Continua l’esplorazione nel programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Molte persone si stanno certamente chiedendo di cosa si tratta nel dettaglio ma, ipotizzo, che sia ormai chiaro che sarà un appuntamento durante il quale saranno proposti progetti ed eventi culturali a stampo europeo.
Una città, per ottenere la nomina di “Capitale Europea della Cultura” deve redigere un dossier di candidatura rispettando alcuni parametri richiesti e cercando di proporre un evento i cui risultati possano durare ben oltre l’anno fatidico.
La novità che ha permesso a Matera di vincere l’ambita nomina è stata la decisione che la Fondazione Matera-Basilicata 2019 ha preso di far produrre il 50% del programma culturale interamente in Basilicata.
Nel mese di giugno 2017 sono state pre-selezionate associazioni e reti di associazioni lucane con l’obiettivo, una volta selezionati i soggetti e ii progetti più interessanti, di far intraprendere loro un processo di formazione e crescita professionale incentrato sulla progettazione culturale a scala europea.
La selezione finale ha portato ad un risultato di 27 realtà culturali impegnate a produrre 24 progetti made in Lucania.
Una di queste realtà è la Fondazione SouthHeritage, scelta come project leader del progetto “Padiglioni invisibili” (espressione di Utopie e Distopie, uno dei 5 temi portanti di Matera 2019), che si focalizzerà sulle architetture ipogee, in partnership con il Politecnico di Milano e verrà sviluppato coinvolgimendo artisti che faranno della relazione con il pubblico il centro delle loro produzioni.
In concreto, Padiglioni Invisibili nasce con l’intento di promuovere la riflessione sulla responsabilità dell’architettura e della ricerca artistica nello spazio urbano e rurale.
I “padiglioni” , che sono stati commissionati ad architetti e ad artisti riconosciuti in ambito internazionale per le loro ricerche e pratiche afferenti i concetti dello spazio scavato e ipogeo, saranno pensati come apporti di differenti visioni tutte aventi come denominatore comune i temi dell’indeterminato e del non risolto, intesi come condizione di creazione e rigenerazione.
Padiglioni Invisibili è affiancato nel suo processo di sviluppo dal programma denominato “Shaping Pavilions 2018-2019”, un progetto che si dispiega nell’arco di due anni e che si sviluppa attraverso una serie di attività svolte da gruppi di ricerca nazionali e internazionali coordinati dal filosofo Philippe Nys (membro dei gruppi di ricerca EA 4010 Art des Images et Art Contemporain e AMP- Architettura Milieu Paysage) e da attività aperte al pubblico, come laboratori, seminari, incontri, mostre, attività di approfondimento e produzione di pubblicazioni e report.
Che cos’è un Ipogeo?
Wikipedia riporta questa definizione: “Un ipogeo (hypógheios) è una costruzione sotterranea di interesse storico e antropologico, realizzata interamente dall’uomo o come riadattamento di cavità naturali. Gli ipogei sono studiati dalla speleologia in cavità artificiali (già speleologia urbana).
Alla Matera che tutti conoscono si aggiunge una Matera sotterranea ricchissima di ipogei con una superficie che raggiunge circa 5000 metri quadri e racconta la storia antica della città.
“Materasum” è un complesso ipogeo di milleduecento metri quadri situato nel cuore della città con un’altezza che arriva fino a dodici metri sotto il livello stradale.
Il complesso raggruppa al suo interno luoghi dal notevole valore storico, riscoperti e resi fruibili recentemente. Qui troviamo i magazzini dei nobili materani Malvezzi, in quella che un tempo era l’estrema periferia della città in direzione Bari posizione quindi strategica ma anche luoghi di culto e spazi per il mercato.
Sotto alla piazza Vittorio Veneto, oltre al Palombaro Lungo ed alla chiesa rupestre del Santo Spirito (posta sotto la più recente chiesa di Materdomini), si allungano altri ipogei riuniti in quello che viene definito “Il vicinato del fondaco di mezzo“.
Si tratta per lo più di cantine ed altri locali un tempo adibiti ad uso commerciale, che rappresentano le ultime propaggini dei Rioni Sassi sul “Piano“.
Le cisterne non sono l’unico esempio di come i materani abbiamo utilizzato le viscere della terra.
Le tipiche abitazioni dei Sassi si sviluppano secondo una linea obliqua (solitamente su tre livelli di cui l’ultimo adibito a deposito, cantina o dormitorio per gli animali).
Una grotta dei Sassi può raggiungere anche un dislivello di dieci metri tra l’inizio e la sua fine.
Questo modo di costruire permette, nella stagione invernale ai raggi solari di raggiungere tutta l’abitazione, fino all’ultimo livello, ottenendo una maggior luminosità degli ambienti e, quindi, complessivamente più calore.
In estate, invece, la tipica abitazione dei Sassi essendo scavata nel tufo è fresca in quanto (oltre alle caratteristiche proprie del tufo) il sole è alto ed i raggi non penetrano in maniera diretta nella grotta.
I materiali derivati dallo scavo in profondità venivano utilizzati successivamente per edificare l’ingresso dell’abitazione, dando vita ai cosiddetti “Lamioni” (con la tipica volta a botte o a cupola a sinistra).
Questa Matera sotterranea e segreta è visitabile? Una parte si e molte altre purtroppo no. Esiste infatti un problema di accessibilità che rende questo bene attualmente non fruibile a tutti.
Sarà possibile farlo per l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura? Certamente si, seguiamo “Padiglioni Invisibili” e il suo eccellente programma culturale per Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
Emanuela Negro-Ferrero www.innamoratidellacultura.it