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Crowdfunding Lesson n°9. Chi fa che cosa? La campagna di raccolta fondi.

I lettori di  Artribune sanno bene che cosa sono “I Martedi Critici”.  Noi, essendo torinesi e non leggendo quotidianamente Artribune, non lo sapevamo fino a quando la campagna di raccolta fondi non è stata caricata sulla piattaforma. Leggendo il programma di questi appuntamenti culturali non possiamo  che apprezzarli e sostenerli. Il curatore Alberto D’Ambruoso ci  ha contattati tramite conoscenze comuni all’inizio del mese di settembre. In questo post  raccontiamo  in che cosa consiste il lavoro eseguito da chi sta sta dietro alla piattaforma. Quello che nessuno vede e immagina. Lavoro che dovrebbe essere coperto da una fee del  7%   sul raccolto. Possiamo  assicurare che il  processo di pubblicazione di una campagna è lungo ed impegnativo. Sia per il Creatore del progetto che per chi, come le persone dello staff   si occupano di aiutarli alla corretta pubblicazione e ad insegnare loro come lanciare la campagna. Il supporto è totale:  che tipo di azioni compiere, come compierle, quando e perché. Non so se altre piattaforme danno questo servizio.  Mi piacerebbe saperlo ma, in ogni caso,  ritengo questo genere di assistenza fondamentale perché desideriamo  che i progetti pubblicati abbiano successo e che le persone capiscano bene chi fa che cosa e come.

Dietro alla piattaforma ci sono persone che lavorano. Che si interessano. Che ascoltano. Che aiutano . Chi fa che cosa?

Dietro alla piattaforma ci sono persone che lavorano. Che si interessano. Che ascoltano. Che aiutano . Chi fa che cosa?

Tornando al progetto dei “I Martedì Critici”, l’iter prevede che, una volta letto il progetto, venga inviata una mail di risposta con già alcune indicazioni per perfezionare quanto si desidera pubblicare. Nei mesi passati abbiamo  elaborato una serie di contenuti informativi/formativi che spaziano dalle “Condizioni d’Uso della piattaforma” al facsimile del testo, articoli sul crowdfunding ecc. Pensiamo  che alla fine tutto questo materiale diventerà una guida al crowdfunding ma al momento ci limitiamo  ai contenuti separati. Alle mail soltamente seguono delle telefonate aventi come scopo da parte nostra  quello di spiegare esattamente chi deve fare che cosa. Chi deve fare la raccolta? Ecco, questo è un punto cruciale. Il progettista  deve lavorare per raccogliere il denaro attraverso la sua rete di contatti e la piattaforma lo sostiene con tutta una serie di attività di comunicazione. Che spaziano dalla pubblicazione degli annunci sui social alla presenza ad eventi , interviste, relazioni personali e, se il prgetto lo richiede, supporto  con azioni di fundraising. Rimane un punto dolente su cui ne noi  né il progettista  possiamo  fare molto: Gli italiani odiano i pagamenti online. Aborrono Paypal. Chiedono di effettuare il bonifico bancario . Anche se costa. Anche se è scomodo.  Spingiamo  sempre  il progettista a spiegare che Paypal garantisce la sicurezza delle transazioni. A non accettare il cash e, soprattutto, a non pubblicare il logo del portale con sotto stampato l’iban del proprio conto corrente personale. Ma questo è argomento del prossimo post. ahttps://www.innamoratidellacultura.it/campaigns/arte-per-tutti-i-martedi-critici-maxxi-macro/

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

 

 

Torino capitale per chi è “Innamorato della Cultura”. Una settimana densa di appuntamenti interessanti.

fondazione sandretto re Rebaudengo Innamorata della Cultura il 22 settembre a Torino

fondazione sandretto re Rebaudengo Innamorata della Cultura il 23 settembre a Torino

