morale” con Teatro Magro e Ars Creazione e Spettacolo (27-28/5).

STREET FOOD

con il contributo di Giovani di Confagricoltura ANGA Mantova
Torna la rassegna dello Street Food di Mantova Creativa, realizzata grazie al contributo dei Giovani di Confagricoltura ANGA Mantova. Il percorso, quest’anno, si allarga e raggiunge 17 tappe. Nell’ottica di una valorizzazione degli operatori del territorio Mantova Creativa coinvolge bar e ristoranti della città che proporranno cibi di strada per tutti i gusti.

PIATTO CREATIVO
con il contributo di Giovani di Confagricoltura ANGA Mantova
Si consolida l’appuntamento con il Piatto Creativo che quest’anno vede la partecipazione di   12 ristoranti. Il festival stimola la creatività anche in cucina e offre al suo pubblico l’opportunità di assaggiare pietanze uniche, pensate appositamente per l’occasione e in “edizione limitata”. Quest’anno, poi, ai piatti creativi di MC si affiancano i piatti cult: “best seller” della cucina mantovana, intramontabili delizie per il palato dedicate ai turisti che non hanno ancora avuto l’opportunità di sperimentare la ricchissima tradizione culinaria del territorio. Ma non finisce qui: anche le stoviglie diventano artistiche. Nei ristoranti che aderiscono alla rassegna sarà possibile acquistare il piatto decorato di Mantova Creativa 2016 con un nuovo soggetto da scoprire e collezionare.

IL VERO VELENO DI ROMEO E GIULIETTA
Seconda edizione per il concorso tra cocktail “Vero veleno di Romeo & Giulietta”. Dieci bar si sfidano nel ricreare, sotto forma di diabolica bevanda, il veleno acquistato da Romeo proprio a Mantova. E qui, sotto i portici di Piazza Erbe, c’è quella che Mantova Creativa ha individuato come l’antica casa dello speziale che fornì il mortale intruglio al povero Romeo. Sarà il pubblico di Mantova Creativa a eleggere il “vero veleno” votando sulla pagina Facebook durante i tre giorni del festival.

DALLA COLAZIONE ALLA CENA, CON CREATIVITA’
La famosa Pasticceria Antoniazzi – Caffè Borsa partecipa a Mantova Creativa reinterpretando con un tocco di originalità pasti e spuntini, dalla colazione alla cena. In tutte le tre giornate del festival ci sarà il Caffè Creativo, colazione con brioches e prodotti creati appositamente per l’occasione. Inoltre, cena vegana (27/5 su prenotazione), light lunch con panini gourmet creativi (28/5), aperitivo con risottata di chiusura del festival (29/5).

CREATIVITA’, CIBO E SALUTE
In questa edizione la creatività si mette al servizio delle problematiche dell’alimentazione grazie alle creazioni gluten free e prive di lattosio di diversi ristoranti cittadini. Ci sarà una conferenza medica e  performance musicali di Stefano Gueresi (La Cucina, 27/5 ore 18).

 

Redazione –   info@innamoratidellacultura.it

 

A Venezia per il carnevale #innamoratidellacultura in visita al Museo Correr.

Museo Correr

Museo Correr

L’ultima volta che sono stata a Venezia era il 2014, faceva un caldo da morire e la città animata dal Festival del Cinema sembrava una dama vestita a festa. La settimana scorsa, il freddo umido si infilava sotto al cappotto facendomi tremare. Ma la follia colorata delle maschere che affolla le calli e le piazze è talmente magica che non ci ho fatto caso. La mia attività preferita è da sempre visitare le mostre. A quella esposta al Museo Correr (meraviglioso!) non potevo certo mancare . Intitolata “Gli splendori del Rinascimento a Venezia” è infatti la prima mostra dedicata ad Andrea Schiavone: oltre 140 tra dipinti, disegni e stampe, più un ricco nucleo di libri e documenti storici) spesso dalle prestigiosissime provenienze. Per la prima volta sono riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldola – dipinti, disegni, incisioni – la maggior parte dei quali mai esposti in una mostra e prestati, tra l’altro, dalle Royal Collection di Elisabetta II, dal Kunsthistoriches Museum e dall’Albertina di Vienna, dal Metropolitan Museum of Art di New York, dall’Accademia Croata di Scienze e Arti di Zagabria, dalla Gamdälde Galerie di Dresda, dal Musée du Louvre di Parigi e dal British Museum di Londra

Schiavone "Cupido e Psiche

Schiavone “Cupido e Psiche

Sono rimasta incantata, gli occhi pieni dei colori fastosi delle “Nozze tra Cupido e Psiche”, (1550 ). La scena, con i personaggi in movimento, abiti e capelli ondeggianti, ha una modernità dirompente rispetto a quella di altri artisti dell’epoca. Forse è per questo che l’artista era molto criticato dall’opinione pubblica. Rispetto alle opere rinascimentali dei suoi colleghi posso dire che in effetti la pittura di Andrea Schiavone è molto attuale, moderna.
Che dire poi della prospettiva e dei movimenti dello “Sposalizio mistico di Santa Caterina” ? Un’opera tridimensionale, bellissima.
Da visitare!  La città è incantevole.  Il Museo meraviglioso. e poi, San Valentino è alle porte. Cosa c’è di meglio che  concedersi un po’ di turismo culturale?

