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La piattaforma di crowdfunding dedicata alla cultura italiana

Al Salone del Libro di Torino per l’Indice dei Libri del Mese.

Emanuela e Raffaella Intervistate da ElectoRadio

Emanuela e Raffaella Intervistate da ElectoRadio

Il Salone del Libro di Torino è un avvenimento culturale a cui noi #innamoratidellacultura non potevamo mancare.  Il  giorno dell’inaugurazione, vista la presenza del Presidente della Repubblica e la previsione di un’affluenza straordinaria, abbiamo lanciato la campagna per “L’Indice dei Libri del mese.  Chi non conosce l’Indice alzi la mano.  Questa famosa rivista in trentanni di vita ha accompagnato  moltissimi di noi in un percorso critico e intelligente che non deve essere disperso. La campagna ha come scopo quello di raccogliere una cifra sufficente a costruire la versione digitale, una applicazione editoriale e digitalizzare l’enorme archivio. Il vero tesoro da non perdere. L’occasione era propizia per presentare in grande stile la campagna. Come?  Ogni progettista ha il suo modo di procedere. L’Indice dei Libri aveva uno stand al Salone in posizione strategica, all’ingresso.  Un posto perfetto per distribuire materiale, vendere le borse  realizzate appositamente per le ricompense. E programmare tre giorni densi di appuntamenti, presentazioni, interviste  radiofoniche e dibattiti.

Emanuela e Chiara, crowdfunding manager per "Compro Oro"

Emanuela e Chiara, crowdfunding manager per “Compro Oro”

Emanuela Negro-Ferrero ha accompagnato Raffaella Ronchetta, Ad di Farheneit452,  la società che gestisce il “nuovo Indice” ,  in un percorso promozionale divertente e che, a conti fatti, si è rivelato ricco di opportunità e aperture. In due giorni L’Indice dei libri ha superato i 1500 euro di raccolta e ad oggi non accenna a fermarsi. Fare crowdfunding significa metterci la faccia. Darsi da fare per raggiungere il proprio obiettivo. Questo implica una buona dose di leadership personale che al team dell’Indice dei Libri non manca di certo.  Gli interventi principali possono essere ascoltati al link http://www.primaradio.it/salone2015/14.05.15%20-%20Emanuela%20Ferrero%20e%20Raffaella%20Ronchetta%20-%20Piattaforma%20innamorati%20della%20cultura.mp3

Le copertine de L'Indice sono sempre bellissime

Le copertine de L’Indice sono sempre bellissime

Il venerdì alle 18.00 ci attendeva una sorpresa, allo “Spazio Autori”, abbiamo potuto presentare davanti a un “crowd” attento , interessato e curioso la nostra piattaforma, in che cosa consiste il corwdfunding, il progetto e , last but not least, la campagna di video virali ospitata su La Stampa web e che, nemmeno a dirlo, sta aiutando tantissimo L’Indice dei Libri a raccogliere donazioni, consenso, visibilità e nuovi estimatori. La morale dei questo post è: chiedete e vi sarà dato. Mettere il progetto sulal piattaforma ha il senso di far circolare la campagna con azioni di comunicazione a basso costo. E’ anche un modo garbato per dire alle persone di donare versando il denaro lì e non a voi direttamente.

 

Il volto di Leonardo da Vinci a Palazzo Madama a Torino.

Il ritratto di Leonardo da Vinci e quello della Gioconda: un mistero?

Il ritratto di Leonardo da Vinci e quello della Gioconda: un mistero?

