Perchè alcune campagne hanno successo e altre no? Quali sono i fattori determinanti per realizzare una campagna efficace in termini di comunicazione e raccolta? Molti parlano di crowdfunding. Alcuni bene, alcuni male, altri, la maggior parte, senza sapere di che cosa si tratta. E’ una colletta. Realizzata con strumenti digitali. Una raccolta di fondi comunicata attraverso il passaparola fra la propria rete di contatti e quelli contattati attraverso i social media. E’ un modo semplice e diretto ideale per finanziare le proprie attività senza dover ricorrere ad una banca. Fra i diversi tipi di crowdfunding quello più diffuso e immediato è definito “reward” cioè in cambio di una donazione si riceve una ricompensa. Questo è il meccanismo. Ma gestire una raccolta con il crowdfunding significa mettere in atto una campagna di comunicazione e, come si può intuire, non tutti sono in grado di farlo e, soprattutto, pochi sanno che per avere successo , oltre alle competenze , è fondamentale preventivare tempo e costi. Quanti costi? Dipende. Indicativamente una media plausibile è di circa il 20% dell’importo che si vuole raggiungere. Se si pensa che a fine raccolta il crowdfunding lascia, oltre ai fondi donati, una campagna di comunicazione realizzata a basso costo, è corretto affermare che i vantaggi ottenuti sono più degli svantaggi. Certo, bisogna darsi da fare. Ma il risultato finale è gratificante. Sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it, un esempio di campagna cpndotta con successo è stata quella organizzata per il documentario “Gipo lo zingaro della barriera”.
Proposta dal regista, Alessandro Castelletto, e dalla figlia del noto chansonnier piemontese , Valentina, in 60 giorni sono stati raccolti i oltre 13.000 euro sulla piattaforma e altrettanti tramite bonifico bancario.
Quale ricetta per questo successo? Gli ingredienti indispensabili sono stati molti:
1 – Il tempo – Dall’idea di realizzare una campagna di crowdfunding alla messa online del progetto sono passati almeno 4 mesi. La programmazione è fondamentale per qualsiasi attività ma nel caso di “Gipo lo zingaro della barriera” il tempo impiegato per capire, studiare, ideare e pianificare ha condotto ad una strategia articolata e ben congegnata dove nulla è stato lasciato al caso
2 – il team – i progettisti, coadiuvati e sostenuti da amici, professionisti della comunicazione e fan. Una squadra di persone amiche e ben organizzate hanno costruito le attività di comunicazione, gestione e raccolta . Bellissimi i video. Cambiati molte volte nel corso della campagna per comunicare in ogni momento che cosa stava accadendo. Sempre sul pezzo con ringraziamenti e immagini del day by day.
3 – il piano ricompense – questo elemento , che spesso viene trascurato è invece il motivo principale che attira le donazione. Alcuni opinano che offrire e inviare una ricompensa ha un costo. E’ vero, ma il denaro che arriva con il crowdfunding è un regalo. Ricompense ricche e originali sono perciò il giusto scambio che una persona si aspetta per aver sostenuto il progetto.
4 – comunicazione – qui si parla di social media, di video virali e di eventi. Una serata è un buon momento per raccontare la propria idea e chiedere supporto economico per realizzarla. Le mail mirate, una newsletter garbata. Tutte cose che aiutano la raccolta.
5 – entusiasmo – ogni attività è stata portata avanti con energia e grande determinazione.
6 – il crowd – Scopo del crowdfunding è quello di raccogliere denaro e costruire attorno al progetto una “folla” di sostenitori affezionati e pronti a seguire il progettista anche nelle sue future avventure. Chi dona oggi lo farà anche domani.
7 – la piattaforma – La scelta di una piattaforma specializzata non è banale perchè il crowd, le persone che si raccolgono attorno, sono già sensibilizzate e attente. Negli Stati Uniti è normale scegliere la piattaforma ricorrendo a speciali applicazioni che, sulla base delle statistiche di successo o meno dei progetti, consigliano dove pubblicare la propria campagna.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it