Che cos’è il museo in Italia oggi? Perché il museo richiama tanta attenzione? Intendo mediatica e politica. Per dirigere i musei si indicono concorsi con il preciso obiettivo di costruire una figura manageriale in ambito culturale che, al momento, non esiste ancora. Per il semplice fatto che il museo si è trasformato da semplice luogo espositivo e di conservazione a centro multiculturale e multimediale che coinvolge fasce di pubblico differenti e non sempre interessate ai fenomeni culturali
Il museo, quello nato 200 anni fa non esiste più.
Tutto sta cambiando velocemente, la comunicazione è cambiata e il modo di comunicare così come gli strumenti con cui si comunica anche. Il museo mai come oggi è vicino al pubblico e può interagire in maniera costruttiva ed educativa con le persone attraverso strumenti e modalità del tutto nuove. Dove si arriverà questo non si può prevedere. Ma è certo che se il museo pone una distanza fra arte e pubblico, la digitalizzazione può ridurre questa distanza e aiutare a costruire nuove dinamiche di coinvolgimento con le persone. Certo, devono essere iniziative che hanno un senso e una strategia . Proporre iniziative tanto per fare non serve. Ha senso invece, per esempio, costruire un’offerta didattica variata e che possano andare nella direzione della partecipazione.
I musei che visito, anche quelli più prestigiosi, sono spesso pieni di oggetti magnifici ma carenti delle più elementari strategie di comunicazione Come le didascalie. Possibilmente tradotte almeno in inglese. I video. Le installazioni multimediali . L’edutainment.
Credo che questo dipenda da diversi fattori. Non ultimo la scelta di direttori poveri di competenze legate alla comunicazione e, soprattutto, alla comunicazione digitale. Ci sono musei che hanno già intrapreso la strada che porta al futuro come, ad esempio, il Maxxi, il nuovo Centro Pecci, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Milano. Centri d’arte e cultura che innovano e lavorano alacremente per crere nuovi scenari di connessione fra ciò che è l’offerta culturale e il pubblico.
Come si coinvolge il pubblico?
I modi sono numerosissimi. Il crowdfunding è uno di questi. Veramente? Ma non si tratta di una colletta? No. C’è molto di più. Fare una campagna di crowdfunding non si limita solo ad effettuare una raccolta di soldi. I meccanismi che vengono stimolati quando un museo decide di realizzare una campagna di crowdfunding sono tantissimi e hanno tutti a che fare con la partecipazione cioè con il coinvolgimento attivo del pubblico. Perché allora i musei italiani, spesso e volentieri in carenza di fondi, non attivano campagne di raccolta fondi sulla nostra piattaforma? Il motivo è semplice. L’informazione che circola è errata. Il personale a volte è inadeguato, a volte non ha voglia di impegnarsi.
Una campagna di crowdfunding è, prima di tutto, la costruzione di una rete di sostenitori , fidelizzati ed entusiasti.
Un nuovo pubblico, insomma. Come si costruisce questa rete? Imparando a farlo. L’ideale è frequentare un corso per capire che cosa si deve e, soprattutto, come lo si deve fare.
I casi di insuccesso sono numerosi, anche se a volte non se ne ha la percezione visto che le campagne che non raggiungono l’obiettivo non sono oggetto di attenzione mediatica e vengono presto dimenticate, mentre i casi di successo sono quelli più visibili.
Cito alcuni casi di clamoroso flop. Per una mostra su Andy Warhol), il North Carolina Museum of History (2.706 anziché 25.000, per una mostra sui film girati nello Stato), il Philip J. Currie Dinosaur Museum (del milione di euro necessario a completare un progetto di costruzione del museo ne sono arrivati 34.000, nonostante testimonial celebri come Dan Akroyd e Patricia Cornwell).
Perché è successo questo? I fattori sono tanti. Il primo è la mancanza di informazione/formazione. il crowdfunding è questione soprattutto di relazioni, poggia su una community di utenti forti e affezionati, coltivata mediante iniziative e modalità di comunicazione che precedono e prescindono dalla campagna di crowdfunding. Inoltre, è necessario entrare in relazione con altre communities (potenzialmente) interessate all’oggetto del progetto per il quale si sta lanciando una campagna di crowdfunding e indurle ad innamorarsi.
Per tutto questo che ho detto , il 2 dicembre abbiamo inviato a Torino Maurizio Imparato. Probabilmente oggi è lui il crowdfunding manager italiano più esperto ed efficace. Le campagne di crowdfunding seguite da Maurizio Imparato raccolgono, hanno successo, durano nel tempo. Mi riferisco, per esempio, a “Parma Calcio” , Archivo fotografico Carbone. Alle campagne per il Comune di Milano che sono arrivate ormai alla terza call.
Che cosa farà a Torino Maurizio Imparato? Cosa sarà possibile imparare? la proposta che ci ha fatto è interessante. Si tratta di un Laboratorio della durata di 8 ore. Dalle 9.00 alle 18.00. Prevede un investimento di 95 euro con accredito sul portale di Eventbrite al seguente link https://www.eventbrite.it/facebook-publish?eid=29329920582. Il luogo prescelto è Toolbox.
Perchè iscriversi? Si tratta di un’occasione unica. Non esagero. Il laboratorio “Crowdfunding per la cultura? Yes you can” . non bisogna farselo scappare . Vi attendiamo numerosi, interessati e coraggiosi. Pronti a costruire un nuovo pubblico da aggiungere all’offerta formativa, alla possibilità di ottenere fondi, costruire comunità e imparare cose nuove.
Emanuela Negro-Ferrero – ceo www.innamoratidellacultura.it