In primavera, a  Torino abbondano le esposizioni di volti. A Palazzo Madama l’autoritratto di Leonardo da Vinci ancora una volta in mostra. Dall’altro lato di Piazza Castello, nel Duomo, è esposta la Santa Sindone. Il meraviglioso autoritratto del più grande pittore di tutti i tempi  che solitamente viene  custodito in un caveau pressurizzato realizzato grazie all’intervento della Consulta per i Beni Artistici e Archiettonici  di Torino,  è stato spostato ed è esposto senza particolari protezioni se non un vetro a Palazzo Madama prima di partire per il restauro. Perché di restauri ne ha veramente bisogno, è inutile negarlo. Se i batteri che  stanno “mangiando” la pergamena e appaiono sotto forma di macchie oscure sparse quà e là dovessero prendere il sopravvento  il mondo intero rimpiangerebbe un capolavoro unico e inimitabile. La prima volta che era stato esposto al pubblico è stato circa trentanni fa . Poi , in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato presentato in mostra alla Reggia di Venaria e oggi è a  Palazzo Madama.  Per la prima volta lo abbiamo visto da vicino. Una grande fortuna essere arrivati prima delle autorità. Meravigliosi i dettagli. I tratti del volto marcati, quasi lignei. Lo sguardo, intenso e profondo.  Si dice che gli occhi siano  lo specchio dell’anima. L’anima di Leonardo da Vinci doveva essere immensa perché sebbene il ritratto non sia a colori i suoi  occhi risplendono come se fossero vivi.  Occhi che sanno guardare lontano. Anche noi  vorremmo  t guardare lontano. Più lontano di chi insiste a tenere  l’arte sotto chiave. Torino ha la Sindone e la tiene nascosta. Ha il ritratto di Leonardo e lo tiene nascosto. E vero, Torino non è  Roma, ma il concentrato di rarità artistiche preziose potrebbe ragionevolmente attirare qualche decina di migliaia di turista in più . Il che non guasta mai e nella Torino del futuro questo allegro via vai di persone  decise a spendere sul territorio per mangiare e dormire e divertirsi potrebbe andare a riempire la casella “Cultura” con qualcosa di altissima qualità culturale. Noi siamo #innamoratidellacultura. E voi?

Emanuela Negro-Ferrero – Ceo www.innamoratidellacultura.it

Il nuovo Museo Egizio di Torino: internazionale.

egizio 2Ce l’hanno fatta in tempo. L’inaugurazione oceanica è stata un  successo . Di pubblico, di folla. Di meravigliosi reperti e statue esposte al pubblico nel nuovo allestimento. Il museo, ampliato e rimodernato dopo la “cacciata” della Galleria Sabauda al nuovo Polo Reale, è pronto per diventare il “secondo museo egizio” al mondo. . Perché secondo e non primo? Vista l’imponenza dei restauri e la quantità di denaro impiegato per rimettere a nuovo l’intero immobile che ospita il museo, dal  nostro  punto di vista tanto valeva lavorare e impegnarsi per  essere primi. Credo dipenda dalla qualità dei reperti. Eppure la collezione torinese di statue raffiguranti Sekmeth non ha nulla da invidiare ad altri musei. Noi #innamoratidellacultura ci siamo stragoduti  il bagno di folla, vip, autorità, giornalisti e persone comuni e in giro in mezzo alle teche piene di oggetti interessanti ci siamo persi e ritrovati più e più volte.. Nulla di nuovo o di strabiliante.  Certo, pensavamo  avrebbero inserito qualche cosa di più multimediale, innovativo, esplicativo , educativo. Comunque l’insieme è  affascinante. Enorme. Maestoso. Faraonico? Si, anche.

Le mummie del museo egizio sono molte di più di quelle che vengono esposte

Le mummie del museo egizio sono molte di più di quelle che vengono esposte

Il  pezzo forte della visita rimangono le mummie.  Immobili davanti a quei corpi minuscoli fasciati stretti stretti ci siamo fermati a osservarne lo stato di conservazione. Perfetto.  Un commento? Avere questo museo nella propria città, In Italia,  è un atout non da poco. Auspicavamo un allestimento più c interattivo ,multimediale, scenografico. Qualcosa di istruttivo anche per chi, come noi, non è ferrato di dinastie ed epoche dei faraoni e vuole imparare divertendosi,  Siamo  dell’idea che la cultura debba essere adattata alla comprensione di tutti. Colti e meno colti.  Ad ogni modo, il vero  dato significativo è stato lo sbigliettamento pasquale e il buon incasso a conferma   una volta di più che investire in cultura conviene.

Crowdfundig Lesson n° 13.Il “donation based crowdfunding” funziona ma ha regole precise che è bene seguire.

Il crowdfuidng ha regole precise e il "donation based "non è da meno.

Il crowdfuidng ha regole precise e il “donation based “non è da meno.