La prossima settimana si prospetta molto intensa per noi “innamorati della Cultura”.  Il 23 di settembre, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo l’intera mattinata è dedicata al convegno  L’importanza di essere contemporanei”. Dopo l’introduzione della padrona di casa e di Francesco Rutelli, Presidente dell’Associazione priorità Cultura,  si parlerà di Cultura insieme a Riccardo Rossotto,  avvocato, Alessandra Donati, docente universitario e Roberto Grossi, Presidente Federculture.  La discussione, allargata alle varie figure istituzionali del momento sembra essere interessante. Mi piacerebbe poter portare un contributo dal campo. Nel caso di Patrizia Sandretto so di ascoltare la voce e gli interessanti  punti divista di una imprenditrice che della sua personale passione ha fatto una professione di grandissimo successo. Resto sempre molto scettica invece sugli interventi da parte di politici o pseudo tali che, di imprenditoria capiscono poco   e che, in un momento come questo desideroso di fatti concreti, si limitano a riempire l’aria di parole.  L’occasione per esprimere la mia opinione mi è stata data per il 25 e 26 settembre al Campus Einaudi per il Convegno organizzato da  AICI,  www.italiacultura.it Qui il discorso è molto ampio e variegato e,certamente, merita un post dedicato. Il crowdfunding in Italia desta grandissimo interesse anche perché, da quello che mi pare di capire, sino ad oggi malgrado l’encomiabile “art bonus” , nemmeno questo Governo è stato capace di aumentare la cifra destinata al Ministero dei Beni Culturali. Lo 0,4% del bilancio. Mi rattrista scriverlo, l?Italia ha il  patrimonio culturale e artistico più grande del pianeta ma per chi ci governa  conservarlo e promuoverlo vale  lo 0,4% del bilancio. Una vera vergogna di cui nessuno parla e, peggio, a cui sembra che a nessun italiano  importi.  Personalmente ritengo che la Cultura dovrebbe essere sostenuta in modo proporzionale da pubblico e privato. Mi sembra di capire che non ci siano fondi né da una parte né dall’altra. Perché? Ascolterò attentamente le parole del Convegno.  Il crowdfunding è quanto di più contemporaneo possa esistere ma non è la panacea di tutti i mali e, soprattutto, non è a costo zero.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Incontri, convegni e dibattiti a tema Cultura dal 22 al 27 settembre a Torino.

Incontri, convegni e dibattiti a tema Cultura dal 23 al 27 settembre a Torino.

La Cultura in Italia ha bisogno di fondi: “Innamorati della Cultura” è una risposta

A luglio sono stata intervistata su StartupOn Air, la web radio dedicata a tutto quello che gira dentro e fuori al mondo delle Startup.

Il mondo delle Startup piace, incuriosisce e cresce.

Il mondo delle Startup piace, incuriosisce e cresce.

Il tempo concesso per parlare era piuttosto ridotto ma penso di essere riuscita a offrire una spiegazione esaustiva del progetto di “Innamorati della Cultura” di cui sono Creator e Ceo.

Un grazie al mio socio e collega Lorenzo Pennacchioni che, anche se non interviene mai, è ben presente e attento nel processo di crescita del portale e di tutti gli aspetti strettamente legati alla comunicazione digitale.

Ecco il link del podcast.  Buon ascolto!

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

 

 

Crowdfunding Lesson n° 8 – Avere una squadra di project management aiuta a raccogliere soldi.

Avere una squadra di crowdfunding aiuta araccogliere denaro.

Avere una squadra di crowdfunding aiuta araccogliere denaro.

Ogni giorno ci  confrontiamo con le aspettative dei progettistiche, una volta proposti i loro progetti sulla piattaforma, ci chiedono se il budget che hanno fissato è raggiungibile. Ultimamente , ho notato che le cifre di richiesta sono decisamente più elevate. Questo indica sicuramente che il mercato italiano per quanto riguarda i finanziamenti per la Cultura è entrato in una fase di crisi ancora più acuta e che i progettisti  si trovano in grande difficoltà.  Dal punto di vista della piattaforma, il  lavoro consiste nel promuovere i progetti pubblicati  utilizzando strumenti e mezzi di comunicazione on line e off line e creando engagement nella community di “Innamorati della Cultura”.

