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La piattaforma di crowdfunding dedicata alla cultura italiana

Crowdfunding Lesson n°16 – Costruire una campagna di email marketing è fondamentale per avere successo.

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Quando si tratta di promuovere la propria campagna di crowdfunding è indispensabile sedersi e progettare con calma un piano di comunicazione strategico suddiviso in azioni da compiere giorno per giorno. Le azioni da pensare sono tante, differenziate su canali diversi e realizzate con strumenti differenti. Uno di questi è senza dubbio l’e-mail. Non mi stancherò mai di dire che il successo di una campagna di crowdfunding viene raggiunto con grande facilità quando il progettista può contare su una rete di relazioni. In gergo queste relazioni vengono chiamate “crowd” cioè folla. Le relazioni sono la linfa vitale di una campagna di crowdfunding. Sono la base da cui parte la diffusione della notizia e gran parte del finanziamento. Il crowdfunding destinato a progetti in ambito culturale presenta caratteristiche diverse rispetto a quanto accade per raccolte fondi dedicate a progetti tecnologici, vendita di servizi, app o startup.

Sul portale abbiamo avuto campagne per progetti meravigliosi che non sono riusciti ad arrivare all’obiettivo non perché il progetto mancasse di valore, anzi, ma perché il prgettista non poteva contare sull’appoggio di una rete di contatti o, ancora, non sapeva come fare per contattarli e coinvolgerli.
Cercherò di essere il più possibile chiara illustrando quello che per chi si occupa di comunicazione è il pane quotidiano. Come si imposta una campagna di e-mail marketing? Ci sono regole precise.
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1 – elenco dei contatti – Un database ricco e completo lo si può avere perché costruito in anni di attività. Lo si può acquistare. Esistono in vendita elenchi di nominativi profilati pronti ad essere utilizzati e in regola con le normative sulla privacy. Possono essere raccolti con metodi semplici e divertenti utilizzando i canali social. Mi vengono in mente concorsi, questionari, contenuti speciali.

2 – un programma per l’invio in automatico delle mail – l mio preferito è Mail Chimp. Ma esiste anche Mail Up. Si tratta di programmi dedicati alla gestione delle mail gratuiti sino a 20.000 indirizzi e a pagamento per quantitativi superiori, Funzionano molto bene e consentono di realizzare anche la parte grafica delle mail grazie a template già pronti e che possono essere riempiti con grande semplicità con immagini e testi. Caricare gli indirizzi è molto semplice . L’invio delle mail avviene in automatico e, questo mi piace molto, il programma offre un report dettagliato dell’invio rendendo così semplice capire chi è un nostro fan e chi no.

3 – il contenuto – Scrivere bene è un mestiere. Le persone non amano leggere e purtroppo sono bombardate da messaggi di ogni genere. Inviare una mail con una richiesta di denaro significa pensare bene a ciò che si deve scrivere. Testo e immagini sono fondamentali. Il tono deve essere convincente e leggero. I messaggi strappacuore, disperati, minacciosi, noiosi lasciamoli pure stare. La mia parola d’ordine dopo 25 anni di copywriting è “incuriosire”. Raccontare una storia, ecco la chiave. Infine, definire con chiarezza quale è l’obiettivo che vogliamo raggiungere con la nostra comunicazione. Poche parole scritte bene.

4 – La cadenza – Una mail al giorno leva il donatore di torno. Negli Stati Uniti è la norma. Se ti iscrivi a un sito puoi star certo che dal quel momento in poi verrai perseguitato da mail continue e insistenti. Gli americani hanno un rapporto molto chiaro con il denaro. Noi italiani no. Bene quindi definire una pausa fra un invio e d un altro. Inserire titoli interessanti e la parola “grazie”.

5 –La fine della campagna- Quando la campagna è finita la mail di chiusura è un obbligo. Un bel grazie a tutti quanti ci rivediamo alla festa di consegna delle ricompense. Questo per me è la base per una campagna di e-mail marketing efficace. Volete saperne di più? Inviate una mail a progetti@innamoratidellacultura.it e prenotate le vostre ore di consulenza via skype. il migliore investimento per costruire una campagna di successo.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it Twitter emanegroferrero

Giotto a Milano: una mostra dedicata al grande innovatore italiano.

oro luccicante e volti trasognati

oro luccicante e volti trasognati

Finito Leonardo è il turno di Giotto. Famoso in tutto il mondo, il pittore duecentesco di nome forse faceva Angiolo. O forse Ambrogio. Di cognome Bondone. Questo lo sanno i pochi perché tutto il mondo lo conosce come Giotto. A scuola abbiamo studiato i suoi affreschi di Assisi. La Cappella degli Scrovegni a Padova. Gli affreschi in Santa Croce. E molte altre meraviglie in mostra fino a gennaio a Milano. Con questa grande mostra Palazzo Reale chiude una grande stagione. Si tratta di una strepitosa carrellata di opere. Tredici per l’esattezza, in prevalenza su tavola, mai riunite prima. Fra i prestiti da segnalare c’è il Polittico Baroncelli, tempera di Santa Croce, a Firenze, che, dopo aver preso parte a una rassegna nel ’37, non è più stata prestata. Dal Museo di San Diego, in California, è arrivata la cuspide centrale del polittico fiorentino.