Fra i vari tipi di crowdfunding, quello che oggi ha attirato la mia attenzione è definito “donation based” perchè viene utilizzata per lo più dalle organizzazioni no profit oppure da persone  desiderose di migliorare la propria vita.  Le cause che vengono promosse sono solitamente di tipo filantropico, ambientale, sociale. Nel caso di individui, negli Usa  sono frequenti le campagne promosse da pazienti affetti da patologie gravi e finalizzate alla  copertura dei costi sanitari e di medicine, oppure per promuovere la ricerca scientifica. In altri casi, abbiamo campagne promosse da studenti in cerca di supporto per le  tasse scolastiche. Non desidero esprimere alcun  giudizio perché non esiste una causa meglio o peggio di un’altra. Quello che posso dire, e mi rendo conto di essere ripetitiva, è che per ottenere il massimo risultato, la strategia che deve essere costruita a monte della  campagna è veramente l’elemento chiave che ne determina il successo. O   l’insuccesso.

Ringraziare. Sembra una cosa sciocca ma dire grazie a chi ha donato e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto

Ringraziare. Sembra una cosa sciocca ma dire grazie a chi ha donato e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto

1 – Ti racconto la mia storia.

In Italia il termine storytelling è molto utilizzato  soprattutto fra di noi professionisti della  comunicazione. Di che cosa si tratta? Qualcosa di semplice e immediato. Il termine “storytelling” sta ad indicare la narrazione che necessariamente deve essere ideata per illustrare la causa al proprio pubblico di potenziali donatori. Per farmi meglio comprendere, uno “storytelling” molto conosciuto a tutti  è quello creato per la nota marcaBarilla con un testimonial di eccellenza, Antonio Banderas. Il “mondo Mulino Bianco” viene narrato allo spettatore rendendo il prodotto ( e il brand) artigianale in un contensto rurale di altri tempi e con un tono narrativo comprensibile, divertente e, soprattutto, alla portata di tutti.  Questo punto fondamentale è l’elemento “umano” quello che deve essere  partenza per  una narrazione efficace. A livello tecnico le domande che il creatore del progetto deve porsi sono:

  • 1 – perché la mia causa è interessante?
  • 2 – come posso coinvolgere emotivamente le altre persone?
  • 3 – dove andranno i soldi delle donazioni e come ho intenzione di spenderli?

Tutto questo, comunicato con leggerezza, simpatia e allegria è certamente un punto di forza per ottenere risultati tangibili.

la gratitudine è un elemento fondamentale

la gratitudine è un elemento fondamentale

2 Costruire una forte rete di  relazioni

Ringraziare. Sembra una cosa sciocca ma dire grazie a chi ha ti donato il suo denaro per supportare il tuo progetto o la tua causa  e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca veramente un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto. Questo è molto virale, viene fatto con strumenti digitali,  ma è anche qualcosa di molto umano.  Si basa tutto sulla comunicazione. questo elemento   nel corso della campagna non deve mai venire a mancare e se il piano editoriale viene ben   costruito, può veramente diventare l’inizio di una relazione che nel tempo non può che crescere e consolidarsi. Chi ha donato una prima volta, se è soddisfatto, presumibilmente tornerà a farlo anche una seconda e una terza volta. Un altro tip da considerare è quello di costruire una rete di aiuto volontario. Molte persone, soprattutto se la causa è umanitaria, possono essere felici di dare una mano gratuitamente ognuno per la sua competenza. Perché non approfittarne?

3 Aumentare il livello di importanza della campagna.

Il “personal crowdfunding” può raggiungere risultati significativi se la campagna è magari allineata  con qualche causa di importanza maggiore. Questo fattore aiuta a conferire credibilità e autorevolezza alla richiesta e consente maggiore semplicità nelal comunicazione.

Emanuela Negro-Ferrero CEO www.innamoratidellacultura.it

Modigliani in mostra alla Gam di Torino. Molto bohèmien.

 La mostra è prodotta da Skira e il curatore, Jean Michel Bouhours, ha selezionato con estrema perizia solo 12 disegni di Modigliani e due sculture.

La mostra è prodotta da Skira e il curatore, Jean Michel Bouhours, ha selezionato con estrema perizia solo 12 disegni di Modigliani e due sculture.