E’ compito del progettista portare avanti la campagna di raccolta fondi e , non ci stancheremo  mai di dirlo, questo aspetto del crowdfunding a molti progettisti e aspiranti progettisti  italiani non è affatto chiaro. Ecco quindi che progetti “giovani” o sociali ottengono una grande risonanza attraverso la rete e di conseguenza finanziamenti di grosse entità e in fretta. Non è così per progetti culturali che, senza essere a conoscenza di questo aspetto del crowdfunding , pensano di portare avanti la campagna di raccolta fondi da soli o, peggio, semplicemente appoggiandola ad una piattaforma.

Il nostro suggerimento rivolto ai progettisti  (per campagne sia  equity che reward) è quello di pensare alla propria campagna di raccolta fondi prevedendo un investimento  per la campagna stessa e, possibilmente, appoggiandosi  ad un team di project management in grado di garantire il successo dell’iniziativa. Le statistiche americane delle grandi piattaforme parlano di un 80% di successo della raccolta nel caso di progetti portati avanti da un team. Questo vale sia per le campagne reward che equity.

Ma come si mette in piedi una squadra di crowdfunding?

Partendo dal presupposto che chi lavora alla promozione della campagna deve avere chiari i valori,  le ambizioni e  gli obiettivi del progetto e di chi lo propone, idealmente vediamo come deve essere composta una squadra:

  • Manager — Il leader è l’elemento chiave che tiene insieme la squadra e la spinge al raggiungimento degli obiettivi. Il manager è la persona che ha il contatto diretto con gli investitori e i donatori. In molti casi  questa figura è  lo stesso Creatore del progetto. Se ha tempo e carisma per portare avanti la raccolta non esiste figura più adatta a creare credibilità e fiducia.
  • Project Manager— la campagna di raccolta fondi ha bisogno di una attenta programmazione delle attività sia online che offline. La tabella di marcia dopo essere stata definita, va rispettata con una pianificazione  giornaliera delle azioni da intraprendere.
  • Marketing e PR /— il crowdfunding richiede una attività sulla rete incessante e ben costruita. La promozione è l’aspetto fondamentale di ogni campagna ed è necessaria una produzione incessante e continua di contenuti di alta qualità ed engagement. Il marketing e Pr manager, oltre alla gestione dei contenuti si occupa dell’organizzazione degli eventi necessari per la promozione del progetto.
  • Addetto Stampa – la promozione del progetto passa attraverso una attività di ufficio stampa dedicato

In alcuni casi il progettista  possiede già all’interno del suo team le figure professionali indicate.. Nel caso in cui questo non si verifichi, il mio suggerimento è quello di appoggiarsi a professionisti esperti in grado di aiutare veramente la campagna di raccolta fondi ad avere successo.

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding. Una piccola guida estiva

Quest’anno abbiamo parlato molto di crowdfunding. Giorno dopo giorno, ho condiviso con voi sul blog la nascita e lo sviluppo di Innamorati della Cultura, un progetto basato proprio sul crowdfunding e pensato per donare bellezza, cultura e lavoro alla comunità.

Attraverso una sorta di catartico diario quasi quotidiano, vi ho parlato di difficoltà, successi, riunioni, idee, campagne, raccolte fondi, start up, giornate fatte di 14 ore lavorative, della fatica e dell’impegno che scorrono via veloci… Tutto per un amore che non conosce mezze misure e per rendervi partecipi della vita di una piattaforma che in Italia ha deciso di scommettere sulla cultura e su una realtà mondiale, quella del crowfunding, che funziona per davvero se seguita e applicata nel modo giusto.

Perché, come ho già scritto, è impossibile ignorare il fatto che il crowdfunding stia trasformando il mondo in un posto più collaborativo: persone aiutano altre persone a realizzare i propri progetti e a condividerli con gli amici e con la comunità.