grandiosità dell'arte di Giotto

grandiosità dell’arte di Giotto

L’IMPATTO E’ GRANDIOSO!
Gli allestimenti sono creati da Mario Bellini, che ha voluto visualizzare il cammino compiuto dall’artista fiorentino in l’Italia in un periodo di circa quaranta anni di attività. Sono rimasta impressionata dalle opere. Posizionate su grandi altari in ferro: un contesto ‘povero’ ideato per dare risalto alla bellezza delle tavole policrome. Nella penombra l’oro brilla come luce solare. Un vero incanto. Nelle sale dedicate alle opere giovanili si trovano il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna da San Giorgio alla Costa, risalenti al periodo di attività tra Firenze e Assisi. Esposto anche il nucleo centrale dalla Badia fiorentina, con il Polittico dell’altar maggiore. Meravigliosa la tavola con “Dio Padre” in trono proveniente dalla cappella degli Scrovegni e il polittico Stefaneschi, il capolavoro dipinto per l’altare maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano. Tutta questa meraviglia non fa che confermare che la cultura potrebbe veramente essere il motore di quel cambiamento di cui si parla senza agire. L’Italia non ha paese, città, villaggio dove non ci sia una meraviglia da ammirare, scoprire e, ahimè ? Evviva? Da restaurare e conservare.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it – Twitter emanegroferrero

Crowdfunding lesson n°15. L’importanza di essere virale

Il crowd è alla base del successo

Il crowd è alla base del successo

CROWD COSA?
Solo pochi anni fa la parola crowdfunding non esisteva.
Oggi, grazie ai social network, è successo un grande cambiamento.Mentre una volta solo pochi eletti potevano pensare di raccogliere soldi dalla massa di persone, ora individui creativi e determinati possono ottenere capitali consistenti senza dover ricorrere a consueti canali di finanziamento. Questo è dovuto principalmente al fatto che il trend degli attuali panorami sociali sta virando sempre più in direzione del coinvolgimento della comunità.
Utilizzando la forza dei piccoli donatori, artisti, startappari, imprenditori , enti e musei possono finalmente realizzare i propri sogni.

Il crowdfunding è una colletta. Anzi, il crowdfunding è un nuovo modo per realizzare una colletta. L

Il crowdfunding è una colletta. Anzi, il crowdfunding è un nuovo modo per realizzare una colletta.

ROMPIAMO IL MURO
Il crowdfunding è una colletta. Anzi, il crowdfunding è un nuovo modo per realizzare una colletta. Le persone sfruttano il potere di internet per raccogliere fondi da persone che nutrono i loro stessi interessi e decidono di sostenere un progetto artistico, un’innovazione o una qualsiasi causa filantropica. Per un imprenditore il crowdfunding significa non essere più alla mercè di intrusivi venture capital oppure di pericolosi e pesanti finanziamenti bancari.
Detto in breve, c’è un grande mondo fuori dalla porta di casa. Il bello del crowdfunding è che gli individui e i gruppi possono utilizzare i social media come veicolo di diffusione e informazione per far crescere il proprio network e convinderli a finanziare un progetto, una startup o una causa..
L’idea di base perchè la campagna abbia successi è che susciti interesse. Il primo passo è quello di creare una storia. Chi non ha sentito parlare di storytelling alzi la mano!  Il progettista racconta la sua storia. Lo fa attraverso un video, un testo. Costruisce il famoso “piano delle ricompense” . Cioè ,in cambio del denaro ricevuto, ringrazia i donatori con ricompense non in denaro e possibilmente costruite ad hoc per la campagna. Oggetti, biglietti di partecipazione agli eventi, magliette. La ricompensa serve per offrire una gratificazione emozionale alla persona che ha donato. Considero che la  maggiore gratificazione è data dall’appartenere al progetto,  di entrare a fare parte di una ristretta comunità di sostenitori provando la sensazione positiva di aver fatto qualcosa di buono.

I social media sono la linfa del crowdfundi

I social media sono la linfa del crowdfunding

SEMBRA MOLTO FACILE !
Sebbene il crowdfunding sia uno degli strumenti più divertenti e avventurosi per aiutare le persone a raccogliere fondi, sottolineo il fatto che non si tratta di denaro gratis. Come ogni cosa a questo mondo, per ottenere un risultato è necessario impegnarsi. Il crowdfunding richiede impegno e grande determinazione, energia e coinvolgimento da parte del progettista e della comunità.
Molte persone hanno idee brllanti ma non tutte hanno successo nel raccogliere fondi con una campagna di crowdfunding. Mi piace dire che, come non si parte per un viaggio senza sapere dove si deve andare, ugualmente non è possibile lanciare una campagna senza prima aver sviluppato una strategia.
group-people-social-networkingTUTTO DIPENDE DALLA FOLLA:
Il Crowdfunding non è certo complesso come l’astrofisica, ma le azioni da apprendere ed eseguire sono molte. Dopo aver lavorato su differenti tipi di campagna, ho notato alcuni schemi ripetitivi: le persone si bloccano principalmente per due ragioni: non hanno definito un piano di attacco comprensivo di tutti i dettagli necessari, oppure hanno lanciato le loro campagne prematuramente.
Ottenere un successo finanziario è impensabile e irrealistico se pensate di condurre la campagna da soli. Il crowdfunding ha bisogno di molto amore, supporto e attenzione. Volete avere successo? Potete chiederci  un preventivo inviando una mail a progetti@innamoratidellacultura.it

I nostri servizi spaziano dal crowsdfunding planning al crowdfunding management .  Investire per ottenere. Il miglior investimento che potete aver mai fatto sino ad oggi. #believeit
Emanuela Negro-Ferrero – Ceo www.innamoratidellacultura.it – enf@innamoratidellacultura.it

La Grande Madre. Una mostra, a Milano, per celebrare il potere della donna.