Non bisogna farsi ingannare dal titolo. La mostra dedicata a Modigliani esposta da venerdì – 13! –  alla Gam di Torino  con il titolo “Modigliani e la Bohème di Parigi”  e prenotabile sul sito www.modiglianitorino.it su 90 opere, solo 8 pochine sono del grande maestro livornese. La mostra merita, molto bella e interessante, ma la sezione più ampia è dedicata alla Parigi del periodo bohèmien e offre quindi tutt’altro tipo di contenuto.  La mostra è  prodotta da Skira e il curatore, Jean Michel Bouhours, ha selezionato con estrema perizia solo 12 disegni di Modigliani  e  due sculture.

Il percorso, che inizia con Modigliani, si snoda fra pareti e divisori azzurro carta da zucchero, con opere intense, colorate e affascinanti di grandi artisti :Picasso, Chagall, Fattori Utrillo, Soutine, Brancusi, Dufy,

Il percorso, che inizia con Modigliani, si snoda fra pareti e divisori azzurro carta da zucchero, con opere intense, colorate e affascinanti di grandi artisti :Picasso, Chagall, Fattori Utrillo, Soutine, Brancusi, Dufy,

Amare la cultura significa anche e soprattutto andare alle inaugurazioni . Sono occasioni preziose perché consentono di  stazionare davanti alle opere senza incorrere nei rimbrotti di chi attende il suo turno.  Di  incontrare  amici e conoscenti in un clima informale. Interessante e misteriosa la   testa femminile. ,Ricorda in maniera impressionante  quella del famoso scherzo organizzato anni fa proprio a Livorno da un gruppo di studenti.  Guardando bene e leggendo le spiegazioni, in effetti si nota   la forte influenza  dell’arte africana, nella stilizzazione e semplificazione estrema dei tratti. Il collo lungo, gli occhi a mandorla.  Modigliani nel suo purismo è molto africano.  Il percorso, che inizia con bellissimi ritratti di Modigliani, si snoda fra pareti e divisori di un bel colore azzurro carta da zucchero e continua, dopo le sculture, con le opere intense, colorate e affascinanti di grandi artisti :Picasso, Chagall, Fattori Utrillo, Soutine,  Brancusi,  Dufy.

testa femminile che, non so se mi sbaglio, ricorda molto quella del famoso scherzo organizzato anni fa proprio a Livorno

testa femminile che, non so se mi sbaglio, ricorda molto quella del famoso scherzo organizzato anni fa proprio a Livorno

La  natura morta di Setge Feral è un vero incanto . A onore del vero, non si tratta di una  mostra sul periodo bohèmien. Entrando ci si aspetta Modigliani. Non è andata così. Non eravamo pronti, non avevamo letto niente per prepararci. L’unica in casi come questo è di  andare a sensazione.  Forse è poprio questo l’approccio corretto all’arte. Allora, se emozione deve essere, che le opere in mostra siano meno numericamente parlando e più artisticamente divagando.

redazione – www.innamoratidellacultura.it

In Italia il crowdfunding fa boom. Di piattaforme.

In Italia le piattaforme di crowdfunding sono moltissime per un mercato ancora immaturo

In Italia le piattaforme di crowdfunding sono moltissime per un mercato ancora immaturo