Per questo motivo, ho scelto di scrivere anche delle piccole lezioni e qualche breve guida che possano essere utili per comprendere meglio il funzionamento di questa realtà, che si fonda sul principio della condivisione.

Proprio oggi ne ho riletto qualcuna e ho pensato di ripescarle tutte e sottrarle allo scorrimento dispersivo, per riunirle in un unico e comodo post. Tra donazioni, aspetti tecnici, utilizzo delle app e social media che fanno la differenza, ecco qui di seguito i link:

E, come dico sempre, innamoratevi anche voi se non l’avete ancora fatto e raccontatemi cosa ne pensate. Sapete che sono curiosa. 😉

☛ Scopri il Crowdfunding di Innamorati della Cultura.

Lezione di Crowdfunding n°3. L’importanza dei social media

Chi mi chiede qualche notizia tecnica sul crowdfunding e vuole ricevere il finanziamento dalle persone che navigano in rete, deve sempre, e sottolineo sempre, curare la sua personale campagna sui social network. Con un occhio al contenuto e uno alla piattaforma. In che senso? Mi spiego. Quando parlo di social network, mi riferisco alle piattaforme  più note e utilizzate: Twitter, Facebook, Instagram e YouTube, a cui aggiungerei, per i più intraprendenti, LinkedIn e Google+.

Dando un’occhiata alle statistiche, soprattutto se riferite ai primi tre  che ho citato, i dati che emergono sono confortanti:

–       189 milioni di utenti Facebook si connettono attraverso “mobile”, smartphone o tablet.

–       YouTube ha un’utenza di persone che vanno dai 18 ai 34 anni e sono certamente in maggioranza rispetto agli utenti televisivi tradizionali.

–       La fascia di età che va dai 55 ai 64 anni sta crescendo su Twitter e compone il 46% degli utenti di Facebook e il 56% di quelli di Google+.

–       Ogni secondo al mondo ci sono due persone che si iscrivono a LinkedIn.

Suggerisco quindi di promuovere la propria campagna su Twitter e Facebook in maniera creativa e coinvolgente, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.  Non è necessario buttarsi sulla quantità, quanto piuttosto puntare sulla qualità dei propri contatti. Bene appoggiarsi ai famosi “amplifiers”, quelle persone che hanno molto seguito e possono veramente fare la differenza. In questi giorni, tanto per fare un esempio concreto, Riccardo Luna cinguettava a supporto di una Startup romana intenta a raccogliere fondi. Ebbene, grazie anche all’eco creata da Luna, la Startup ha raggiunto velocemente il budget. Un altro strumento efficace è quello di creare una “community page” su twitition, uno strumento molto usato da aziende e no profit per lanciare petizioni e campagne. Ancora poco conosciuto in Italia, ma molto efficace.

Altro consiglio è certamente quello di scrivere in maniera chiara e concisa: post brevi e semplici vengono letti con piacere. Post lunghi e descrittivi vanno bene per le newsletter e le mail.

Ma il punto nodale è questo: è possibile convertire un fan entusiasta in un donatore? Certamente sì. Il crowdfunding reward based mette a disposizione uno strumento efficace, la ricompensa. È proprio generando il giusto livello di engagement che le persone decidono di partecipare, altrimenti rimangono semplici fan.

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding culturale? Scegli una piattaforma verticale.

Il termine crowdfunding  gode ormai di una certa notorietà e viene generalmente usato in riferimento a “campagne di raccolta fondi realizzate attraverso il web”.

Da circa due anni, anche in Italia il crowdfunding sta attraversando una crescita esponenziale. L’impiego di questa pratica non è più circoscritta a poche categorie di “utenti apripista”, ma si sta allargando ad un’utenza sempre più vasta e diversificata e in settori inconsueti come la conservazione dei beni culturali che, in Italia più che in altri paesi del mondo, soffrono a causa dei tagli da parte del pubblico.