La Grande Madre.

La Grande Madre. celebra il potere della donna

Venerata e invocata con nomi diversi da popolo a popolo, la Dea incarnava sempre e ovunque il potere femminile di dare la vita, era la Madre dal cui grembo ogni forma di vita scaturisce e a cui alla morte ritorna per poi ancora rinascere, come nell’eterno ciclo della vegetazione. Brigid, Nimue, Durga, Verdandi, Aa, Ambika, Cerere, Astarte, Lakshmi, Urd, Hel, Maman Brigitte, Oya Yansa, Skuld, Sedna, Kali. E ancora, Diana, Artemide, Athena, Venere, Tara, Yemanya, Isis, Sekhmet. I nomi della Dea sono centinaia presenti in ogni religione e tradizione.
la Grande madre Oggi, 25 agosto, a Milano inaugura “La Grande Madre”a Palazzo Reale. La mostra di Fondazione Trussardi in collaborazione con il Comune di Milano ideata per essere parte integrante di Expo in Città è una grande collettiva con opere di 127 fra artiste e artisti del Novecento curata da Massimiliano Gioni. Si tratta di un racconto iconografico della maternità e il tema scelto non è frutto del caso. Il titolo di Expo recita Nutrire il pianeta. Energia per la vita. Cosa ci può essere meglio di una madre per riunire la vita, il nutrimento e l’umanità?
Si tratta di una mostra grandissima che si estende lungo circa 2mila metri quadri al piano nobile di Palazzo Reale e ospita opere di artisti ultra famosi come Salvador Dalì, Frida Kahlo e Man Ray e figure meno note quali Niki de Saint Phalle, Louise Bourgeois e Mina Loy le cui carriere hanno raccontato un femminile per cui la maternità era problematica, negativa, oscura.
La prima parte del percorso si apre con i ritratti di idoli antropomorfi della Preistoria. Qui l’immagine della Grande Madre emerge in tutta la sua prepotenza come simbolo femminile di fertilità. Un’immagine archetipica che mi colpisce sempre perché la ritengo fonte di ispirazione per ogni donna. Una sezione espositiva è dedicata alle “avanguardie storiche”, in particolare al Futurismo, con opere, tra le altre, di Benedetta, Umberto Boccioni, Valentine De Saint-Point, Mina Loy, Marisa Mori e Regina; al Dada, con il riferimento al mito della donna meccanica attraverso le opere di Francis Picabia, Marcel Duchamp, Man Ray, Sophie Taeuber-Arp e Hannah Höch; e al Surrealismo con, tra l’altro, la presentazione di 50 collage originali di Max Ernst dalla serie The Hundred Head Headless Woman, e opere e documenti di André Breton, Hans Bellmer, Salvador Dalí, Leonora Carrington, Frida Kahlo, Dora Maar, Lee Miller, Meret Oppenheim, Dorothea Tanning. Marinetti, nel famoso “Manifesto Futurista” denigra la donna e il femminile. Il salto di consepovelezza è immenso e ben evidente nella seconda parte della mostra. Gioni seleziona i lavori di Louise Bourgeois, intorno a cui si dispongono artiste degli anni ’60 e ’70 quali, per esempio, Magdalena Abakanowicz, Ida Applebroog, Lynda Benglis, Judy Chicago, Eva Hesse, Dorothy Iannone, Yayoi Kusama, Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Marisa Merz, Annette Messager, Carla Accardi, Joan Jonas, Yoko Ono, Martha Rosler, Sherrie Levine, Ketty La Rocca.
frida khaloSi arriva quindi agli anni ’80 con Katharina Fritsch, Cindy Sherman e Rosemarie Trockel, e agli ’90 di Rineke Dijkstra, Sarah Lucas, Catherine Opie, Marlene Dumas, Pipilotti Rist e le post-umane Nathalie Djurberg e Kiki Smith. La selezione delle opere più vicine a noi comprende la la prima presentazione in Italia della serie di ritratti realizzati da Nicholas Nixon, Brown Sisters.
Molto interessante la performance Teaching to walk, dell’artista slovacco Roman Ondák a cui si affianca la open call su Instagram con l’hashstag #TeachingToWalk. E’ possibile postare e condividere le foto dei primi passi propri e degli altri per testimoniare il distacco fisico dalla “grande Madre”. Tutte le foto saranno raccolte in un album che potrà essere sfogliato sul sito www.lagrandemadre.org. La mostra è a pagamento. Da visitare.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it – twitter@emanegroferrero