Leggiamo con interesse che anche il Comune di Milano ha deciso di dotarsi di una piattaforma dedicata al civic crowdfunding . Notizia pessima. In Italia infatti, il crowdfunding ha fatto boom. Di piattaforme.  A settembre  2014, dal report pubblicato da Ivana Pais, in Italia si contano 54 piattaforme di crowdfunding. Le piattaforme attive al 10 maggio 2014 sono 41, mentre quelle in fase di lancio sono 13.  sino ad oggi poi  o le piattaforme venivano suddivise in modelli tradizionalmente riconosciuti per il settore e cioè   Reward-based, Donation-based, Lending-based e Equity-based. Non è così. Le piattaforme italiane mostrano una maggiore complessità perchè  il numero delle piattaforme ibride continua a crescere e alcuni modelli non sono facilmente riconducibili a quelli standard. Il modello più frequente i risulta essere Reward-Donation. Delle 41 piattaforme attive, 19 appartengono al modello reward-based, 7 al donation-based, 2 al lending-based e 2 all’equity-based, iscritte regolarmente nell’apposito registro Consob2 . Ci sono poi 11 piattaforme ibride. Per quanto riguarda le piattaforme in via di lancio, sono state individuate 9 equity-based, 1 reward e 3 ibride, segnalate in corsivo nella lista seguente, comprensiva delle piattaforme attive e quelle in via di lancio: o Reward (20):  Bookabook, Com-Unity, Eppela, Fidalo, Finanziami il tuo futuro, ForItaly, Gigfarm, Giffoni Idea, Innamorati della Cultura, Kendoo, Micro Crédit Artistique, Musicraiser, Rezz, RisorgiMenti.lab, School Raising, Vizibol, WeRealize, wowcracy. o Donation (7): Commoon, IoDono, Leevia, Letsdonation, PensiamociNoi, Retedeldono, Shinynote o Social lending (2): Prestiamoci, Smartika o Equity (11): AssitecaCrowd*, CrowdfundMe, Fundera, MUUM LAB, Opsidea, Smarthub*, StarsUp*, Startify, Startzai, Unicaseed*, WeAreStarting *   il modello equity sta guadagnando sempre più popolarità. Al momento il 23% delle piattaforme italiane di crowdfunding attive o in via di lancio sono di tipo equity . Negli ultimi mesi, si segnala la crescita delle piattaforme verticali: ● Settoriali: 9 piattaforme per il non profit, 2 per la cultura, 2 per l’arte, 2 per l’energia, una per la scuola, una per la fotografia e una per design e hightech. ● Territoriali, anche se la crescita è più limitata di quanto previsto sei mesi fa: oltre a Ginger (Emilia Romagna), Kendoo (Bergamo) e Finanziami il tuo futuro (che dalla Valle d’Itra, in Puglia, sta ora promuovendo il crowdfunding locale in altri territori), è nata Rezz, che opera in Puglia.  L’elenco è già molto lungo. perchè se è vero che ci sono molte piattaforme è anche vero che la raccolta media in Italia si attesta su cifre intorno ai 5000 euro. E’ vero  anche che le persone non sanno di che cosa si tratta e che il nostro paese, straziato da un digital divide che rende le cose veramente difficili per chi opera con il digitale,  deve ancora fare un bel pezzo di strada accompagnato da due parole fondamentali : informazione e formazione. Aggiungo la terza: competenza. Molti, troppi parlano di crowdfunding senza avere la benchè minima idea di che cosa si tratta, di quali meccanismi muove e , banalmente, come funziona.

Emanuela Negro-Ferrero – Ceo – www.innamoratidellacultura.it

Metti una sera a Milano. Al meeting delle piattaforme collaborative.

Dalla casa all’orto, dalla macchina ai vestiti, dalle competenze al tempo, oggi in rete si condivide e si scambia di tutto. Sempre più persone, infatti, si incontrano attraverso servizi collaborativi digitali

Dalla casa all’orto, dalla macchina ai vestiti, dalle competenze al tempo, oggi in rete si condivide e si scambia di tutto. Sempre più persone, infatti, si incontrano attraverso servizi collaborativi digitali

Dalla casa all’orto, dalla macchina ai vestiti, dalle competenze al tempo, oggi in rete si condivide e si scambia di tutto. Sempre più persone, infatti, si incontrano attraverso servizi collaborativi digitali come Airbnb, Etsy, TaskRabbit, Prestiamoci, TheHub, che mettono direttamente in contatto le persone ed eliminano l’intermediazione delle strutture commerciali, finanziarie, istituzionali tradizionali, proponendo nuovi modelli di consumo. C’è chi fa rientrare questi servizi all’interno di un movimento chiamato consumo collaborativo, e chi dentro a un concetto più ampio che è quello dell’economia della condivisione ma comunque li si voglia chiamare sono servizi che, pur nella loro diversità, hanno dei valori e delle modalità operative comuni e che prediligono l’accesso al bene invece della proprietà, la fiducia invece della diffidenza, la filiera corta come alternativa a quella lunga e così via. Figli della crisi economica e delle tecnologie digitali, questi servizi oggi sono in forte crescita e aprono opportunità per gli individui e per la società intera….

Il libro pubblicato da Hoepli di Marta Maineri, co- fondatrice di Collaboriamo, racconta con parole semplici quello che sta avvenendo in ogni paese civilizzato del mondo. In Italia molto si sta facendo e molto si muove. Innamoratidellacultura fa parte a pieno titolo del movimento definito  sharing economy .

