Lezione di Crowdfunding n° 1. Distinguere il tipo di contratto.

Entro Emanuela Negro Ferrero

No, non è quel crowdfunding lì. Quello della Consob. Il nostro si dicereward based. Reward che?

Ecco, questa è la tipica conversazione un po’ stralunata che ultimamente mi capita di intavolare con chi mi chiede come funziona “Innamorati della Cultura. Allora, faccio un passo indietro e penso che sia  utile offrire una spiegazione. Quindi, che cos’è il crowdfunding? Questa parola, piuttosto impronunciabile, è di origine inglese. Crowd significa folla e funding significa finanziamento.  Il significato letterale è proprio quello di “finanziamento dalla folla”. Si pronuncia “craufandin” e in italiano possiamo tradurlo con il buon vecchio termine di “colletta”. In pratica, è un meccanismo di mutuo soccorso che, grazie ad Internet, può essere allargato sino a raggiungere decine di migliaia di potenziali sostenitori.

Il principio è quello della condivisione. Ho un sogno nel cassetto, ma non so come fare a realizzare il mio progetto. Le banche non mi aiutano. La mamma non ce la fa con la pensione. Insomma, o rinuncio ai miei sogni, oppure chiedo agli altri di darmi una mano.

Tutto quindi parte da qui, dal concetto di condivisione, dalle idee, ma anche del sostegno. Perché è facile da capire che, una volta esauriti i miei amici, per far finanziare le mie idee, devo trovare altre persone, tante persone.

Nei paesi anglosassoni, dove il concetto di condivisione  non fa rima con diffidenza come qui in Italia, il crowdfunding si è specializzato nei settori più disparati.  C’è chi ha bisogno di ristrutturare casa propria e chi vuole partire per un viaggio. Il progetto, redatto e compilato dal suo ideatore, trova posto su un portale. Come in una vetrina si sottopone al giudizio di chi, sul sito, va a guardare. Perché lo fa? Perché le idee che vengono pubblicate sono tante, interessanti e , perché no, anche replicabili.  La donazione è il passo fondamentale perché il meccanismo del crowdfunding funzioni. Il secondo passo è il “reward”, cioè la ricompensa. La ricompensa è qualche cosa di piccolo, divertente, gradevole. È l’elemento di distinzione fra questo tipo di crowdfunding e quello là, quello della Consob, per intendersi, che è un pochino più complicato e non piace tanto alle banche.