Crowdfunding Lesson n°14 – I 6 passi fondamentali per avere successo

Scrivere un piano di comunicazione giornaliero è fondamentale

Scrivere un piano di comunicazione giornaliero è fondamentale

Realizzare una campagna di successo è qualcosa di molto speciale. Che parte ben prima del lancio della campagna stessa. Non basta infatti girare un bel video pitch, scrivere un testo accattivante, proporre ricompense appetibili e invoglianti. Il focus deve essere centrato sulla programmazione. Che deve essere scritta, pensata come una strategia a breve, medio e lungo periodo e coinvolgere azioni quotidiane precise e puntuali. Cosa è necessario avere e cosa è necessario fare? Iniziamo con un elenco scritto di cioè che si ha: il materiale promozionale. La lista dei nominativi e degli indirizzi per le campagne di e-mail marketing e per l’invio di una newsletter bisettimanale.

people to people this is crowdfunding

people to people this is crowdfunding

Un excel compilato con le azioni da intraprendere giorno per giorno. Importante però sapere alcune cose:
1 – il primo obiettivo da raggiungere è ottenere il 20% delle donazioni nella prima settimana di campagna. Le statistiche delle piattaforme internazionali dimostrano con chiarezza che i donatori esterni al proprio crowd arrivano quando il 20% della cifra è stata superata. Perché? Perché alle persone piacciono i vincenti e tendenzialmente hanno fiducia in chi ha una buona rete di supporto.
2 – il secondo obiettivo è quello di trasformare ogni sostenitore in un amplificatore. E’ importante ringraziare pubblicamente ogni sostenitore. Appena ne arriva uno nuovo è fondamentale dargli rilievo e chiedere che condivida con i suoi amici inviandogli una mail contenente tutti i link ai canali social e della piattaforma.
3- cercare nuove opportunità di associazione soprattutto per la diffusione e la condivisione dei tweet e dei retweet. Che non sono inutili. Anzi.Twitter è il canale social per eccellenza per rendere virale la campagna.
4 – creare opportunità di incontro per nuovi influencer. Resistere alla tentazione di accovacciarsi dietro al monitor del computer per pestare ossessivamente sulla tastiera e-mail tweet, nuovi post sperando che l’indicatore delle donazioni salga. Uscire, vedere persone, fare cose. Queste sono le attività principali necessarie per ottenere nuove donazioni e nuove condivisioni. Importante. Raccontate a tutti – ma proprio a tutti – che avete una campagna pubblicata sulla piattaforma. Non si può mai sapere chi si ha davanti e se è proprio lui quello che può fare la differenza!
5- rullate i tamburi! Salvo rare eccezioni, la prima e l’ultima settimana della campagna è tipicamente molto impegnata e le settimane a metà campagna sono terribilmente lente. Dipende solo da voi mantenere alta l’attenzione e la fiducia. Vostra e del vostro pubblico. Che cosa fare allora? Postare nuovi video. Corti, virali. Inventare mini-ricompense. Interessanti e appetibili. Ideare un evento live per illustrare la campagna e far divertire le persone. Un breve cenno sulle ricompense. Siate folli. Osate. Divertitevi. Basta copie del vecchio catalogo. Riproduzioni antiquate del dvd d’autore. Un giro in mongolfiera? Una cena speciale cucinata da voi con ingredienti tipici della zona? Largo alla creatività inventando ricompense must have.
6. La campagna non sta raccogliendo? Siate onesti: state facendo campagna? Rivedere il proprio piano d’azione è obbligatorio. Che cosa funziona? Che cosa non funziona? Preparatevi a ripensare da zero la campagna. State chiedendo troppo? Il video funziona? Chiedere a chi vi conosce che cosa ne pensa. Sinceramente. Non c’è niente di peggio di una campagna che non raccoglie.

Il crowd è fondamentale per avere successo

Il crowd è fondamentale per avere successo

In ultimo, ma questo è un suggerimento generico, il successo della vostra campagna dipende da quante persone riuscite a convincere che il vostro progetto è fantastico. Il crowdfunding ha molto a che fare con la vendita. Più che il prodotto siete voi che vendete voi stessi e le vostre idee. Più siete convinti e più convincerete. Il sussurro e il sospiro non vi faranno vincere. Nemmeno pubblicare la campagna sulla piattaforma sperando che raccolga da sola vi farà vincere.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO – enf@innamoratidellacultura.it

Ruidasud. Il crowdfunding dedicato al Festival delle Arti che fa bene alla Puglia e fa bene al cuore

Il Festival delle Arti inaugura in Puglia il 30 di luglio

Il Festival delle Arti inaugura in Puglia il 30 di luglio

E’ online da pochi giorni la campagna di crowdfunding per il Festival Ruidalsud. Estate di musica e arte in terra di Puglia” sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it . Di che cosa si tratta? Scopo di questo Festival è promuovere la fusione delle diverse aree artistiche e stimolare il dialogo interculturale attraverso attività di formazione, ricerca, creazione, produzione e promozione di nuove idee. Il team, costituito da artisti internazionali e ricercatori provenienti da Italia, Serbia, Argentina, Indonesia, Senegal, Ecuador, Venezuela e Cile, è coadiuvato dall’intervento di studenti e docenti provenienti dalla Provincia di San Juan, dalla Puglia e dalla Vojvodina in Serbia. Musica, letteratura, danza, arti visive, filosofia, teatro e design sono le aree di principale interesse artistico con particolare attenzione all’uso delle nuove tecnologie e della scienza applicato all’arte. Nella denominazione “Festival Internazionale delle Arti” si legge la volontà di aprirsi ai nuovi linguaggi artistici e l’intenzione di estendere questa proposta ad altre lingue e culture, utilizzando lo strumento universale dell’Arte.

