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La piattaforma di crowdfunding dedicata alla cultura italiana

Con la cultura si mangia! A Torino apre Fiorfood il primo concept store di Coop. E il Salone del Gusto lascia il Lingotto per la strada

galleria san federicoA Torino, in pieno centro città, nell’elegante “Galleria San Federico”, precisamente nella storica sede del cinema Lux, sotto le eleganti volte del porticato liberty, nato col fascismo e datato 1938,  apre il primo concept store marcato Nova Coop. Ieri la presentazione alla stampa e oggi l’inaugurazione. Non pensate al solito supermercato. I 1300 metri quadri disposti due piani ospitano quello che la stessa Coop definisce come “centro di innovazione” nel cuore di un luogo storico, con un distretto sperimentale. Un punto di riferimento per fare la spesa a tutte le ore e iniziative per soci e clienti per effettuare una spesa consapevole.  Che tipo di eventi? Dal corso di cucina per i consumatori a quelli «per imparare a leggere l’etichetta di un prodotto acquistato o a spendere meno facendo la spesa». Lo spazio conferenze ha un’area per le scolaresche. «Sarà il primo negozio Coop in Italia, fortemente focalizzato sui prodotti a marchio Coop e sulla ristorazione di qualità- ha spiegato Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop -, un’operazione di cui siamo molto orgogliosi e che ha comportato 2 milioni di euro di investimento. Nel nuovo negozio, che aprirà al pubblico il prossimo 3 dicembre, saranno occupate 105 persone». La nuova apertura è il primo gradino di un impegno che Novacoop intende realizzare nei prossimi cinque anni a Torino con un investimento di 200 milioni di euro, la realizzazione di 3 superstore e l’occupazione per 500 persone. http://www.lastampa.it/2015/12/01/cronaca/fiorfood-a-torino-il-primo-concept-store-di-coop-2ayXWFiRs0DssePUGP6BHJ/pagina.html.
florfoodChe cosa troveremo dentro a Fiorfood? Oltre ai prodotti a marchio Coop, una libreria sempre con libri Coop, il fiore all’occhiello è la collaborazione con il ristorante “La Credenza” di San Maurizio Canavese e con gli chef stellati Giovanni Grasso e Igor Macchia. Un connubio da leccarsi i baffi. Posso confermare. Ho assaggiato il risotto alla toma con una grattatina di caffè. Davvero delizioso.

Salone del gustoPer finire, è notizia di oggi che il “Salone del Gusto” lascerà la storica sede al chiuso del Lingotto per espandersi in città. A settembre, a Torino, si mangerà ovunque. Dal parco del Valentino fino al centro città non ci sarà luogo in cui la cultura del cibo non possa essere degustata. Verrà abolito il biglietto di ingresso e già aspettiamo fiumane di persone da tutto il mondo. Perchè è sempre più  vero che #conlaculturasimangia.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Lezione di Crowdfunding n°19. Facebook serve per avere successo con la propria campagna? Certamente si!

facebook 3Ogni giorno, parlando con persone interessate ad attivare una campagna di crowdfunding, mi ritrovo a spiegare che esistono alcuni elementi imprescindibili. Ci sono passaggi che non si possono e non si devono saltare. La pianificazione è il primo step. La comunicazione il secondo. Ma anche il terzo, e il quarto e il quinto. Oggi parlerò di social media. E quindi di post, engagement e insights. Quindi di Facebook. Il social media più amato e utilizzato dagli italiani con oltre venti milioni di utenti giornalieri attivi.

Come funziona Facebook?
Il paragone che mi piace utilizzare di più perché trovo che sia estremamente chiarificatore è paragonare Facebook a una vetrina. La propria pagina Facebook serve infatti a mettere in mostra ciò che vogliamo comunicare. Che sia un pensiero, un’idea, un progetto o, appunto, una campagna di crowdfunding. A chi lo comunichiamo? Alla nostra comunità composta da amici, potenziali clienti, amici degli amici. Questa piattaforma sociale ha infatti la peculiarità di poter raggiungere una grandissima quantità di persone ampliando la comunicazione non dico a dismisura ma certamente moltissimo.
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Ci sono progetti che hanno già una pagina Facebook. Altri che invece la aprono proprio perché hanno deciso di attivare una campagna di crowdfunding. Il mio consiglio, se vi trovate nella seconda situazione, è quello di aprirne una il prima possibile e iniziare a “farla crescere”. In questo modo, prima ancora di raccontare la campagna, molte persone ne sapranno già qualche cosa e il lancio sarà più seguito e semplice.

