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La piattaforma di crowdfunding dedicata alla cultura italiana

Serata charity e crowdfunding. Con Vittorio Sgarbi a Casale Monferrato.

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

“Il Mistero di Anne di Alençon”.  Abbiamo impiegato mesi di discussioni e riunioni e incontri e risate e progetti con Marina Buzzi Pogliano, Presidente della Fondazione Santa Caterina Onlus prima di  trovare il bandolo della campagna di crowdfunding per la Chiesa di Santa Caterina a Casale. Alla fine ci siamo riusciti. Si tratta di una  raccolta fondi dedicata alla ricerca archivistica e, in maniera più pragmatica, al sollevamento del pavimento sotto all’altare per verificare di chi siano   i corpi  seppelliti lì sotto.  Mesi di programmazione. Questo è corretto. Il crowdfunding è una tecnica di marketing 3.0 . In pratica questo per il Creatore del progetto significa programmazione, progettazione e tutta una serie di azioni mirate alla raccolta dei fondi.

La campagna è iniziata ormai da un mese e mezzo e , fra le varie iniziative da proporre , abbiamo creato  un  contatto fra la Fondazione e Vittorio Sgarbi , La Presidente Buzzi ha   organizzato in maniera impeccabile una serata charity completa di due conferenze, un concerto in chiesa e cena con relazione del Prof Sgarbi.   Tutto perfetto. Conferenza stampa in Comune (presente Emanuela Negro-Ferrero per  Innamorati della Cultura), concerto per clavicembalo ed arpa nella chiesa di Santa Caterina e agnolotti del plin come piatto forte della serata.  Bravissimi tutti. Buonissimi i plin. Eccezionale la relazione del prof. Sgarbi.

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

Cosa dire dei  donatori?  Pochi e nemmeno troppo generosi.  Motivo? Scarsa conoscenza del mezzo. Poca voglia di mettersi in gioco. Lo sappiamo tutti che  c’è   ancora molto da fare in Italia su questo versante.  Nel post precedente abbiamo fatto riferimento al comandamento “non rubare”. In questo introduciamo  “ama il prossimo tuo come te stesso”. Perché non sfugge a nessuno che, quando la stupenda chiesa barocca di Santa Caterina verrà restaurata , essendo ubicata  in pieno centro, i turisti che transitano per  Casale potrebbero avere voglia di visitarla. Magari, di mangiare al ristorante. Di bere un caffè al bar e di acquistare una decina di scatole di krumiri.  Generando un circolo virtuoso di acquisti e movimento. Questo  sarebbe – e sarà – possibile grazie alla condivisione.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Non rubare. Benigni fa sorridere ma la verità, amara, è attuale e duole.

Ieri sera, come milioni di italiani, ho ascoltato il meraviglioso ed arguto monologo di Roberto Benigni sui dieci comandamenti. Come tutti, ho riso quando il comico toscano ha detto ironicamente che Dio, “non rubare” l’ha scritto in italiano.

Ieri sera, come milioni di italiani, anche noi abbiamo  ascoltato il meraviglioso ed arguto monologo di Roberto Benigni sui “Dieci comandamenti”. Come tutti, abbiamo riso a crepapelle quando il comico toscano ha detto ironicamente che Dio, “non rubare” l’ha scritto in italiano. Ha ragione Benigni. Tutti, stando a quanto si legge sui giornali,  in Italia rubano. C’è chi ruba la benzina taroccando la pompa. Chi ruba allo Stato evitando di emettere lo scontrino. Chi ruba sul lavoro, facendosi  assumere con una raccomandazione e svolge senza possedere competenza né conoscenza una delle migliaia di mansioni –inutili-  di qualche ufficio pubblico. Ci sono i gestori telefonici che rubano scatti e secondi, i politici che rubano importi da capogiro e non vengono mai puniti. Accade solo in Italia? Pare. Vicino al Natale si dovrebbe essere più buoni. Il crowdfunding è un modo per dimostrare la propria capacità di amare. Di donare per il gusto di vedere fatte le cose. Nel caso di progetti culturali, si dona per il piacere di regalare bellezza e armonia.
Buon Natale, fate una donazione su www.innamoratidellacultura.it

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Una serata dedicata alla RESPONSaBILITY. A seguire, spettacolo.