donare per la Cultura fa bene al nostro paese

donare per la Cultura fa bene al nostro paese

Il 30 luglio avrà luogo il Concorso Internazionale delle Arti presso l’Auditorium del Conservatorio di Ceglie Messapica a Bari, aperto a tutti gli esecutori, interpreti classici, etnici, jazz e pop, gruppi da camera, compositori ed elettronici senza limiti di età. Le premiazioni avverranno i giorni 22 agosto 19 settembre alle ore 21.30. In palio concerti in Italia e all’ Estero. In allegato il bando di riferimento e la scheda di iscrizione. Per ulteriori informazioni: ruidalsuditalia@hotmail.com
ruidalsudDal 20 luglio quindi, fino a tutta la durata dell’evento, il pubblicò potrà ammirare numerose esposizioni d’arte visuale, installazioni e videoproiezioni. Ma parliamo del crowdfunding.  terminerà a fine agosto e la cifra da raggiungere è di 10.000.00 euro. Assolutamente possibile vista la vasta rete a disposizione. La campagna, come del resto è normale che sia, è supportata da numerose iniziative che, come ben sappiamo, sono la linfa vitale della raccolta fondi. Ecco allora maratone con un quartetto di jazz fusion, proiezioni su schermo di alcune delle opere pittoriche e visuali degli artisti espositori Ruidalsdud.  Dando un’occhiata alle ricompense (chi non sa che a ogni donazione corrisponde una ricompensa appositamente creata dal progettista alzi la mano) cattura la nostra attenzione la cena in un locale tipico pugliese con accompagnamento musicale Ruidalsud. La donazione richiesta è di 100 euro. Non fatevela scappare! Ecco la descrizione: “ 100 euro = RUMORE, MACCHINARIO INDUSTRIALE Saluti nell’evento inaugurale del festival e Cena in un locale tipico pugliese con musica Ruidalsud . Come funziona la donazione? Digitando il link https://www.innamoratidellacultura.it/campaigns/ruidalsud dedicato alla campagna, una volta aperta la pagina si può decidere quale donazione dedicare al progetto. Il pagamento avviene tramite il sistema più sicuro del momento, Paypal, oppure via carta di credito con il sistema STRIPE. In questo modo non solo la sicurezza è garantita ma anche la trasparenza . A fine campagna verrete contattati per l’invio della ricmpensa e della ricevuta relativa alla donazione. Il bello del crowdfunding è che si tratta di una vera e propria colletta. Con pochi soldi e molte persone è possibile consentire la realizzazione di progetti culturali che, come ben sappiamo, in Italia oggi trovano difficilmente supporto dagli enti pubblici. In questo caso la campagna oltre alla realizzazione del progetto permette a molte persone di lavorare. Come può essere meglio di così?

Tornando al programma, gli eventi sono tutti organizzati e realizzati direttamente da artisti, ricercatori e professionisti internazionali provenienti da Serbia, Italia, Argentina, Cile, Stati Uniti, Ecuador, Venezuela, Indonesia, Senegal, andando a coinvolgere il pubblico in una kermesse totalizzante di letteratura, danza, arti visuali e nuove tecnologie applicate alle arti, alla filosofia, al cinema, al teatro e al disegno. Un dato certamente interessante: la prima edizione del Festival ha avuto luogo a San Juan (Argentina) nel 2014 e ha visto 150 studenti coinvolti tra workshop e masterclass, più di 3000 persone presenti ai concerti, con il raggiungimento dell’obiettivo di audience development. L’evento è stato organizzato, patrocinato e sponsorizzato dall’Università di San Juan (UNSJ), Mozarteum Argentino, Ministero della Cultura, Governo di San Juan, Conservatorio Tito Schipa di Lecce e Università degli Studi di Bari. Per finire, un’informazione importante: condividete questo articolo, Condividete la campagna con ogni strumento. Dal passaparola ai social. Partecipare è semplice ed è un modo efficace per fare veramente la differenza.

Presentato a Roma il nuovo rapporto Federculture: grande assente il crowdfunding

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E’ stato presentato a Roma il nuovo rapporto annuale Federculture (l’undicesimo per l’esattezza) sullo stato dell’arte della cultura italiana. Siamo felici di essere una piattaforma italiana verticale per la raccolta di fondi per progetti culturali. Ma piuttosto stupiti di non essere sommersi di progetti tanto da non sapere più come fare per pubblicarli. I dati forniti parlano chiaro. Gli investimenti pubblici, dopo anni di tagli allo spettacolo e ai beni culturali così come a scuola e università, continuano ad essere il fanalino d’Europa: uno scandaloso 0,13% rispetto al PIL. Quest’anno il Mibact vede passare per la prima volta dal secondo dopo-guerra, ulp, un aumento del finanziamento passato da 1,5 a 1,6 miliardi annui. Ma crollano le erogazioni liberali (-19%) e i fondi bancari (-12%) con i quali qualcuno sperava di rimediare al taglio dei fondi pubblici.

