E’ diventato un appuntamento fisso. Il Salone Gamma Donna, partito come un convegno per promuovere l’imprenditoria femminile, nell’arco di pochi anni si è trasformato in un evento di grande rilevanza. Eravamo già stati invitati a presentare “Innamorati della Cultura” a Padova durante una delle numerose tappe italiane delal manifestazione.
Questa volta invece, il crowdfunding è diventato argomento del workshop pomeridiano dedicato agli “strumenti di finanza alternativa”. Innamorati della Cultura c’era.
Unica Startup al femminile in mezzo a mostri sacri dell’innovazione finanziaria. Prima di Emanuela Negro-Ferrero Ceo della piattaforma , Gianluca Dettori, Ad di Dpixel, ha presentato la sua creatura, il “Sardex”. Che cos’è Sardex? Questo è quello che viene riportato sul sito: Il Circuito Sardex è un mercato complementare che non conosce crisi: Che tu abbia prodotti o servizi non importa. Ciò che importa è che tu abbia voglia di accrescere il tuo giro d’affari e di presentarti fin da subito come fornitore privilegiato verso centinaia di nuovi potenziali clienti. Migliaia di euro di vendite aggiuntive ti aspettano su Sardex.net, ma ad una condizione: rispendere nel Circuito quanto dal Circuito si è ricevuto. Non ho compreso bene i meccanismi ma certamente abbiamo capito che, in un momento di grave mancaza di liquidità, un circuito come Sardex fa la differenza. Diverso è stato l’approggio all’argomento crowdfunding.
Ne ha parlato a lungo Angelo Rindone, il primo visionario italiano, fondatore della piattaforma “Produzioni dal Basso” che, inaspettatamente, ha ripetuto più volte il concetto di co-creazione. Cioè della possibilità di realizzare le proprie idee grazie al sostegno economico di molti. L’Ad di Starteed ha proposto i suoi prodotti. Piattaforme per il corwdfunding di piccole, medie, grandi dimensioni dedicate ai più svariati di clientela. Sembrava molto sicuro di sé. Le sue vendite aumentano di mese in mese. Consideriamo che, si, è bello vendere il più alto numero possibile di piattaforme per il crowdfunding. Peccato poi che il cliente finale non le sappia utilizzare. Purtroppo la situazione italiana non è affatto rosea.Ogni giorno affrontiamo le criticità e gli ostacoli di fare crowdfunding in un paese ostinatamente refrattario a qualsiasi tipo di cambiamento. Problemi a utilizzare internet, divario di genere, analfabetismo digitale. Non basta avere una piattaforma. Bisogna saperla usare. Il rischio, è di ammazzare un mercato prima ancora di averlo messo al mondo.
Redazione – www.innamoratidellacultura.it