Innamorati della Cultura è la prima piattaforma privata attiva, verticalizzata sulla raccolta di fondi per la Cultura Italiana.  Nata da poco, ha alle sue spalle un team di esperti di comunicazione e di marketing culturale e fundraising. Questa premessa è doverosa, perché  in Italia, le notizie e le informazioni che arrivano sono distorte.

Realizzare una campagna di crowdfunding non è semplice e non è affatto banale. Se il fundraising è una tecnica di marketing, il crowdfunding, similmente, per essere realizzato ed avere successo, necessita di una strategia.

“Innamorati della Cultura” è una Startup inserita nel percorso di incubazione di Treatabit, il settore dell’incubatore i3P del Politecnico di Torino, dedicato alle imprese digitali.  Si tratta, al momento, di una piattaforma di raccolta “reward based”. Questo significa che chi effettua una donazione scegliendo fra le fasce di donazione proposte per ogni progetto, riceve in cambio una ricompensa.

La ricompensa è un aspetto cruciale del crowdfunding ma non è, come molti pensano, l’elemento chiave che induce le persone a donare.

I meccanismi sono altri ed è qui che entra l’esperienza del team di “Innamorati della Cultura”. I progetti accolti e pubblicati ricevono specifica assistenza e i creatori di  progetti vengono coadiuvati perché arrivino a produrre la loro personale campagna di crowdfunding con, si spera, la massima efficacia.

La piattaforma, infatti, è una vetrina su cui i progetti vengono pubblicati e utilizza diversi canali per espandere la comunicazione:  campagne social, campagne stampa, pubblicazione di una Newsletter, campagne di invio e mail mirate, organizzazione di eventi.  È anche lo strumento digitale creato ad hoc per raccogliere il denaro in maniera trasparente. Molte persone, infatti, preferiscono versare ad una piattaforma piuttosto che ad un singolo individuo, semplicemente perché si fidano di più. Il  passaggio del denaro è semplice: il donatore dona con carta di credito o Pay Pal. Come per le prenotazioni turistiche, il denaro viene “congelato” e, a fine raccolta, passato sul conto del progettista già al netto della percentuale, che la piattaforma chiede per il lavoro svolto, e delle commissioni di transazione.

Questo lavoro , apparentemente banale, solleva il creatore del progetto da molti passaggi, lasciandolo libero di concentrarsi sulla sua raccolta di fondi.  Ma, domanda di molti, come avviene questa raccolta?

Le basi sono essenzialmente due:  1) tempo  2) relazioni 3) presentazione. Nel caso del tempo, per effettuare la raccolta, il creatore di progetto deve avere del tempo da dedicare a questa attività. Per le relazioni, il successo della raccolta è certamente determinata da quante relazioni personali e professionali riesce a mettere in piedi il creatore del progetto. Questo non significa che se ho 10.000 contatti Facebook riesco a raccogliere.  Piuttosto, che sulla quantità è necessario valutare sin da subito la qualità delle relazioni. I primi a donare sono sempre parenti e amici, colleghi, conoscenti, persone che si conoscono personalmente.  La percentuale di solito oscilla fra il 70 e l’80%. Parlando invece di presentazione, decisamente cruciale è il come viene presentato il progetto. Tutto parte da un corretto “storytelling”. “Innamorati della Cultura”, a differenza di altre piattaforme, aiuta i creatori a scrivere e descrivere il proprio progetto, perché sa che raccontare sé stessi e il proprio progetto è difficile. Spesso il creatore si innamora ed enfatizza  aspetti della sua creazione che, magari, non sono facilmente comprensibili o recepiti dalle persone esterne. In questo senso, un buon storytelling ha molto più peso delle ricompense. La ricompensa, infatti, deve avere come unica funzione quella di testimoniare l’impegno assunto dal donatore nei confronti del progetto, ma niente di più.

Lezione di Crowdfunding n° 2. Come si carica la campagna?

Bene. Ho pubblicato il mio progetto. Cioè no, non ce l’ho fatta. Ho iniziato a compilare i campi e poi ho lasciato stare. Caspita, che fatica.