Ci siamo  ritagliati una serata a Milano per partecipare all-aperitivo dedicato alle piattaforme collaborative. Un’-occasione unica per conoscere chi, come noi, ha deciso di mettersi al servizio della società proponendo nuovi strumenti  e servizi. Tutti in condivisione. Il principio e’ semplice, basato su principi di scambio e condivisione. I progetti e le idee presentate alla serata erano tutte diverse.

Un paio di piattaforme di crowdfunding, oltre alla nostra, ma di tipo equity come, per esempio, Fidalo hanno subito attratto la nostra attenzione. E’ stata una serata  molto   interessante. Collaboriamo ha lanciato diversi servizi utili per le piattaforme collaborative. Ecco un elenco: fantastica assistenza legale, mentoring e tutoring per accesso ai bandi e ai finanziamenti. Insomma, aria nuova. Il tutto ospitato in uno spazio very cool., il co- working Avanzi di Via Ampere, zona Politecnico.  Atmosfera milanese, frizzante. Siamo tornata a Torino con una sensazione di grande leggerezza. Il futuro è adesso. Noi siamo il futuro.

Redazione – www.inamoratidellacultura.it

 

 

Crowdfunding. Lesson n°12. Perché una campagna ha successo?

Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere.

Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere.

In questi mesi, dieci per l’esattezza, di campagne di crowdfunding ne ho viste nascere molte. Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere. Perché? Questa domanda ci ha tormentato, incuriosito e,anche, messi alla prova. Ognuno nel suo ambito di competenza. Emanuela  nel contatto con i progettisti  e Lorenzo dal backoffice. Che non significa meno impegno da parte sua, anzi, Lorenzo ha a che fare con problematiche tecniche diverse  e complesse in maniera diversa rispetto alle mie che riguardano per lo più il contatto con le persone. Nei mesi abbiamo capito come condurre il progettista  nel processo di costruzione e pubblicazione  del suo progetto. Gli elementi chiave, che non ci sembravano poi così essenziali, oggi vengono comunicati e suggeriti con maggiore precisione. Meno riunioni, meno blabla e maggiore efficacia. Il video pitch. Golem di ogni Creatore. Ho capito come spiegarlo ma, soprattutto, ho imparato  che  trasmettere al progettista quale deve essere lo spirito del video di presentazione fa davvero la differenza. Questo non significa che il progettista riesca subito a produrre un video efficae. Ma almeno sa che cosa deve fare. Anche lo storytelling è importante. Le immagini, le paroel, le ricompense. Il processo di creazione si sta velocizzando e anche noi, siamo più rapidi nel veicolare le informazioni in rete. Ma che cosa fa di una campagna un successo? La risposta è piuttosto banale. Potrei dire che dipende tutto dalla  comunicazione virale. Oppure che è l’ufficio stampa. Sono gli eventi. Il concept del progetto. Tutto vero., Tutto falso. La verità è che una buona campagna dipende da quanto il progettista crede nel suo progetto e ha fiducia che riuscirà a portare a buon fine la sua raccolta. Determinazione, organizzazione, entusiamo, rete di rapporti e fiducia. A tutto questo si aggiunge il solito pizzico di fortuna e la nostra comunicazione che, vuoi perché siamo ormai conosciuti e pubblicati, vuoi perché siamo diventati più efficaci, ultimamente sta facendo la differenza. Grazie a Radio24 del Sole24ore il nostro livello di notorietà è cresciuto. Attendiamo che crescano le donazioni dagli sconosciuti. I veri #innamoratidellacultura, il nostro crowd, insomma.

Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it

 

Torino magica: la casa Museo di Mario Molinari, un tesoro tutto da scoprire.

la casa Museo di Mario Molinari si trova a Torino nel quartiere San salvario.

la casa Museo di Mario Molinari si trova a Torino nel quartiere San salvario.