Che cosa sarebbe questo engagement?

E’ un termine inglese che significa “coinvolgimento”. Pubblicare dei post (le notizie) sulla bacheca della propria pagina Facebook va fatto con cognizione di causa. Inutile pubblicare a raffica. Facebook ha degli algoritmi che puniscono i pubblicatori seriali. Il consiglio è al massimo di tre post al giorno. Scegliendo bene che cosa pubblicare e come farlo. Il tono è tutto. Deve essere gentile, ammiccante, interessante e, coinvolgente! L’uso delle domande, la richiesta di un’opinione rende la comunità attiva e interattiva. Questo è quello che porta ad avere nuovi contatti e a diffondere la comunicazione.

facebook
Come si scrive un post?
Vero, non siamo tutti social media manager. Ma con poche regole ben chiare chiunque può diventare bravo e pubblicare post interessanti. Come già scritto sopra, l’obiettivo è quello di coinvolgere le persone e farle partecipare. Scrivere che avete una campagna pubblicata sul portale con il link del progetto difficilmente vi farà arrivare una donazione. Meglio raccontare  qualcosa di interessante. Un particolare che stuzzica la fantasia. O magari i ringraziamenti a chi ha già donato. Far vedere con l’uso di video e immagini  ai propri fan che cosa succcede giorno per giorno è un modo per far capire alle persone che siete veri. Che il progetto esiste e che procede proprio grazie all’aiuto di tutti quanti i sostenitori.
Personalmente amo i video.  Le persone li guardano volentieri. Soprattutto se sono divertenti e coinvolgenti. Corti, colorati, spiritosi. Vengono condivisi con piacere e certamente aiutano la diffusione.

Faceboolk e le funzioni della modalità “pagina”
Se avete aperto una pagina, Facebook mette a disposizione alcune funzioni utili per capire come si sta procedendo. Si chiamano insights e servono per raccogliere dati sul proprio pubblico di ammiratori. Si può capire quali sono i post più letti, a che ora sono stati letti, se vengono condivisi. E quante sono state le visualizzazioni. Altri dati importanti riportano l’età e il sesso di chi vi legge. Un bel modo per capire che cosa pubblicare, a chi e quando.
Emanuela Negro-Ferrero – enf @innamoratidellacultura.it

 

 

L’Italia può diventare il paese più smart del mondo. Alla Reggia di Venaria l’Italian Digital Day. A che punto è il digitale nel nostro paese?

1448123656-italian-digital-day-at-the-reggia-of-venaria-reale-turin_9115756Un’intera giornata dedicata all’innovazione digitale. La sede prescelta è la strepitosa galleria grande della Reggia di Venaria. Un evento in grande stile, ricco di contenuti interessanti e oratori di prestigio. Conduttore è il giornalista Riccardo Luna. Luna è il promotore e coordinatore nazionale dei “digital champions” ambasciatori dell’innovazione istituiti dalla Comunità Europea e il suo saluto di apertura è stato :” Voglio dirvi tre parole: Bravi, grazie, cambiamo tutto. Di nuovo» .
La giornata ha visto una scaletta intensa e interessante. Si tratta di raccontare tutto quello che è stato fatto dal 2013 al 2015, quando cioè è stato approvato il testo ufficiale del documento dell’Agenda Digitale Italiana, e illustrare quello che ancora è in divenire. “Nei prossimi due anni abbiamo da affrontare una grande sfida. Quella di portare l’Italia a fare l’Italia”. Conclude così il suo intervento il premier Matteo Renzi dopo che Paolo Barberis prima e Antonio Samaritani dopo, hanno illustrato con chiarezza le aree di intervento e gli interventi già attuati. L’elenco è lungo. A partire da “Italia login”. Di che cosa si tratta?