 L’idea di Andrea Roccioletti, un dibattito aperto sul tema della resposnabilità ha preso vita grazie alla perfetta organizzazione e creatività di Cristina Pistoletto ieri sera alle Officine Kaos, storica sede di Stalker Teatro


L’idea di Andrea Roccioletti, un dibattito aperto sul tema della resposnabilità ha preso vita grazie alla perfetta organizzazione e creatività di Cristina Pistoletto ieri sera alle Officine Kaos, storica sede di Stalker Teatro

L’idea di Andrea Roccioletti, un dibattito aperto sul tema della responsbilità  ha preso vita grazie alla perfetta organizzazione e creatività di Cristina Pistoletto ieri sera alle Officine Kaos, storica sede di Stalker Teatro. Otto relatori: Michelangelo Pistoletto, Antonella Parigi, Cesare Verona, Luca Bonfante, Paolo Turati, Emanuela Negro -Ferrero per Innamoratidellacultura e Marco Regoli. Ognuno ha portato testimonianza del suo specifico settore. Economico per Turati, impresa per Verona, artistico per il Maestro Pistoletto, politico per Parigi, scientifico per Bonfanti. A  noi e  a Marco Regoli è toccata la parte relativa alla sharing economy.

Perché parlare di sharing economy in un  convegno dedicato alla responsabilità? Subito un po’ di dati. Oggi infatti, si è tenuto a Roma, a Montecitorio,  il  primo convegno dedicato interamente alla sharing economy. Ormai sono 138 le piattaforme collaborative che operano in Italia, divise in 11 diversi ambiti tra i quali i più interessanti sono il crowdfunding (con il 30% delle piattaforme), i beni di consumo (20%) i trasporti (12%), il turismo (10%), il mondo del lavoro (9%). E’ quanto emerge da una ricerca curata da Collaboriamo.org in partnership con PHD Media.Ma perché  questa grande diffusione della sharing economy?

La sharing economy fornisce delle risposte a delle precise necessità determinando nuovi modelli.

La sharing economy fornisce delle risposte a delle precise necessità determinando nuovi modelli.

E come avviene il meccanismo della sharing economy? Dal basso. La spinta parte dal basso e, nel caso di grandi multinazionali ex startup che stanno crescendo a dismisura, la spinta parte dal basso e si allarga in orizzonatale . In Italia, una recente ricerca di Collaboriamo.org determina un 10% di utenti attivi.  Pochi per formare una massa critica ma i dati dimostrano di essere in costante crescita. E’proprio questa disposizione alla condivisione e allo scambio che ho portato alla realizzazione del  convegno. La sharing economy fornisce delle risposte a delle precise necessità determinando nuovi modelli. Marco Regoli, rappresentante del “food sharing “ ha illustrato molto bene come, attraverso la condivisione del cibo – avanzato, gettato via, inutilizzato – sia possibile vivere ad impatto zero e senza sprechi. Si pensi al turismo. Oggi grazie ai servizi di sharing economy è possibile visitare un luogo dormendo e mangiando a casa di cittadini del posto e da loro poi essere guidati in tour alternativi per la città. Questo permette al visitatore di accedere ad un’offerta pressoché smisurata, all’interno della quale è possibile scegliere il proprio percorso costruito su misura.Lo stesso modello del food sharing, del crowdfunding, del co- working, del car- sharing può, inoltre, essere adottato anche dalle aziende. Il coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi aziendali (per esempio, nella definizione di prodotti e servizi, nella logistica, nell’efficientamento dei servizi stessi), permette di monitorarne i bisogni, ridurre i costi e i rischi, creare nuovi servizi e disporre di un numero infinito di collaboratori.Il convegno è stato ricchissimo di contenuti e nutriente per lo  spirito. Venti spettatori hanno deciso, terminata la conferenza,  di proseguire il percorso frequentando un laboratorio della durata di una settimana. Alla fine della quale metteranno in scena uno spettacolo. Perchè l’arte è vera. Il Terzo Paradiso lo costruiamo noi, ogni giorno, ogni stante. cone le nostre idee, emozioni e pensieri. Con piena responsabilità di esseri umani.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

UBER. Il trionfo della sharing economy: funziona!