Durante le vacanze di Natale, mentre gli amici tentavano di sciare sulla poca neve caduta, gli #innamoratidellacultura hanno preferito restare in città e dedicarsi  all’attività che più amano praticare:  il dolce far niente. Un  amico ci mette in contatto con Pia, vedova dell’artista Mario Molinari. L’appuntamento è a San Salvario, quartiere multietnico cuore della nuova movida giovanile. Case  magnifiche, un fine ottocento decadente come solo a Torino è possibile ammirare. Parcheggiamo , un po’ intimoriti dalla presenza del robusto senegalese appostato all’angolo . E’ la sua zona,non vogliamo interferire, per carità.  Chi era Mario Molinari?  Scavando nella memoria,  ci viene in mente che Mario Molinari è stato uno dei tanti artisti che  insieme a  Casorati, Campagnoli,  de Bonis, Macciotta, Colombotto-Rosso, Gribaudo e altri, tanti, hanno contribuito a fare di Torino una vera e propria fucina dell’arte contemporanea. museoLeggiamo su internet che Mario Molinari, scultore, nasce a Coazze nel 1930. Inizia  autodidatta come scultore alla fine degli anni Cinquanta, mentre era ancora il direttore delle Cartiere di Coazze. Fu uno dei fondatori di Surfanta (in principio acronimo di SURrealismo e FANTAsia ed in seguito di Subconscia Reale FANTastica Arte), il gruppo neo-surrealista costituitosi a Torino nel 1964 per iniziativa degli artisti Pontecorvo (il suo maestro di pittura) Alessandri, Abacuc, Camerini, Macciotta e Colombotto Rosso.

Nella casa Museo di Via Saluzzo esploriamo   con gusto l’intera produzione. Coloratissima, surreale, buffa  e irriverente. Dalle sculture ai mobili di design, sino ai gioielli, piatti e oggetti  di vario utilizzo. Molinari era un artista eclettico, completo. Ha lasciato a Pia un grande compito. Quello di riportare alla luce un patrimonio artistico. Partendo da un crowdfunding, possibilmente.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding Lesson n°11. Per avere successo è fondamentale la programmazione.

insieme siamo più forti

insieme siamo più forti

Il crowdfunding è un fenomeno che in Italia sta letteralmente esplodendo. In Italia, dati del  2014, sono attive 41 piattaforme. La maggior parte sono su modello “reward based” ma l’equity sta avanzando bene malgrado i vincoli posti dalla Consob non favoriscano il libero utilizzo come accade all’estero. A mio avviso è  necessario fare chiarezza su molti aspetti di questa tecnica di raccolta che, ben lungi dall’avere qualche cosa di miracoloso, è a tutti gli effetti una tecnica di marketing avanzato che ha più a che fare con la determinazione e la capacità del Creatore di raccogliere grazie a una serie di azioni di  marketing e comunicazione ben ponderate e programmate. In Italia, a causa di diversi fattori (primo fra tutti la scarsa cultura digitale della popolazione) pensare che un Creatore di progetto possa riuscire a raccogliere cifre importanti è abbastanza utopico. Per cifre importanti mi riferisco ad importi superiori ai 20.000 euro (la media Italiana di raccolta è attestata sui 5000). Per riuscirci, il Creatore deve possedere buone nozioni di comunicazione, avere o farsi aiutare nella promozione della campagna da uno staff di persone. Il crowdfunding si basa sulla condivisione virale delle idee e sulla donazione da parte di più persone anche di piccoli importi che, messi insieme, vanno a costituire il capitale necessario perché il Creatore del progetto possa realizzarlo. Perché questo accada sin dal momento in cui viene in mente l’idea di attivare una raccolta, il Creatore dovrebbe iniziare a pensare e poi ad agire con organizzazione. Il primo passaggio necessario, una volta identificato che cosa si vuole proporre come progetto da finanziare, è quello di analizzare il proprio pubblico di riferimento, il crowd, appunto. Chi, fra le nostre conoscenze personali può aiutarci a iniziare la raccolta? Chi ci può sostenere e può diffondere l’iniziativa?  Solitamente il primo 20% del raccolto arriva da questo primo cerchio di contatti. Il resto dei contatti, o lo si possiede oppure bisogna crearlo. Come? Con una programmazione delle iniziative promozionali. Partendo con un piano editoriale e una linea di comunicazione bene delineata e disposta con organizzazione lungo tutto l’asse temporale della campagna.

Emanuela Negro-Ferrero – CEO – www.innamoratidellacultura.it