Crowdfunding Lesson n°9. Chi fa che cosa? La campagna di raccolta fondi.
I lettori di Artribune sanno bene che cosa sono “I Martedi Critici”. Noi, essendo torinesi e non leggendo quotidianamente Artribune, non lo sapevamo fino a quando la campagna di raccolta fondi non è stata caricata sulla piattaforma. Leggendo il programma di questi appuntamenti culturali non possiamo che apprezzarli e sostenerli. Il curatore Alberto D’Ambruoso ci ha contattati tramite conoscenze comuni all’inizio del mese di settembre. In questo post raccontiamo in che cosa consiste il lavoro eseguito da chi sta sta dietro alla piattaforma. Quello che nessuno vede e immagina. Lavoro che dovrebbe essere coperto da una fee del 7% sul raccolto. Possiamo assicurare che il processo di pubblicazione di una campagna è lungo ed impegnativo. Sia per il Creatore del progetto che per chi, come le persone dello staff si occupano di aiutarli alla corretta pubblicazione e ad insegnare loro come lanciare la campagna. Il supporto è totale: che tipo di azioni compiere, come compierle, quando e perché. Non so se altre piattaforme danno questo servizio. Mi piacerebbe saperlo ma, in ogni caso, ritengo questo genere di assistenza fondamentale perché desideriamo che i progetti pubblicati abbiano successo e che le persone capiscano bene chi fa che cosa e come.
Tornando al progetto dei “I Martedì Critici”, l’iter prevede che, una volta letto il progetto, venga inviata una mail di risposta con già alcune indicazioni per perfezionare quanto si desidera pubblicare. Nei mesi passati abbiamo elaborato una serie di contenuti informativi/formativi che spaziano dalle “Condizioni d’Uso della piattaforma” al facsimile del testo, articoli sul crowdfunding ecc. Pensiamo che alla fine tutto questo materiale diventerà una guida al crowdfunding ma al momento ci limitiamo ai contenuti separati. Alle mail soltamente seguono delle telefonate aventi come scopo da parte nostra quello di spiegare esattamente chi deve fare che cosa. Chi deve fare la raccolta? Ecco, questo è un punto cruciale. Il progettista deve lavorare per raccogliere il denaro attraverso la sua rete di contatti e la piattaforma lo sostiene con tutta una serie di attività di comunicazione. Che spaziano dalla pubblicazione degli annunci sui social alla presenza ad eventi , interviste, relazioni personali e, se il prgetto lo richiede, supporto con azioni di fundraising. Rimane un punto dolente su cui ne noi né il progettista possiamo fare molto: Gli italiani odiano i pagamenti online. Aborrono Paypal. Chiedono di effettuare il bonifico bancario . Anche se costa. Anche se è scomodo. Spingiamo sempre il progettista a spiegare che Paypal garantisce la sicurezza delle transazioni. A non accettare il cash e, soprattutto, a non pubblicare il logo del portale con sotto stampato l’iban del proprio conto corrente personale. Ma questo è argomento del prossimo post. ahttps://www.innamoratidellacultura.it/campaigns/arte-per-tutti-i-martedi-critici-maxxi-macro/
Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it