Scegliere l'auto per passsaggi in città pagando con il proprio smartphone: è Uber!

Scegliere l’auto per passsaggi in città pagando con il proprio smartphone: è Uber!

Prima ancora che fosse possibile utilizzare Uber  avevo già scaricato l’app e attendevamo  con pazienza che le rivolte dei taxisti si placassero. E finalmente Uber è diventato disponibile. Non senza danni perché a Genova, il primo autista Uber è stato prontamente punito con il sequestro del veicolo. Perché se da un lato tutti invochiamo il cambiamento, da un altro versante quando il cambiamento ci tocca in prima persona allora non siamo più d’accordo. Mi riferisco ai taxisti che  hanno pagato la loro licenza prezzi assurdi e oggi si trovano improvvisamente a dover lottare con una concorrenza difficile da surclassare. Innanzi tutto perché Uber costa meno. Poi è friendly.  Vedi in faccia il tuo autista. Paghi con la carta di credito. Subito. Velocemente. Senza perdere tempo o avere problemi con il resto.

Ma che cos’è Uber? Uber nasce a San Francisco e  offre un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione software mobile che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Uber oggi è presente in decine di città del mondo.Anche a Milano e, anche a Torino! Dalla app è possibile prenotare l’auto ma  anche inviando un messaggio. Il costo di Uber è più basso rispetto a quello dei taxi tradizionali e  viene  calcolato in base alla distanza percorsa (se la velocità è maggiore a 17 km/h), o in base al tempo trascorso (se la velocità è minore della soglia appena citata). La cosa che  piace è il pagamento diretto all’azienda e non al taxista. Niente resti da dare che non ci sono mai gli spiccioli, niente ricevute a mano, massima puntualità. Leggevamo  ieri su La Stampa che i taxisti dicono che le auto sono usate e vecchie. E allora? E’ bella l’idea di entrare nella macchina di un altro. Ci piace pensare che la sharing economy di cui tutti parliamo sia finalmente arrivata. A Helsinky entro il 2020 non ci saranno più auto. Hanno risolto il problema alla radice. Auto condivise, poche, bici molte e minibus a chiamata libera e percorso regolato da un sistema informatizzato. Tu scrivi sul sito dove vuoi andare  e quando  ci vuoi andare e il sistema ti indica dove il bus ti passa a prendere e ti porta. In Italia ce la faremo ad abbattere il mito dell’auto personale in favore di una maggiore qualità dell’aria, silenzio e risparmio? Dai.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Shit and Die. Artissima 2014 ospita un Maurizio Cattelan cucito su misura per Torino.

Shit or die, la mostra di Maurizio Cattelan ad Artissima 2014

Shit or die, la mostra di Maurizio Cattelan ad Artissima 2014

Maurizio Cattelan ha scelto un titolo irriverente e provocatorio tratto da uno dei famosi slogan al neon di Bruce Nauman, per l’edizione 2014 di One Torino.

La sede scelta dall’artista milanese è lo storico Palazzo Cavour, un  magnifico  edificio  nel centro cittadino con ampi saloni affrescati e un grande scalone monumentale. L’artista ha ideato insieme a due giovani curatrici, Myriam Ben Salah e Marta Papini, un percorso diviso in sette sezioni differenti, ognuna dedicata  a un aspetto peculiare della città .

Shit or die mostra di Maurizio Cattelan ad Artissima 2014

Shit or die mostra di Maurizio Cattelan ad Artissima 2014

La mostra è composta da un insieme eterogeneo di oggetti d’arte, pezzi di design e opere prese un po’ da collezioni private e in parte dalle istituzioni cittadine e altre opere create appositamente per la mostra e che richiamano il tema esistenziale della vita e della morte. L’allestimento, molto complesso,  presenta lavori di artisti affermati accanto a quelli di giovani emergenti.