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Provate a immaginare di poter pagare le imposte direttamente dal proprio telefonico. Oppure una multa. Di accedere al proprio cassetto fiscale senza doversi recare dal commercialista o sottomettersi a lunghe code o a passaggi burocratici borbonici ed estenuanti. Nei prossimi due anni il lavoro è focalizzato sul portare il maggior numero di azioni digitali alla portata dei cittadini. “Un metodo infallibile per combattere l’evasione fiscale” dice Renzi. Iniziando dalla dichiarazione precompilata, i servizi si allargheranno a tutti i settori. Dall’anagrafe unica con una sola base dati al collegamento fra istituti bancari e pubblica amministrazione con il risultato di facilitare non solo i pagamenti ma la conservazione delle ricevute che oggi tormentano il cittadino italiano. Altra novità è la creazione di www.design.italia.it, il sito preposto alle linee guida per tutti i siti governativi italiani che dovranno così parlare una lingua unica.
La giornata è volata via veloce. Mi sorge il dubbio, ma sono certa che le soluzioni siano già in atto,che intere fasce di popolazione rischino di essere tagliate fuori da questa rivoluzione digitale. Il digital divide esiste, è un dato di fatto. Il gender digital divide ancora di più. Come il governo Renzi intenda affrontare queste due situazioni non mi è chiaro. Per certi versi nel digital divide mi includo anche io. E’ notizia recente che a Torino si pagherà il parcheggio con il cellulare. Basterà scaricare una delle applicazioni indicate e..voilà? Ne siamo sicuri? Io non troppo. Mi dovrò adeguare. Ovviamente. Ma come molti tardivi digitali faticherò a entrare nell’ordine di idee. In ogni caso, con me o senza di me, l’Italia va avanti. Quella che mi sembra non vada affatto avanti è la questione banda larga. Il governo ha preso impegni per i prossimi due anni. Ma la situazione in Italia è ancora critica.

Coda di visitatori e misure di sicurezza in occasione di "Italian Digital Day" presso la Reggia di Venaria, Torino, 21 novembre 2015.  ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Coda di visitatori e misure di sicurezza in occasione di “Italian Digital Day”

Fra il pubblico ho notato seduto in prima fila Giuseppe Recchi, ad di Telecom. L’impegno preso parla di cablare il paese in due anni e di arrivare a 20 mega nel 2020.   Ci rivediamo comunque fra due anni. Il premier Renzi ha fissato l’appuntamento al 17 novembre 2017. Sempre alla Venaria Reale.Stay tuned.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Lezione di crowdfunding n°18. Ringraziare i propri sostenitori è il giusto modo per creare una comunità di appassionati alle proprie idee e progetti.

indice 3Venerdì 13 novembre, negli spazi di Toolbox, lo staff dell’Indice dei Libri ha organizzato la “festa del ringraziamento”. Un allegro momento di incontro organizzato con cura per ringraziare personalmente gli oltre 100 donatori che hanno sostenuto con generosità ed entusiasmo la campagna di crowdfunding appoggiata sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it
I presupposti c’erano tutti. Prima di iniziare la campagna mi sono riunita un paio di volte con lo staff di Fahreneit452,   startup specializzata in comunicazione culturale a cui Mario Montalcini, nuovo Ad dell’Indice dei Libri del Mese ha affidato la gestione del crowdfunding e, una volta raccolto il denaro necessario, delegato la costruzione del nuovo sito della famosa rivista e la gestione dello stesso.
indice 2Insieme allo staff di Fahreneit452 abbiamo costruito una strategia che, partendo dallo storytelling, sino ad arrivare alle azioni vere e proprie di comunicazione, ha certamente creato i presupposti perché questa campagna di crowdfunding avesse successo. Per me è sempre più vero che il progettista che segue la campagna e se ne occupa senza remore o timori riesce ad avere successo. Invece, le campagne che vedo ferme sul portale non sono bloccate perché brutte o poco interessanti. Semplicemente non vengono seguite dai loro organizzatori. Questo per me rimane un vero mistero :perché montare una campagna di crwodfunding è faticoso. Che senso ha lasciarla languire sul portale?
indice 1Tornando alla “festa del ringraziamento” , ho trovato che la location fosse davvero azzeccata. Toolbox è il più grande spazio cittadino dedicato al coworking. Un edificio industriale ristrutturato magnificamente qualche anno fa e in grado di offrire scrivanie e sale riunioni per ogni esigenza e portafoglio. Anche l’organizzazione era perfetta. Il buffet, abbondante e ben curato. L’atmosfera gioiosa e rilassata. I donatori, hanno partecipato in molti. Vedere i sorrisi raggianti delle persone mi ha fatto pensare che il crowdfunding abbia qualcosa di magico. Mette veramente insieme le persone. Ma non si tratta di condivisione. Credo si tratti di qualcosa di diverso. Qualcosa che ha a che fare con la costruzione di un io comune.Partendo dalla condivisione si arriva alla comunione. Di intenti e poi di cuori.

