Ci stiamo lavorando da mesi, alacremente. Siamo alle ultime battute perché da oggi siamo online. Non mi sembra vero. In questi mesi di riunioni, discussioni appassionanti e appuntamenti serrati, abbiamo dato forma al progetto e sostanza al team. La squadra deve essere unita per vincere. Ci si deve allenare giorno dopo giorno. Soffrire e sudare insieme. Abbiamo sudato e “Innamorati della Cultura” è finalmente online.
Di che cosa di tratta? Di un sito, a cui abbiamo fornito una piattaforma di crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento). In pratica, si tratta di un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Niente di nuovo sotto il sole. Quello che è nuovo è il contenuto. “Innamorati della Cultura” si occupa di progetti culturali, quelli che il nostro Governo ha deciso che non vanno più finanziati. Il che, nel paese che ha il più vasto patrimonio culturale al mondo, suona come una straordinaria fesseria.
I nostri cugini francesi, che nel settore culturale del fundraising dimostrano un maggiore acume, hanno già sperimentato questo sistema al Louvre con la campagna Tous Mecenes (tutti mecenati). Il progetto prevedeva di raccogliere 1 milione di euro attraverso le donazioni delle web community per acquistare il capolavoro rinascimentale Le tre grazie di Cranach da un collezionista privato. Anche da noi a Torino, Palazzo Madama ha raccolto il denaro mancante all’acquisto di un servizio di piatti.
In questa fase di lancio, oltre ad essere stati incubati dal Politecnico, stiamo raccogliendo le adesioni di chi vorrà partecipare presentando un progetto. Principalmente Enti e Associazioni.
Ironicamente, per sostenere il nostro progetto stiamo cercando fondi, principalmente aziende; in cambio un forte ritorno d’immagine. Investire in cultura è certamente cool ma, soprattutto, dà lavoro alle persone. Questo è uno dei criteri base che abbiamo stabilito debba essere definito per presentare i progetti e vederli pubblicati. Quante persone lavoreranno? Che tipo di ricaduta ci sarà sul territorio? Quale indice di felicità verrà generato?
Mi sono dimenticata di dire che per far partire il progetto la squadra ha formato un’Associazione: “CulturaPiemonte”. In onore della nostra bellissima regione.