La mostra inaugura il 5 novembre e termina l’11 gennaio.

www.artissima.it

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding che passione: al Salone Gamma Donna un Lab dedicato alla moneta alternativa

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell'innovazione

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell’innovazione

Il passato 2 ottobre (2014 ) avevamo trascorso  una giornata dedicata all’imprenditoria femminile. E all’innovazione. Il tema di base era  l’Arte di RE-inventarsi e “Innamoratidellacultura” non poteva non essere invitata.  La sede scelta per l’evento, l’Aula Magna del Campus Einaudi, si è prestata ad ospitare una due giorni di panel, dibattiti, laboratori e incontri . Interessante l’elenco degli invitati anzi, delle StartUp invitate. madrina di eccezione Valentina Parenti, ideatrice e animatrice del Salone . La nostra attenzione è rimasta concentrata sul convegno del pomeriggio. Il tema? Crowdfunding. Il padrino? Il boss degli angel investor torinesi. Non ci a aspettavamo tanta attenzione da parte del pubblico. La sala era gremita. Studenti universitari, qualche professore e molti progettisti. E’ stato istruttivo potersi confrontare con Angelo Rindone di www.produzionidalbasso, con Claudio Bedino di www.starteed.it, con l’arcinoto Gianluca  Dettori e la sua piattaforma Sardex. La discussione è stata istruttiva, soprattutto con il collega Rindone. fare corwdfunding in Italia ci fa sentire pionieri di un nuovo modo di finanziare le idee. sapere che ci sono persone che lo fanno da anni con soddisfazione ci ha rassicurati. La strada che abbiamo imboccato è quella  giusta . Ci siamo sentiti piccoli ma con buone gambe per crescere e correre veloce.  Un fine serata inaspettato ci ha sorpresi con un laboratorio composto da immagini , suoni e parole raccolti la sera prima e raccolti a formare un racconto. Bellissimo lo storytellig creato con fumetti disegnati in tempo reale davanti ai nostri occhi come sintesi gioioasa di due giorni dedicati all’innovazione e alla speranza. Quella di  potersi svegliare in un paese migliore. Dove tutti fanno corwdfunding per tutti in un perfetto clima di libero scambio.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

 

Crowdfunding Lesson n°10. Tutti ne parlano nessuno sa cos’è.

Il crowdfunding è la cocreazione di un'dea grazie all'aiuto di altre persone.

Il crowdfunding è la cocreazione di un’dea grazie all’aiuto di altre persone.

Finalmente un libro in italiano. Edito da Egea, il manuale “Crowdfunding. La via collaborativa all’imprenditorialità” scritto da Paola Peretti, Ivana Pais e Chiara Spinelli  il fenomeno del crowdfunding viene esplorato sotto diversi punti di vista, dando una panoramica esaustiva e pragmatica non solo italiana ma anche estera. In Italia, come sempre, tutti ne parlano ma, visti i risultati delle raccolte, nessuno sa esattamente che cosìè e quali sono i meccanismi che lo fanno funzionare.

Il crowdfunding è una tecnica di marleting legata alle emozioni

Il crowdfunding è una tecnica di marleting legata alle emozioni

In Italia le piattaforme vanno moltiplicandosi. Addirittura esiste una piattaforma di crowdfundng che, poco astutamente, sta immettendo sul mercato piattaforme preconfezionante a basso costo con il rischio reale di creare un grip al mercato prima ancora che lo stesso decolli.  Il libro è un manuale. Chiaro, conciso, esaustivo. Le autrici analizzano tutti gli aspetti tecnici e pratici sia dal punto di vista degli investitori che da quello dei consumatori.L’idea comune è quella di una raccolta fondi dal basso. Vero ma non sufficiente. Fare crowdfunding è un modo pratico ed efficace  per testare un’idea, creare una community di persone che si interessano a un prodotto, a un servizio, a un progetto e, allo stesso tempo, generare brand awareness intorno ad esso, posizionandolo sul mercato e comprendendone potenzialità e dinamiche. Tutto questo ha più a che fare con il marketing che con il fundraising. Il crowdfunding è veramente il marketing di terza generazione. Il manuale  lo illustra chiaramente con esempi tratti da decine di case studies e campagne di successo e anche di insuccesso. Interessante la sezione dedicata a chi lancia e promuove una campagna di crowdfunding.  Il Creatore di progetto, posso confermare perché lo vedo tutti i giorni,  deve essere preparato, proprio come per una campagna di marketing. Prima ancora di partire deve avere prima una strategia, un piano da seguire, scegliere il team e definire i ruoli all’interno di esso, preparare i contenuti diversi per i media e realizzati in base ad un piano editoriale realizzato ad hoc in base all’analisi dell’audience.