E’ stata davvero una bella serata. Grazie all’Indice dei Libri, allo staff di Fahreneit452 e ai generosi sostenitori.

Emanuela Negro-Ferrero – Ceo – enf@innamoratidellacultura.it

La settimana dell’arte contemporanea. Artissima, Paratissima. Torino? Bellissima.

Artissima standUna settimana luccicante. Densa di eventi. Artissima. Paratissima. The Others. Flashback. Torino per la settimana dedicata all’arte contemporanea si è riempita del popolo colorato e sensibile innamorato dell’arte. Contemporanea e non. Di turisti. Di semplici amanti dello struscio. Di curiosi. Di artisti e di giornalisti. Alla conferenza stampa, l’Assessore regionale alla cultura ha spiegato come il Piemonte crede e veste nel sistema dell’arte contemporanea. Un sistema voluto dalle giunte precedenti, comunali e regionali, e che mette in moto una macchina che ovunque, non solo a Torino, produce tonnellate di denaro. E muove le folle. L’Oval è ormai da anni sede istituzionale di Artissima. Personalmente la trovo bella ma fuori mano. E’ vero, c’è la metro. Ma in tempi green perché costringere folle di persone a prendere mezzi e auto? La sorella giovane e un po’ scapigliata di Artissima, Paratissima, nata per prendere in giro la solennità radical e chic della fiera cittadina è uscita l’anno scorso dal “recinto” del quartiere San Salvario e si esprime oggi in tutta la sua creatività divertente negli ampi spazi di Torino Esposizioni. Esattamente il luogo dove io farei stare Artissima. A tiro di passeggiata. Vicino al parco e al fiume. Lasciando i giovani e ribelli dentro agli spazi del quartiere più amato e movidaro della città. Che se non ne aveva abbastanza di due fiere, ha fatto en plein con la notte bianca dedicata alle gallerie. Che cosa ho visitato?

MertzAlberto Peola. In Via della Rocca 29, nel pieno centro cittadino. Mi sono incantata davanti alle opere di Fatma Bucak. Poi ho scelto Biasutti. Con una esposizione incantevole dedicata al Maestro Scanavino. Ho provato strani cappelli piumati in una temporary gallery di fianco a Biasutti. Mi sono spinta fino in Piazza Carignano ad ascoltare le nove sinfonie di Behetoveen allestite dentro ad un appartamento vuoto dall’artista per la galleria Noero. L’ultimo stop della giornata da Daniela Foresto in Piazza Gran Madre ad ammirare i suoi famosi portraits. Bella gente resa ancora più bella dall’obiettivo sapiente della fotografa più amata dai torinesi e, a quanto ho visto, anche da diverse celebrities italiane: Massimo Boldi, Ewa Herzigowa, Isabella Ferrari. E molti altri ancora. Il giorno dopo, stanca ma felice, dopo il passaggio all’irrinunciabile Fondazione Mertz, ho assistito all’apertura del “Terzo Paradiso” con il Maestro Michelangelo Pistoletto.

terzo paradisoSituato davanti al Mastio della Cittadella, il famoso simbolo è composto di pietre squadrate e spicca nel prato verde chiaro circondato da alberi dalle foglie multicolori. Bellissimo. Come la mostra della “Biennale Italia- Cina” che ho avuto modo di visitare dopo aver fatto finta per mesi di non avere tempo da dedicare. Arrivata a sera, mi rimane un senso di leggerezza, quasi di euforia. L’arte muove denaro, muove folle di persone. A me, innamorata della cultura,  muove soprattutto l’anima.