Non ho capito bene. Devo fare un video? Quanto deve essere lungo? Ci devo parlare io? Che cosa dico? La descrizione? Cosa ci metto nella descrizione? Ah, le ricompense. Giusto, devo pensare alle ricompense. Che barba. Non mi viene in mente niente di carino, però ce le devo mettere e non so come fare. Le devo calcolare? Si? Quanto?

Ecco, secondo me, questo è il dialogo silente che affolla la mente del Creatore medio di progetti che decide di affrontare una campagna di crowdfunding. Ripeto la frase. Il Creatore di progetti che decide di affrontare la propria personale campagna di raccolta fondi utilizzando una piattaforma. Nella fattispecie la mia piattaforma, “Innamorati della Cultura.

Dopo un mese di messa online, ci stiamo interfacciando con tutta una serie di aspetti tecnici che mai più avremmo pensato potessero venire fuori. Il primo, credo fondamentale e indispensabile, è che bisogna caricare il proprio progetto e per farlo è necessario seguire alcuni semplici passi, che per alcuni sono banali e per altri, i tardivi digitali come me, possono risultare complicati. Certo, noi diamo assistenza, ma il messaggio che voglio portare con questo post è che caricare il proprio materiale ha a che fare con la promozione del proprio progetto alla comunità di possibili donatori. Quindi deve essere fatto bene, scritto chiaramente e possibilmente ‘attizzante’. Perché se la presentazione è interessante e convincente, i donatori arrivano; altrimenti, ciccia. Quindi, il titolo è fondamentale. Deve essere chiaro, conciso e spiegare bene di che cosa si tratta. Il testo, idem. Oltre a spiegare che cosa si vuole realizzare e perché, quanti soldi servono e per cosa, il testo deve illustrare il progetto in dettaglio. Il video secondo me è fondamentale. Innanzitutto perché mi fa vedere chi chiede i soldi e poi è più immediato. Le ricompense sono un altro punto focale. Dare qualcosa in cambio a chi sostiene il mio progetto è un gesto che deve nascere dal cuore. Via con la fantasia quindi, senza troppi costi ma con allegria, leggerezza e fantasia. Ci possono essere i generosi che fanno realizzare le loro ricompense (magliette, adesivi, dvd) e i creativi che offrono inviti a cena con l’autore, oppure visite guidate alla mostra. L’unico limite, secondo me, è la ‘tirchiaggine’. Questo non va bene. Le ricompense “stitiche” saltano all’occhio, non invogliano per niente. Ecco, una volta che lo sforzo è fatto e la campagna è online – gratis – inizia il vero crowdfunding.

Lesson n° 3. Non l’ho ancora scritta, ma è in arrivo…

NELLE PUNTATE PRECEDENTI

– Crowdfunding. Lesson n° 1

Lezione di Crowdfunding n° 1. Distinguere il tipo di contratto.

No, non è quel crowdfunding lì. Quello della Consob. Il nostro si dicereward based. Reward che?

Ecco, questa è la tipica conversazione un po’ stralunata che ultimamente mi capita di intavolare con chi mi chiede come funziona “Innamorati della Cultura. Allora, faccio un passo indietro e penso che sia  utile offrire una spiegazione. Quindi, che cos’è il crowdfunding? Questa parola, piuttosto impronunciabile, è di origine inglese. Crowd significa folla e funding significa finanziamento.  Il significato letterale è proprio quello di “finanziamento dalla folla”. Si pronuncia “craufandin” e in italiano possiamo tradurlo con il buon vecchio termine di “colletta”. In pratica, è un meccanismo di mutuo soccorso che, grazie ad Internet, può essere allargato sino a raggiungere decine di migliaia di potenziali sostenitori.

Il principio è quello della condivisione. Ho un sogno nel cassetto, ma non so come fare a realizzare il mio progetto. Le banche non mi aiutano. La mamma non ce la fa con la pensione. Insomma, o rinuncio ai miei sogni, oppure chiedo agli altri di darmi una mano.

