Una campagna di crowdfunding per salvare il Museo di Villa Verdi dalla chiusura.
Ci mancava solo il lockdown. A tre chilometri da Busseto, a Sant’Agata, una frazione di Villanova sull’Arda appena oltre il torrente Torgina , Il Museo di “Villa Verdi”, storica dimora fatta costruire dal famoso compositore italiano Giuseppe Verdi per i suoi genitori e in cui però decise di trascorrere gli anni della sua maturità insieme alla compagna Giuseppina Strepponi, rischia oggi la chiusura. Definitiva. Come sta accadendo per la stragrande maggioranza dei luoghi italiani di eccellenza culturale, la mancata possibilità da parte della proprietà di aprire le proprie porte ai turisti (che generalmente a partire dalla primavera arrivano a migliaia da ogni parte del mondo per visitare gli interni della Villa e il romantico parco ottocentesco) sommata all’impossibilità di organizzare eventi a causa delle norme per il distanziamento sociale, ha ridotto drasticamente gli introiti lasciando però immutati i costi fissi fra i quali anche gli stipendi delle cinque persone che da anni prestano opera per la Villa .
Il Museo di Villa Verdi è una dimora storica privata e come tale non ha mai potuto beneficiare di alcun supporto economico da parte del pubblico. I fondi per mantenerla aperta e conservarne la bellezza degli esterni e degli interni finora sono stati messi a disposizione dall’attuale proprietario, Angiolo Carrara Verdi. Il 2020 era programmato come l’anno dedicato al restauro. Alcune parti della villa necessitano interventi urgenti di manutenzione e ripristino ma, quattro mesi di chiusura forzata hanno generato un disastro. Per evitare che la Villa debba affrontare un nuovo lockdown , questa volta ben più drammatico e definitivo, Angiolo e sua moglie Manuea, hanno pensato che organizzare una raccolta fondi su una piattaforma specializzata poteva essere una buona soluzione.
La piattaforma selezionata è www.innamoratidellacultura.it , italiana e ben conosciuta da chi lavora in ambito culturale. Nel 2019 è stata nominata piattaforma ufficiale di Matera Capitale della Cultura e nel corso degli anni ha ospitato diverse campagne per importanti realtà culturali nazionali. Perché quindi questa piattaforma e non un’altra, magari americana? La prima risposta è di tipo etico. Scegliere una piattaforma italiana significa dare lavoro a un’impresa nazionale. La seconda risposta è di tipo pratico. Il team di lavoro di www.innamoratidellacultura.it offre assistenza professionale in italiano per la realizzazione dei contenuti e mette a disposizione dei progettisti la possibilità di pubblicare le proprie idee sottoponendole ad una grande comunità di persone, profilate e realmente interessate all’arte e alla cultura italiane.
Qualche notizia storica su Villa Verdi
Il terreno che arrivava fino all’argine del fiume Po su cui oggi sorge Villa Verdi venne acquistata dal celebre compositore italiano nel 1848 per i genitori, Carlo Verdi e Luigia Uttini ma, dopo la morte di sua madre, il padre tornò a vivere a Busseto e solo a partire dal 1851 Verdi dimorò nella Villa . Fu proprio Verdi a eseguire di proprio pugno gli schizzi del progetto di ampliamento e a dare indicazioni dettagliate per la scelta dei materiali da utilizzare fino a farla diventare come egli volle e come oggi noi la vediamo, una magnifica ed elegante dimora ottocentesca immersa in un parco ricco di alberi e piante secolari ed esotiche con un laghetto, grotte, un ponte rosso e una ghiacciaia.
In origine la Villa era una casa padronale di campagna a cui Verdi fece aggiungere due ali completando il tutto con una imponente terrazza sulla facciata, le serre, una cappella e la rimessa per le carrozze sul retro. Verdi e Giuseppina Strepponi dedicarono molto tempo alla cura del parco e il musicista curò personalmente la gestione dei terreni agricoli, tanto che al censimento, si dichiarò agricoltore.
Presso la villa, il maestro Verdi, ospitò numerosi amici e, dopo la morte di Giuseppina Strepponi, nel 1897, il Maestro continuò ad abitare a Sant’Agata anche se amava trascorrere il periodo invernale presso il Grand Hotel et de Milan, luogo in cui morì nel 1901.
Una parte della casa è ancora abitata dalla famiglia degli eredi del Maestro mentre un’altra porzione dell’edificio è stata adibita a museo. Le stanze normalmente aperte al pubblico sono cinque: la camera di Giuseppina Strepponi, lo spogliatoio dove oggi si trova anche il piano utilizzato da Verdi durante la composizione di Rigoletto (1851), la camera da letto del Maestro. Questo per chi ama il Maestro è un luogo speciale perché è qui che Verdi lavorava e dormiva: la distanza fra letto e scrittoio è davvero ridotta al minimo per poter permettere di fermare l’ispirazione notturna. L’accesso della stanza è diretto dal giardino in cui Verdi era solito passeggiare, anche in solitudine. In questa camera, in una teca, sono conservati i famosi guanti bianchi con cui Verdi ha diretto la Messa di Requiem del 22 maggio 1874 per commemorare Alessandro Manzoni. Subito dopo la camera da letto, si visita lo studiolo in cui sono conservati spartiti, lettere, biglietti oltre al cilindro nero e alla sciarpa bianca con cui Verdi è spesso rappresentato nelle sue immagini più note. L’ultima stanza visitabile è la camera del Grand Hotel et de Milan, l’albergo ancora oggi situato nei pressi del Teatro alla Scala, dove Giuseppe Verdi morì il 27 gennaio del 1901. I mobili originali sono stati trasportati a Villa Verdi e qui esposti. Una visita dedicata a pochi perché davvero esclusiva è quella del “salotto rosso”, del “salottino rosa”, della stanza del biliardo a cui si aggiungono la biblioteca e la sala da pranzo. Sono tutte stanze private che non fanno parte del circuito normalmente proposto da Villa Verdi , e per il visitatore rappresentano certamente una meravigliosa e imperdibile occasione.