Quest’anno il Mibact vede passare per la prima volta dal secondo dopo-guerra, ulp, un aumento del finan¬zia¬mento

Quest’anno il Mibact vede passare per la prima volta dal secondo dopo-guerra, ulp, un aumento del finan¬zia¬mento

Il dato consolante è l’aumento della spesa da parte delle famiglie italiane per cultura e tempo libero dopo due anni di crisi. Secondo il rapporto si tratta di 66,1 miliardi di euro nel 2014, circa 1,4 miliardi in più rispetto al 2013 (+2,1%), contro il –5% del 2013 e il –10% del 2011. Un secco aumento si registra anche nel numero di visitatori a musei e mostre (+7,7%), ai siti archeologici e monumenti (+5,8%), seguiti dal teatro (+2,2). Interessante la differenza registrata nelle presenze: i turisti in tutto il sud Italia nel 2014 sono meno di quelli arrivati nella sola Toscana, 8,6 milioni.
Dopo Napoli, Roma è la città che investe meno in cultura sia come incidenza della spesa sul totale del bilancio comunale, sia come spesa dell’amministrazione comunale per abitante: quella della Capitale è di 56 euro per cittadino circa un terzo di Firenze dove si spendono 183 euro per abitante.
In mancanza di una chiara analisi critica dell’austerità di cui soffre il comparto culturale con un evidente danno al suo stesso sviluppo, ho potuto ascoltare il consueto refrain monotono che ormai mi tocca ascoltare ovunque si parli di cultura in Italia e cioè che con il «turismo culturale» e il «made in Italy» in qualche modo salveremo il nostro magnifico paese. Come? Non l’ho ancora capito . Dal 2009 al 2013 gli arrivi nelle città d’arte sono aumentati del 14,4%. I turisti culturali hanno speso 12,5 miliardi di euro nel 2014, il 5,6% in più dell’anno precedente ma di investimenti d aparte del Governo e dei privati non se ne vede quasi traccia. Ci salverà il crowdfunding. Ne sono certa. E mi vengono in mente le decine di enti pubblici che potrebbero attivare strepitose campagne e non lo fanno. Perché? La risposta me la sono data e attendo fiduciosa teatri, musei, fondazioni e chiunque decida seriamente di mettersi in gioco. La piattaforma è nata nella città con il sindaco più innamorato della cultura d’Italia.  Una garanzia.

 

Formazione digitale per la cultura: alla Cavallerizza Reale la presentazione della scuola DiCultHer- Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities

Inaugurazione del percorso di formazione della DiCultHerr School alla Cavallerizza di Torino

Inaugurazione del percorso di formazione della DiCultHerr School alla Cavallerizza di Torino

Formazione digitale per la cultura: alla Cavallerizza Reale la presentazione della scuola DiCultHer- Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities

Un protocollo d’intesa sottoscritto sotto alle auliche volte della Cavallerizza Reale di Torino. La Cavallerizza è un edifico antico e fatiscente oggetto di discussioni accese fra politica e cittadini e relative alla sua destinazione d’uso.

Se fossi fra coloro che devono decidere non avrei dubbi. L’aula magna della Cavallerizza è una meravigliosa astronave e gli edifici circostanti ben si prestano ad ospitare quella che oggi, mi è parsa, finalmente una grande innovazione all’interno del panorama formativo universitario italiano cheha davvero bisogno di un pò di innovazione. Cito dal sito web : “la Scuola a Rete in Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities infatti aggrega oltre cinquanta organizzazioni tra università, enti di ricerca, scuole, istituti tecnici superiori, istituti di cultura, associazioni e imprese pubbliche e private, con l’obiettivo comune di far nascere un ‘campus diffuso’ in grado di attivare l’elaborazione di un’offerta formativa coordinata con il sistema nazionale per costruire il complesso delle competenze digitali indispensabile al confronto sempre più articolato ed eterogeneo con la smart society, nel quadro di un modello scalabile a livello europeo.
Lo sviluppo di un’offerta formativa della Scuola a Rete rappresenta una grande opportunità di apprendimento flessibile, personalizzato e collaborativo, capace di erogare contenuti e servizi formativi condivisi e innovativi. Cosa si può dire se non “finalmente”.

L'aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino

L’aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino

Dove si terranno i corsi della DiCultHer School? Da quanto ho capito sarà un modello organizzato su tutto il territorio italiano con punti di riferimento centrati sulle università chela costituiscono e le diverse realtà (aziende, associazioni, enti) che hanno aderito condivideranno compiti, competenze e funzioni garantendo in questo modo modo standard di formazione di altissima qualità.