la comunicazione virale emozionale è alla base di una campagna di successo

la comunicazione virale emozionale è alla base di una campagna di successo

Questa preparazione, o impreparazione, sarà un fattore critico e determinante per il successo della campagna di crowdfunding. L’ultima parte del libro è dedicata al parallelismo che intercorre fra una campagna di digital marketing efficace e una campagna di crowdfunding.  Perché nello stesso modo, il crowdfunding è una forma di comunicazione diretta che si basa sullo scambio e su tre elementi principali: fiducia, coerenza, emozione. In ultimo, il crowdfunding è un fenomeno che sta modificando fortemente alcuni parametri del mondo finanziario, ma anche diversi aspetti della comunicazione e del marketing. Tutto perfetto. Manuale perfetto. Analisi perfetta. A me rimane un solo dubbio. Le persone che lanciano le campagne di crowdfunding non sono esperte di marketing. Hanno bisogno di supporto e di formazione. Si scontrano con una mentalità spesso gretta, abulica e indifferente. La sfida vera è questa. A cui si aggiunge la criticità tutta italiana legata alle transazioni digitali. Questo a mio avviso non è un fattore di poco conto.

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Presentazione del programma di Stalker Teatro alle Officine Caos

Alla presentazione del programma di Stalker Teatro

Alla presentazione del programma di Stalker Teatro

Abbiamo unito  il piacere al lavoro andando a sentire la presentazione  del programma 2015 di Stalker Teatro alle Officine Caos.  Officine Caos  è un grande spazio teatrale polivalente dedicato alla produzione artistica con gli abitanti del territorio situato in una zona della città davvero fuori mano. Ci abbiamo messo più di mezz’ora in auto ad arrivare. Una strada lunghissima ma  ne è valsa la pena. Fuori,  un’ insegna un po’ scombinata non fa intendere se non si entra dentro che c’è un intero mondo nascosto. Sotto terra scopri  sale di lavoro per l’educazione, per la formazione e per la ricerca teatrale. Il  programma annuale prevede ospitalità, festival, rassegne di spettacoli di teatro e di tutte le forme artistiche performative, di giovani formazioni e di compagnie di interesse nazionale ed internazionale, nel campo dell’innovazione dei linguaggi artistici.  La sala centrale è gigantesca. Ieri era occupata da un grande trampolino. La guida ci  spiega che ci sono 350 posti a sedere su gradinate mobili. Spazio scenico variabile: frontale, a pianta centrale, a percorso, per un’ampiezza complessiva di 20m x 30m x 6m di altezza. Fornito di impianti di amplificazione e di illuminazione; due ring motorizzati di 9m x 8m, cabina di regia, foyer, camerini, caffetteria, laboratori.  La presentazione del programma si è svolta  al piano superiore.

La sala grande di Officine Caos ospita 350 posti a sedere

La sala grande di Officine Caos ospita 350 posti a sedere

Ci informano o che  la Compagnia Stalker Teatro è attiva professionalmente da trentacinque anni nel campo dell’educazione e della sperimentazione teatrale ed è riconosciuta dal Dipartimento dello Spettacolo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; sviluppa la propria ricerca nel rapporto fra teatro e arti visive, producendo spettacoli, performance ed eventi di teatro partecipato con forte vocazione sociale che  prevedono il coinvolgimento diretto degli spettatori. Oltre al programma, abbiamo ascoltato la solita musica. I fondi mancano. Il progetto di valorizzare l’archivio raccolto in tanti anni di attività è bellissimo. Ma i fondi mancano. Abbiamo scelto di non salire in cattedra. Il crowdfunding funziona ma è un impegno. Un atto di grande responsabilità. Se Stalker decidesse di fare una campagna mirata al suo territorio, al quartiere, siamo certi che avrebbe  successo. Forse, li vedremo sulla piattaforma di Innamorati della Cultura. Al momento ci sembrano ancora illusi di poter ricevere un contributo pubblico.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Women of Vision. A Palazzo Madama una mostra emozionante dedicata alle donne