Sposalizio mistico di Santa Caterina

Sposalizio mistico di Santa Caterina

Se non sapete come organizzare, lasciate perdere i turistifici perchè fra le numerose ricompense offerte da Enrico Corsini per chi sostiene la sua campagna di crowdfunding ci sono viaggi e visite guidate. nelle principali città d’arte italiane .

Dove? al link www.innamoratidellacultura.it/campaigns/ogmyguide Dategli una mano e…fatevi un giro a Venezia, la città più bella del mondo.

Emanuela Negro-Ferrero –- enf@innamoratidellacultura.it

Con la cultura si mangia! A Torino apre Fiorfood il primo concept store di Coop. E il Salone del Gusto lascia il Lingotto per la strada

galleria san federicoA Torino, in pieno centro città, nell’elegante “Galleria San Federico”, precisamente nella storica sede del cinema Lux, sotto le eleganti volte del porticato liberty, nato col fascismo e datato 1938,  apre il primo concept store marcato Nova Coop. Ieri la presentazione alla stampa e oggi l’inaugurazione. Non pensate al solito supermercato. I 1300 metri quadri disposti due piani ospitano quello che la stessa Coop definisce come “centro di innovazione” nel cuore di un luogo storico, con un distretto sperimentale. Un punto di riferimento per fare la spesa a tutte le ore e iniziative per soci e clienti per effettuare una spesa consapevole.  Che tipo di eventi? Dal corso di cucina per i consumatori a quelli «per imparare a leggere l’etichetta di un prodotto acquistato o a spendere meno facendo la spesa». Lo spazio conferenze ha un’area per le scolaresche. «Sarà il primo negozio Coop in Italia, fortemente focalizzato sui prodotti a marchio Coop e sulla ristorazione di qualità- ha spiegato Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop -, un’operazione di cui siamo molto orgogliosi e che ha comportato 2 milioni di euro di investimento. Nel nuovo negozio, che aprirà al pubblico il prossimo 3 dicembre, saranno occupate 105 persone». La nuova apertura è il primo gradino di un impegno che Novacoop intende realizzare nei prossimi cinque anni a Torino con un investimento di 200 milioni di euro, la realizzazione di 3 superstore e l’occupazione per 500 persone. http://www.lastampa.it/2015/12/01/cronaca/fiorfood-a-torino-il-primo-concept-store-di-coop-2ayXWFiRs0DssePUGP6BHJ/pagina.html.
florfoodChe cosa troveremo dentro a Fiorfood? Oltre ai prodotti a marchio Coop, una libreria sempre con libri Coop, il fiore all’occhiello è la collaborazione con il ristorante “La Credenza” di San Maurizio Canavese e con gli chef stellati Giovanni Grasso e Igor Macchia. Un connubio da leccarsi i baffi. Posso confermare. Ho assaggiato il risotto alla toma con una grattatina di caffè. Davvero delizioso.

Salone del gustoPer finire, è notizia di oggi che il “Salone del Gusto” lascerà la storica sede al chiuso del Lingotto per espandersi in città. A settembre, a Torino, si mangerà ovunque. Dal parco del Valentino fino al centro città non ci sarà luogo in cui la cultura del cibo non possa essere degustata. Verrà abolito il biglietto di ingresso e già aspettiamo fiumane di persone da tutto il mondo. Perchè è sempre più  vero che #conlaculturasimangia.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

ArtLab 2015. La cultura ha bisogno di programmazione per crescere e prosperare.

In Puglia, per la precisione a Lecce,  è partito ArtLab 2015, un programma completo di dibattiti ed eventi suddivisi in filoni tematici. Artlab è stato ideato per pensare, progettare e riflettere sul ruolo che arte e cultura hanno per lo sviluppo economico, la coesione sociale, e la crescita civile dei territori.
Leggo dal programma che la prima giornata di ArtLab organizzata insieme al British Council , è incentrata sul territorio pugliese, sulla costruzione e il valore delle sue reti all’interno ed all’esterno.

art lab 2

LA CULTURA HA BISOGNO DI UN PIANO INDUSTRIALE

Facendo un passo indietro, Lecce era candidata per diventare Capitale Europea della Cultura 2019. La candidatura, fortemente voluta dall’assessore alla Cultura Luigi Coclite il quale (cito dal sito di ArtLab) parla di Lecce come Capitale Europea della cultura 2019:«L’obiettivo delle istituzioni è stato quello di prendere il fermento della candidatura e utilizzarlo per costruire l’offerta culturale della città. […] Sarebbe stato molto semplice sfruttare i contributi destinati a Lecce per il 2015 per fare tre grandi eventi; invece abbiamo puntato in un’altra direzione: abbiamo tentato un’azione di recupero a tappeto».