 
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

“Luci d’Artista” a Torino inaugurano il mese dell’arte contemporanea

la_gran_madre_di_torino_di_notteLe attendevo con ansia. Ogni anno, quando le smontano, per me è un piccolo lutto. Parlo delle “Luci d’Artista”. Opere d’arte luminose create da artisti per abbellire Torino durante le lunghe e fredde notti invernali. Una felice intuizione dell’ex assessore alla cultura della città, Fiorenzo Alfieri, le “luci d’Artista” tornate a brillare ieri sera per il 18° anno consecutivo. La cerimonia di apertura è stata inaugurata dal “défilé” (creato da Torinodanza e dalla Biennale de la Danse di Lione nel 2014) in una nuova versione curata da Elena Rolla, figlia del famoso architetto. Il corteo di ballerini e musicisti – a cui si sono uniti i cittadini e i turisti – si è snodato per le vie della città: in Via Garibaldi troviamo “Lui e l’arte di andare nel bosco” di Luigi Mainolfi. In Piazza San Carlo troviamo un’opera di Nicola De Maria , “Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime” di Nicola De Maria. In Via Pietro Micca e Cernaia “Volo su…” di Felice Casorati e in Via Roma “Planetario” di Carmelo Giammello.
In tutto sono venticinque le luci che si accendono quest’anno, con sei novità, mentre l’opera simbolo è “Migrazione” di Piero Gilardi in Galleria Subalpina.
luci d'artista 2Quali sono le nuove installazioni? In via San Francesco d’Assisi “Il Mito” di Nello Ferrigno, una new entry arrivata da Salerno come anche “Mosaico”, di Enrica Borghi. In piazza Castello, dal lato di via Accademia delle Scienze, si trova un’altra nuova luce, “Mattang Lucente. La rete celeste di Gaia”, prodotta dall’Istituto Nazionale di Astrofisica per l’anno internazionale della Luce e ideata da Ugo Locatelli. Si tratta della ricostruzione luminosa di un antico “mattang” polinesiano, una mappa in bambù dei sistemi di correnti marine e venti, fabbricato dagli isolani per muoversi nell’arcipelago. Sono venticinque le luci che si accendono quest’anno, con sei novità, mentre l’opera simbolo è “Migrazione” di Piero Gilardi in Galleria Subalpina. E’ bello andare in giro per la città e scoprire le opere a mano a mano.

luci d'artista 1La mia preferita, da sempre, “Piccoli spiriti blu” al Monte dei Cappuccini. Una magia azzurra illumina come una corona il santuario rendendo la notte misteriosa e irreale. Dalla prossima settimana la città illuminata si riempirà di arte e di cultura. Giovedì inaugura Artissima. Sabato, ci sarà la consueta notte bianca con tutte le gallerie aperte per uno struscio colto, inusuale e divertente.Torino perde per qualche giorno la sua dignità riservata per diventare una allegra signora un po’ radical e un po’ chic. Quella delle Olimpiadi invernali. Indimenticabile.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Crowdfunding Lesson n°17 – Il finanziamento dal basso che piace e fa bene alla cultura.

Santa-Caterina-Casal1Cultura. Arte. Restauro. Stiamo parlando di beni tangibili di cui la società non può fare a meno. Pilastro della democrazia, la cultura ha un impatto sociale fondamentale e irrinunciabile per la crescita e la formazione degli individui. Eppure in Italia, immersi come siamo fino al collo nella cultura, c’è ancora chi non sente né capisce. Federculture ogni anno esprime nel suo rapporto annuale dati allarmanti per un paese che possiede il più vasto patrimonio artistico e architettonico dell’intero pianeta . Il rapporto 2014 è stato presentato in questi giorni, come accade ormai da dieci anni, a Ravello. Il comunicato stampa recita : “25 tavoli tematici, oltre 450 partecipanti da tutta Europa, decine di istituzioni internazionali coinvolte. Federculture e Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali lanciano la decima edizione di Ravello Lab e tracciano un bilancio del lavoro di questi anni. Dalle “Raccomandazioni” rivolte ogni anno a Governo, Parlamento e Istituzioni europee emergono numerosi temi divenuti centrali nel dibattito sulle politiche culturali e alcune proposte trasformate in leggi operative. Tra tutte la Capitale Italiana della Cultura e il Fondo per la progettualità culturale”.

