Bene. Ho pubblicato il mio progetto. Cioè no, non ce l’ho fatta. Ho iniziato a compilare i campi e poi ho lasciato stare. Caspita, che fatica.
Non ho capito bene. Devo fare un video? Quanto deve essere lungo? Ci devo parlare io? Che cosa dico? La descrizione? Cosa ci metto nella descrizione? Ah, le ricompense. Giusto, devo pensare alle ricompense. Che barba. Non mi viene in mente niente di carino, però ce le devo mettere e non so come fare. Le devo calcolare? Si? Quanto?
Ecco, secondo me, questo è il dialogo silente che affolla la mente del Creatore medio di progetti che decide di affrontare una campagna di crowdfunding. Ripeto la frase. Il Creatore di progetti che decide di affrontare la propria personale campagna di raccolta fondi utilizzando una piattaforma. Nella fattispecie la mia piattaforma, “Innamorati della Cultura“.
Dopo un mese di messa online, ci stiamo interfacciando con tutta una serie di aspetti tecnici che mai più avremmo pensato potessero venire fuori. Il primo, credo fondamentale e indispensabile, è che bisogna caricare il proprio progetto e per farlo è necessario seguire alcuni semplici passi, che per alcuni sono banali e per altri, i tardivi digitali come me, possono risultare complicati. Certo, noi diamo assistenza, ma il messaggio che voglio portare con questo post è che caricare il proprio materiale ha a che fare con la promozione del proprio progetto alla comunità di possibili donatori. Quindi deve essere fatto bene, scritto chiaramente e possibilmente ‘attizzante’. Perché se la presentazione è interessante e convincente, i donatori arrivano; altrimenti, ciccia. Quindi, il titolo è fondamentale. Deve essere chiaro, conciso e spiegare bene di che cosa si tratta. Il testo, idem. Oltre a spiegare che cosa si vuole realizzare e perché, quanti soldi servono e per cosa, il testo deve illustrare il progetto in dettaglio. Il video secondo me è fondamentale. Innanzitutto perché mi fa vedere chi chiede i soldi e poi è più immediato. Le ricompense sono un altro punto focale. Dare qualcosa in cambio a chi sostiene il mio progetto è un gesto che deve nascere dal cuore. Via con la fantasia quindi, senza troppi costi ma con allegria, leggerezza e fantasia. Ci possono essere i generosi che fanno realizzare le loro ricompense (magliette, adesivi, dvd) e i creativi che offrono inviti a cena con l’autore, oppure visite guidate alla mostra. L’unico limite, secondo me, è la ‘tirchiaggine’. Questo non va bene. Le ricompense “stitiche” saltano all’occhio, non invogliano per niente. Ecco, una volta che lo sforzo è fatto e la campagna è online – gratis – inizia il vero crowdfunding.
Lesson n° 3. Non l’ho ancora scritta, ma è in arrivo…
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