DiCultHer 3Questo impegno si è tradotto in un vero e proprio recupero della cultura, che è passato attraverso il recupero della stagione lirica, l’organizzazione di eventi musicali (che hanno permesso ai musicisti del territorio di fare rete e suonare insieme) il fiorire di reading letterari in spazi inusuali e il teatro fuori dal teatro come è il progetto di teatro all’interno delle carceri ”io ci provo”.
Grazie all’impegno di Paola Leone, ideatrice del progetto, per la prima volta i detenuti possono utilizzare l’articolo 21, che regola il lavoro riabilitativo fuori dalle carceri, facendo un lavoro culturale, l’attore: si può ancora puntare su un lavoro culturale partendo da un luogo marginale.
art lab 15La cosa che mi piace moltissimo è la decisione corale degli assessori di creare un piano con obiettivi a lungo termine.
Silvio Maselli, neo assessore alla Cultura di Bari, ne evidenzia il valore nelle note conclusiva del suo intervento: «non abbiamo bisogno di infarcire le città di eventi che rappresentino lo scintillio di una notte e poi la depressione, abbiamo bisogno di strutturare la nostra vita culturale, di dare al fruitore un’offerta che possa comprendere e vivere». Personalmente penso che le due cose, eventi e programmazione possano e anzi debbano coesistere. Torino è la dimostrazione più chiara di questo approccio. In vent’anni di impegno da parte della politica da polo industriale si è riconvertita in polo culturale e turistico. Perché la cultura è lavoro. Non solo per chi la fa ma, anche e soprattutto per tutto ciò che ruota attorno ai luoghi e agli eventi culturali.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it Twitter emanegrofer

Presentato a Roma il nuovo rapporto Federculture: grande assente il crowdfunding

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E’ stato presentato a Roma il nuovo rapporto annuale Federculture (l’undicesimo per l’esattezza) sullo stato dell’arte della cultura italiana. Siamo felici di essere una piattaforma italiana verticale per la raccolta di fondi per progetti culturali. Ma piuttosto stupiti di non essere sommersi di progetti tanto da non sapere più come fare per pubblicarli. I dati forniti parlano chiaro. Gli investimenti pubblici, dopo anni di tagli allo spettacolo e ai beni culturali così come a scuola e università, continuano ad essere il fanalino d’Europa: uno scandaloso 0,13% rispetto al PIL. Quest’anno il Mibact vede passare per la prima volta dal secondo dopo-guerra, ulp, un aumento del finanziamento passato da 1,5 a 1,6 miliardi annui. Ma crollano le erogazioni liberali (-19%) e i fondi bancari (-12%) con i quali qualcuno sperava di rimediare al taglio dei fondi pubblici.

Quest’anno il Mibact vede passare per la prima volta dal secondo dopo-guerra, ulp, un aumento del finan¬zia¬mento

Quest’anno il Mibact vede passare per la prima volta dal secondo dopo-guerra, ulp, un aumento del finan¬zia¬mento

Il dato consolante è l’aumento della spesa da parte delle famiglie italiane per cultura e tempo libero dopo due anni di crisi. Secondo il rapporto si tratta di 66,1 miliardi di euro nel 2014, circa 1,4 miliardi in più rispetto al 2013 (+2,1%), contro il –5% del 2013 e il –10% del 2011. Un secco aumento si registra anche nel numero di visitatori a musei e mostre (+7,7%), ai siti archeologici e monumenti (+5,8%), seguiti dal teatro (+2,2). Interessante la differenza registrata nelle presenze: i turisti in tutto il sud Italia nel 2014 sono meno di quelli arrivati nella sola Toscana, 8,6 milioni.
Dopo Napoli, Roma è la città che investe meno in cultura sia come incidenza della spesa sul totale del bilancio comunale, sia come spesa dell’amministrazione comunale per abitante: quella della Capitale è di 56 euro per cittadino circa un terzo di Firenze dove si spendono 183 euro per abitante.
In mancanza di una chiara analisi critica dell’austerità di cui soffre il comparto culturale con un evidente danno al suo stesso sviluppo, ho potuto ascoltare il consueto refrain monotono che ormai mi tocca ascoltare ovunque si parli di cultura in Italia e cioè che con il «turismo culturale» e il «made in Italy» in qualche modo salveremo il nostro magnifico paese. Come? Non l’ho ancora capito . Dal 2009 al 2013 gli arrivi nelle città d’arte sono aumentati del 14,4%. I turisti culturali hanno speso 12,5 miliardi di euro nel 2014, il 5,6% in più dell’anno precedente ma di investimenti d aparte del Governo e dei privati non se ne vede quasi traccia. Ci salverà il crowdfunding. Ne sono certa. E mi vengono in mente le decine di enti pubblici che potrebbero attivare strepitose campagne e non lo fanno. Perché? La risposta me la sono data e attendo fiduciosa teatri, musei, fondazioni e chiunque decida seriamente di mettersi in gioco. La piattaforma è nata nella città con il sindaco più innamorato della cultura d’Italia.  Una garanzia.