Autorità e accademici insieme per il futuro della cultura digitale

Autorità e accademici insieme per il futuro della cultura digitale

Che cosa farà la scuola?
• Formazione: offrire agli allievi strumenti culturali e scientifici necessari per stimolare l’inserimento in comunità di pratiche nazionali ed internazionali, l’interdisciplinarità, la partecipazione a progetti orientati al digitale nella valorizzazione e conservazione dell’eredità culturale
• Diffusione della Cultura Digitale : favorire lo sviluppo di una ‘cultura del digitale’ ad ampio spettro , aggiornare chi già lavora nelle organizzazioni culturali e preparare chi ci dovrà lavorare.
Questo è il programma: molto interessante!
1. Scienze umane e digitali: l’informatica nelle discipline umanistiche (letteratura, filologia, filosofia, storia dell’arte, ecc.);
2. Beni culturali digitali: le applicazioni informatiche ai beni culturali sia materiali (biblioteche, archivi, musei, patrimonio archeologico e architettonico), sia immateriali (beni demo-etno-antropologici);
3. Arte e comunicazione digitale: le riflessioni teorico-pratiche sulla creazione artistica digitale (performing arts) e sulla comunicazione digitale (digital media, e-learning);
4. Economia e management dell’arte e della cultura digitale: la gestione del patrimonio di-gitale in un’ottica economico-sociale di promozione e diffusione della cultura e
dell’arte, anche collegate al turismo;
5. Design di sistema del cultural heritage: il design di un sistema di ri-funzionalizzazione del patrimonio come risorsa, bene comune e luogo di attivazione, attraverso il digitale, di una nuova ‘titolarità’ e ‘presa in carico’ da parte dei cittadini del Cultural Heritage.
L’accordo è stato siglato nel pomeriggio dopo un lunch a cui, purtroppo,  non abbiamo potuto partecipare. Stiamo seguendo il lancio di alcune nuove campagne prima dell’estate e non sempre è possibile fare tutto.

Verso le 15.00 abbiamo ascoltato con  grande interesse l’intervento di Paolo Verri che ha descritto con la consueta chiarezza i programmi e le attività per Matera 2019. Ci siamo candidati anche noi, attendiamo buone news.

Emanuela – www.innamoratidellacultura.it

Quale futuro per il crowdfunding? Oggi in massima espansione? Domani? Chissà.

Quale futuro per il crowdfuidng?

Quale futuro per il crowdfuidng?

Come contributor per la rivista online “Crowdfunding Beat” mi capita di leggere articoli interessanti sul crowdfunding. Istruttivi e con contenuti molto avanzati rispetto a quanto accade oggi nel nostro paese. In particolare , mi sento attratta dalla visione estera del crowdfunding perché rivela un mercato che qui in Italia non riusciamo nemmeno a immaginare. Siamo ancora fermi a dire che il “crowdfunding non funziona”. Davvero? Eppure solo da noi in Italia non funziona. Certo, se ne parla molto si organizzano trasmissioni televisive e radiofoniche per raccontare casi di successo e startup innovative. Riviste autorevoli elencano le piattaforme italiane con orgoglio (e in molti casi senza sapere nemmeno lontanamente di che cosa stanno parlando). Ma sono certa di non fornire dati errati quando dico che il crowdfunding in Italia funzionicchia. Viene spontaneo farsi qualche domanda. Analizzare a fondo i dati a disposizione. Certo, il mercato italiano è piccolo. In Francia e Spagna le piattaforme vanno forte. Quindi? E’ colpa del digital divide che ci affligge? Della mentalità degli italiani che non vogliono cambiare prospettiva? Il caso Uber è emblematico di un paese in mano alle corporazioni e incapace di cogliere che la sharing economy è un salvagente da non sottovalutare. Che cos’è il crowdfunding quindi? Come funziona? Dove sta andando?

Crowdfunding future

La sharing economy si basa sulla condivisione.

Leggendo una ricerca- interessante- portata avanti negli USA da CrowdCaucus, società di ricerca sul crowdfunding e le fonti alternative di finanziamento mi trovo d’accordo sul fatto che questo comparto (che ha visto la luce una ventina di anni fa ma sta ancora crescendo) offre uno spazio di evoluzione ampissimo. Ogni giorno in moltissimi paesi del mondo viene lanciata una nuova piattaforma. Contrariamente a quanto accade per il mondo bancario, nel crowdfunding mancano le regole stabilite e uguali per tutti. Cosa succederà fra quattro, cinque anni? Nel 2020 quindi? In questo ultimi cinque anni, la finanza ha preso l’alta velocità. Gli scambi e le negoziazioni sono state sostituite dal trading online. Le società finanziarie spendono più per la comunicazione virale e capillare sui social che per sedi prestigiose e servizi. La formazione avviene principalmente online e il contatto personale è ridotto al minimo indispensabile. Ci sono nuove forme per finanziare le piccole e medie imprese e le banche stanno cedendo il posto a nuove forme di pagamento, finanziamento, transazione, elaborazione. È difficile prevedere il futuro, i dati da analizzare sono moltissimi e tutti diversi fra di loro. Ognuna di questi porta da qualche parte. Nel crowdfunding il potere è sicuramente in mano alle persone. Senza dubbio è importante valutare il ruolo che la tecnologia ricopre nei confronti del comportamento umano quando si tratta di investimento. Che cosa è allora che nel crowdfunding genera “valore? L’ampliamento del valore economico? La creazione di valore d’impresa? L’aumento del valore sociale per la costruzione di reti immense di rapporti? Non si sa. Può darsi allora che negli anni a venire assisteremo a storie di successo eccellente oppure a un completo crash. Mi chiedo se, questo nuovo modo di finanziare porterà denaro in aree del mondo dove oggi di denaro non ce n’è. Il web arriva ovunque. E’ obliquo e trasversale. Chissà se questo sistema collettivo non porterà a una condivisione mondiale del benessere. I futuri possibili sono centinaia e tutti ugualmente interessanti. I rapporti come quelli portati avanti da “CrowdCaucus” e altre importanti realtà americane hanno come scopo quello di costruire una rappresentazione collaborativa di “futuri possibili” raccogliendo le opinioni da operatori del settore, leader di pensiero, dirigenti di servizi finanziari, membri normativi e legislativi, università, utenti, investitori e clienti. o qualcosa di molto diverso. Ci si augura di riuscire a stimolare un dialogo costante verificando come queste nuove regole possono essere applicate a una pratica vecchia (la finanza) .