Salviamo Villa Verdi. Il significato è chiaro. Senza l’aiuto della folla Villa Verdi chiude. Per sempre. I cinque dipendenti resteranno a casa e le condizioni interne della dimora non potranno che deteriorarsi ancora di più. Villa Verdi è un unicum, un bene che, anche se privato, appartiene alla memoria culturale di tutti noi italiani e che non può assolutamente andare perduto. Il rischio purtroppo c’è ma si può evitare.
Quali sono gli interventi più urgenti? Senza dubbio pagare gli stipendi allo staff. Subito dopo procedere con determinazione mirata al restauro della Villa. Andando per ordine. Un passo alla volta. Calcolando bene lo sforzo e scegliendo con cura gli interventi più urgenti:
SALOTTO ROSSO – In questo salotto il Maestro riceveva pochi e selezionati ospiti come i librettisti Francesco Maria Piave o Arrigo Boito, pittori del calibro dei fratelli Palizzi o Boldini, l’editore Ricordi o gli aristocratici Andrea e sua moglie Claretta Maffei. Qui si discuteva di tante cose oltre alla musica; stiamo parlando del periodo risorgimentale in cui per strada si gridava “VIVA V.E.R.D.I”, l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele re d’Italia. Il restauro in questo caso riguarda il soffitto rovinato dalle infiltrazioni di acqua causate da un terrazzo sovrastante. Il Prezzo stimato per il restauro del Salotto Rosso è di circa 50.000,00 euro.
TETTO – Importanti lavori di restauro anche per il tetto delle carrozze che rischia il crollo. Il restauro del tetto impegna fino a 6.000,00 euro.
STRUTTURA – Tinteggio di una parte esterna della dimora € 25.000,00
RESTAURO PIANOFORTE ERARD: euro 14.000
SITO WEB – un nuovo sito arricchito di visite virtuali per consentire le visite della Villa a distanza e mantenere viva la memoria del maestro euro 5000,00
Quante sono le persone al mondo innamorate di Giuseppe Verdi? Tantissime, decine di migliaia. Sparse in ogni nazione del mondo. Appassionati della grande musica del Maestro. Saranno pronti a donare? Forse, speriamo. Qual è l’opera lirica più rappresentata al mondo? La Traviata di Giuseppe Verdi. Opera grandiosa. Magnifica.
Mai come in questo momento difficile che l’Italia sta attraversando sostenere –e mantenere – l’apertura e i restauri della storica abitazione di Giuseppe Verdi assume un significato di grandissima importanza simbolica. Manuela e suo marito Angiolo contano su una ricchissima mailing list di appassionati del Museo Villa Verdi ma, anche su una vasta comunità di artisti, cantanti, direttori d’orchestra, critici d’arte e musicali. Tutte queste persone verranno contattate una ad una e sollecitate a partecipare e, per farle sentire parte di questa iniziativa “famigliare” le ricompense saranno tutte offerte direttamente dalla proprietà e e “consumate” fra le mura della Villa e del Parco.
Il link della campagna è il seguente
hhttps://www.innamoratidellacultura.it/projects/salviamo-il-museo-di-villa-verdi
E’ sufficiente cliccare e, quando si arriva sulla pagina della campagna pubblicata su www.innamoratidellacultura.it si può scegliere la cifra con cui si desidera partecipare. Viene rilasciata una ricevuta? Si, il portale invia una ricevuta al momento della donazione. Si può usare la carta di credito? Si, la transazione è sicura e i fondi donati vengono inviati direttamente al conto corrente di Villa Verdi. Si può donare più di una volta? Certamente. Usando il proprio nome oppure uno pseudonimo.
In questo momento, quando le urgenze che ci chiamano a intervenire sono tante, troppe ha senso aiutare la cultura italiana? Si, certamente. In Italia la cultura in Italia produce il 5,7% del Pil ed è proprio la cultura con la sua bellezza, gli eventi e i luoghi speciali che incentiva i turisti a visitare il nostro bellissimo paese. L’Italia, da nord a sud, isole comprese, è un vero e proprio museo a cielo aperto. L’unico grande spettacolo che vale davvero la pena di applaudire.
Partecipa alla campagna di crowdfunding culturale per salvare il Museo di Villa Verdi hhttps://www.innamoratidellacultura.it/projects/salviamo-il-museo-di-villa-verdi e innamorati anche tu della cultura italiana!
Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it