A Palazzo Madama una mostra dedicata alle donne

A Palazzo Madama una mostra dedicata alle donne

Da un’idea di Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Torino Musei, Palazzo Madama a Torino ieri ha inaugurato la mostra  “Women of Vision “ realizzata con il Gruppo Editoriale Espresso (che  da 16 anni edita la versione italiana del National Geographic). Con grande emozione abbiamo  ammirato tutte le 99  fotografie scattate da  undici grandi autrici del calibro di Lynn Johson, Jodi Cobb e Maggie Steber, e talenti emergenti come Erika Larsen e Kitra Cahana. Ma anche artiste che hanno dedicato la loro intera carriera a raccontare la società e la condizione femminile. Altri scatti raccontano la natura. L’intera mostra è un inno alla donna. Consideriamo  che la fotografia è da sempre considerata come un mestiere maschile. Il curatore Marco Cattaneo infatti ha detto: “Sono gli uomini che vanno in giro per il mondo per raccontarlo, le donne generalmente stanno più vicino a casa. Questa mostra ribalta questa situazione. Anche da noi a National Geographic per le donne è sempre stato più difficile lavorare.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

I mostri sacri del crowdfunding al Salone Gamma Donna. Innamoratidellacultura? Presente!

Angelo Rindone, AD di Produzioni dal Basso

Angelo Rindone, AD di Produzioni dal Basso

E’ diventato un appuntamento fisso. Il Salone Gamma Donna,  partito come un convegno per promuovere l’imprenditoria femminile, nell’arco di pochi anni si è trasformato in un evento di grande rilevanza. Eravamo  già stati invitati a presentare “Innamorati della Cultura” a Padova durante una delle numerose  tappe italiane delal manifestazione.

Questa volta invece, il crowdfunding è diventato argomento del workshop pomeridiano dedicato agli “strumenti di finanza alternativa”.  Innamorati della Cultura c’era.

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell'innovazione

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell’innovazione

Unica Startup al femminile in mezzo a mostri sacri dell’innovazione finanziaria. Prima di Emanuela Negro-Ferrero Ceo della piattaforma , Gianluca Dettori, Ad di Dpixel, ha presentato la sua creatura, il “Sardex”. Che cos’è Sardex? Questo è quello che viene riportato sul sito: Il Circuito Sardex è un mercato complementare che non conosce crisi: Che tu abbia prodotti o servizi non importa. Ciò che importa è che tu abbia voglia di accrescere il tuo giro d’affari e di presentarti fin da subito come fornitore privilegiato verso centinaia di nuovi potenziali clienti. Migliaia di euro di vendite aggiuntive ti aspettano su Sardex.net, ma ad una condizione: rispendere nel Circuito quanto dal Circuito si è ricevuto. Non ho compreso bene i meccanismi ma certamente abbiamo  capito che,  in un momento di grave mancaza di liquidità, un circuito come Sardex fa la differenza. Diverso è stato l’approggio all’argomento crowdfunding.

Ne ha parlato a lungo Angelo Rindone, il primo visionario italiano, fondatore della piattaforma “Produzioni dal Basso” che, inaspettatamente, ha ripetuto più volte il concetto di co-creazione. Cioè della possibilità di realizzare le proprie idee grazie al sostegno economico di molti. L’Ad di Starteed ha proposto i suoi prodotti. Piattaforme per il corwdfunding di piccole, medie, grandi dimensioni dedicate ai più svariati di clientela. Sembrava molto sicuro di sé. Le sue vendite aumentano di mese in mese. Consideriamo che, si, è bello vendere il più alto numero possibile di piattaforme per il crowdfunding. Peccato poi che il cliente finale non le sappia utilizzare. Purtroppo la situazione italiana non è affatto rosea.Ogni giorno affrontiamo  le criticità e gli ostacoli  di fare crowdfunding in un paese ostinatamente refrattario a qualsiasi tipo di cambiamento.  Problemi a utilizzare internet, divario di genere, analfabetismo digitale.  Non basta avere una piattaforma. Bisogna saperla usare.  Il rischio, è di ammazzare un mercato prima ancora di averlo messo al mondo.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it