Chi mi chiede qualche notizia tecnica sul crowdfunding e vuole ricevere il finanziamento dalle persone che navigano in rete, deve sempre, e sottolineo sempre, curare la sua personale campagna sui social network. Con un occhio al contenuto e uno alla piattaforma. In che senso? Mi spiego. Quando parlo di social network, mi riferisco alle piattaforme più note e utilizzate: Twitter, Facebook, Instagram e YouTube, a cui aggiungerei, per i più intraprendenti, LinkedIn e Google+.
Dando un’occhiata alle statistiche, soprattutto se riferite ai primi tre che ho citato, i dati che emergono sono confortanti:
– 189 milioni di utenti Facebook si connettono attraverso “mobile”, smartphone o tablet.
– YouTube ha un’utenza di persone che vanno dai 18 ai 34 anni e sono certamente in maggioranza rispetto agli utenti televisivi tradizionali.
– La fascia di età che va dai 55 ai 64 anni sta crescendo su Twitter e compone il 46% degli utenti di Facebook e il 56% di quelli di Google+.
– Ogni secondo al mondo ci sono due persone che si iscrivono a LinkedIn.
Suggerisco quindi di promuovere la propria campagna su Twitter e Facebook in maniera creativa e coinvolgente, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Non è necessario buttarsi sulla quantità, quanto piuttosto puntare sulla qualità dei propri contatti. Bene appoggiarsi ai famosi “amplifiers”, quelle persone che hanno molto seguito e possono veramente fare la differenza. In questi giorni, tanto per fare un esempio concreto, Riccardo Luna cinguettava a supporto di una Startup romana intenta a raccogliere fondi. Ebbene, grazie anche all’eco creata da Luna, la Startup ha raggiunto velocemente il budget. Un altro strumento efficace è quello di creare una “community page” su twitition, uno strumento molto usato da aziende e no profit per lanciare petizioni e campagne. Ancora poco conosciuto in Italia, ma molto efficace.
Altro consiglio è certamente quello di scrivere in maniera chiara e concisa: post brevi e semplici vengono letti con piacere. Post lunghi e descrittivi vanno bene per le newsletter e le mail.
Ma il punto nodale è questo: è possibile convertire un fan entusiasta in un donatore? Certamente sì. Il crowdfunding reward based mette a disposizione uno strumento efficace, la ricompensa. È proprio generando il giusto livello di engagement che le persone decidono di partecipare, altrimenti rimangono semplici fan.
Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it