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Il successo nel crowdfunding è frutto di una strategia accurata e di un grande orientamento al successo.

Gipo lo zingaro della barriera

Gipo lo zingaro della barriera

Perchè alcune campagne hanno successo e altre no? Quali sono i fattori determinanti per realizzare una campagna efficace in termini di comunicazione e raccolta?  Molti parlano di crowdfunding. Alcuni bene, alcuni male, altri, la maggior parte,  senza sapere di che cosa si tratta. E’ una colletta. Realizzata con strumenti digitali.  Una raccolta di fondi comunicata attraverso il passaparola fra la propria rete di contatti e quelli contattati attraverso i  social media. E’ un modo semplice e   diretto ideale per finanziare le proprie attività senza dover ricorrere ad una banca. Fra i diversi tipi di crowdfunding quello più diffuso e immediato è definito  “reward” cioè in cambio di una donazione si riceve una ricompensa. Questo è il meccanismo. Ma  gestire una raccolta con il crowdfunding significa mettere in atto una  campagna di comunicazione e, come si può intuire, non  tutti sono in grado di farlo e, soprattutto, pochi sanno che per avere successo , oltre alle competenze , è fondamentale  preventivare tempo e costi.  Quanti costi? Dipende. Indicativamente una media plausibile  è di circa il 20% dell’importo che si vuole raggiungere. Se si pensa che a fine raccolta il crowdfunding lascia, oltre ai fondi donati,   una campagna di comunicazione realizzata a basso costo, è corretto affermare che i vantaggi ottenuti sono più degli svantaggi.  Certo, bisogna darsi da fare. Ma il risultato finale è gratificante. Sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it,  un esempio di campagna cpndotta  con successo è   stata quella organizzata per  il documentario “Gipo lo zingaro della barriera”.

Proposta dal regista, Alessandro Castelletto, e dalla figlia del noto chansonnier piemontese , Valentina,  in 60 giorni sono stati raccolti i oltre 13.000 euro  sulla piattaforma e altrettanti tramite bonifico bancario.

i referral sono fondamentali per avere successo

i referral sono fondamentali per avere successo

Quale ricetta per questo successo? Gli ingredienti indispensabili sono stati molti:
1 – Il tempo – Dall’idea di realizzare una campagna di crowdfunding alla messa online del progetto sono passati almeno 4 mesi. La programmazione è fondamentale per qualsiasi attività ma nel caso di “Gipo lo zingaro della barriera” il tempo impiegato per capire, studiare, ideare e pianificare ha condotto ad una strategia articolata e ben congegnata dove nulla è stato lasciato al caso
2 – il team – i progettisti, coadiuvati e sostenuti da amici, professionisti della comunicazione  e fan.  Una squadra di persone amiche e ben organizzate  hanno costruito le attività di comunicazione, gestione e raccolta . Bellissimi i video.  Cambiati molte volte nel corso della campagna per comunicare in ogni momento che cosa stava accadendo. Sempre sul pezzo con ringraziamenti e immagini del day by day.
3 – il piano ricompense – questo elemento , che spesso viene trascurato è invece il motivo principale che attira le donazione. Alcuni opinano che offrire e  inviare una ricompensa ha un costo. E’ vero,  ma  il denaro che arriva con il crowdfunding è un regalo. Ricompense ricche e originali  sono perciò  il giusto scambio che una persona si aspetta per aver sostenuto il progetto.
4 – comunicazione – qui si   parla di social media, di video virali e di eventi.  Una serata è un buon momento per raccontare la propria idea e chiedere supporto economico per realizzarla. Le mail  mirate, una newsletter garbata. Tutte cose che aiutano la raccolta.
5 – entusiasmo – ogni attività è stata portata avanti con energia e grande determinazione.
6 – il crowd – Scopo del crowdfunding è quello di raccogliere denaro e  costruire attorno al progetto una “folla” di sostenitori affezionati e pronti a seguire il progettista anche nelle sue future avventure. Chi dona oggi lo farà anche domani.

7 – la piattaforma – La scelta di una piattaforma specializzata non è banale perchè il crowd, le persone che si raccolgono attorno, sono già sensibilizzate e attente. Negli Stati Uniti è normale scegliere la piattaforma ricorrendo a speciali applicazioni che, sulla base delle statistiche di successo o meno dei progetti, consigliano dove pubblicare la propria campagna.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it