Tutto quindi parte da qui, dal concetto di condivisione, dalle idee, ma anche del sostegno. Perché è facile da capire che, una volta esauriti i miei amici, per far finanziare le mie idee, devo trovare altre persone, tante persone.

Nei paesi anglosassoni, dove il concetto di condivisione  non fa rima con diffidenza come qui in Italia, il crowdfunding si è specializzato nei settori più disparati.  C’è chi ha bisogno di ristrutturare casa propria e chi vuole partire per un viaggio. Il progetto, redatto e compilato dal suo ideatore, trova posto su un portale. Come in una vetrina si sottopone al giudizio di chi, sul sito, va a guardare. Perché lo fa? Perché le idee che vengono pubblicate sono tante, interessanti e , perché no, anche replicabili.  La donazione è il passo fondamentale perché il meccanismo del crowdfunding funzioni. Il secondo passo è il “reward”, cioè la ricompensa. La ricompensa è qualche cosa di piccolo, divertente, gradevole. È l’elemento di distinzione fra questo tipo di crowdfunding e quello là, quello della Consob, per intendersi, che è un pochino più complicato e non piace tanto alle banche.

Quindici giorni da “Innamorati” e già parliamo di Amore Vero

I primi quindici giorni di presenza online di Innamorati della Cultura sono stati determinati per definire alcune importanti linee guida. Un conto è lavorare all’organizzazione di un portale quando questo è offline, ben altra cosa è lavorarci quando si è online.

La presentazione stampa e i relativi articoli sui quotidiani hanno dato un notevole impulso e hanno velocizzato tutta una serie di passaggi che pensavamo di affrontare solo dopo. In effetti, guardando il percorso tracciato dal tutor, siamo avanti di due mesi secchi rispetto a quanto concordato. Talmente avanti che ora dobbiamo crescere, diventare società, iscriverci al Registro delle Imprese Innovative e trasformarci in una vera e propria Start Up. Con tutti i vantaggi che questo comporta. Ma si sa, la bellezza è nel viaggio, non nel risultato. Il viaggio, che nello specifico consiste nella costruzione di un progetto di comunicazione basato sul crowdfunding, è tutt’altro che confortevole. A tratti somiglia alla traversata della steppa siberiana, perché tutto quello che fai ti si rivolta contro; in altri momenti è gratificante e la sensazione è quella di essere su una spiaggia caraibica con un bicchiere di succo di frutta fra le mani. Questo perché la raccolta fondi procede a gonfie vele e sei sommersa di telefonate, sms e mail. Alcune di queste sono cariche di di complimenti e altre, la maggior parte, contengono richieste di ogni genere.

Dai creatori (che vogliono informazioni) alle aziende (che vogliono informazioni), dai colleghi (che vogliono informazioni) ai figli (che vogliono informazioni per sapere se hanno ancora una madre oppure no).

La sensazione diffusa, alla fine di giornate di 14 ore lavorative,  è quella di non aver mai finito. Più spunto la lista delle cose da fare, più questa si allunga e cresce. Ecco perché, ad amore conclamato, è necessario fermarsi e fare il punto della situazione.

Decidere chi fa cosa, come lo si fa, quando e perché lo si fa. Tutto questo per  offrire ai nostri Innamorati e Creatori un prodotto funzionante sotto ogni punto di vista (a questo fortunatamente ci pensa Lorenzo Pennacchioni).

Ad esempio, non è mica banale che, se ti iscrivi al portale e non sai qual è la tua password, ti arrivi una mail di risposta carina e ben scritta. Nessun software si sostituisce all’essere umano.

Quindi la mail va pensata e scritta, testata e inserita. Ogni giorno si aggiunge un pezzettino. Anzi, più di uno. Ma è talmente tanta la voglia di realizzare che fatica e impegno scorrono via veloci. Perché è scoppiato l’amore e non ci sono più mezze misure.