santa_caterina4Parlare di “crowdfunding per la cultura” per noi che siamo nati nel 2013 e operiamo da tempo in un mercato innovativo – ma non certo nuovo – , significa prima di tutto parlare di impatto sociale e costruzione di un nuovo comportamento nelle persone. La donazione per un progetto culturale nasce infatti prima di tutto dalla percezione che il potenziale donatore ha dell’utilità del suo intervento a sostegno. Un caso che voglio citare e che parte dall’esperienza diretta di una delle molte campagne avvenute attraverso il portale www.innamoratidellacultura.it è la raccolta fondi per il restauro della chiesa di Santa Caterina promossa dall’Associazione Santa Caterina Onlus  http://www.onlus-santacaterina.it/.

Macrino-DAlba-foto-Claudio-ColliLa chiesa, un meraviglioso esempio di barocco piemontese, sorge al centro di una delle piazze principali di Casale Monferrato e richiede importanti interventi di restauro. Nel mese di gennaio 2014, la presidente dell’Associazione ci contatta perché ha deciso di ricorrere al crowdfunding per portare avanti alcune parti minori del restauro. In fase di progettazione della campagna la domanda che si poneva era: da che cosa partiamo? La chiesa è inserita al centro del paese ma a nessun cittadino è mai venuto in mente di promuoverne il restauro e le molte iniziative organizzate dall’associazione (come concerti, letture e visite) non erano riuscite a far affezionare la cittadinanza al punto da pensare di partecipare al restauro perché il bene è di proprietà comune. Cosa fare? Occupandoci da anni di comunicazione abbiamo ideato una campagna di comunicazione e trovato un testimonial d’eccellenza. Nella cripta della chiesa sembra sia stata sepolta la marchesa del Monferrato, Anne di Alençon. Abbiamo pensato che cercare una tomba è certamente più intrigante che promuovere una ricerca iconografica o il restauro dell’abside.

9-dicembre-2014-745x494Il testimonial aveva un volto, il famoso ritratto di Macrino d’Alba, e un critico eccellente, Vittorio Sgarbi, disposto a venire a Casale Monferrato durante la campagna di crowdfunding per regalare quel tocco di visibilità necessario a infondere nelle persone la certezza che il bene da restaurare ha un valore e che donare per sostenerlo è giusto. La campagna è andata bene. Il denaro raccolto, circa 10.000 euro, ha sortito l’effetto voluto. La chiesa è diventata oggetto di interesse da parte della cittadinanza. Ha aperto un punto di incontro turistico sotto l’Expo. Sono certa che, se oggi l’Associazione Santa Caterina Onlus volesse promuovere una nuova iniziativa di crowdfunding avrebbe molto più successo. Perché a Casale oggi si parla un po’ meno di amianto e un po’ più di cultura.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it CultureLover_it

Il grande regista Friedkin firma un’Aida eccezionale per il Teatro Regio di Torino.

Aida 2Cosa ci poteva essere di meglio di una collaborazione fra il Teatro Regio e il Museo Egizio di Torino per creare l’Aida che nessuno ha mai visto? Aida è un’opera meravigliosa che trova da sempre la sua migliore collocazione all’Arena di Verona. Il Teatro Regio di Torino non può vantare tale vastità di spazi, ma possiede la creatività e il coraggio di creare un nuovo allestimento con il Museo che più di ogni altro al mondo può occuparsi della scenografia. Torino ha una connessione strettissima con l’antico Egitto. Nel 1628 Carlo Emanuele di Savoia comprò una tavola d’altare in bronzo riportante geroglifici non ben definiti ma certamente di matrice egiziana.  La “mensa Isiaca”(questo è il nome della tavola ) fece nascere nel re Carlo Emanuele III il desiderio di mandare in Egitto un botanico, il professore , Vitaliano Donati, per cercare qualcosa che potesse aiutare la decifrazione della tavola. Che cosa derivò da questa spedizione è sotto agli occhi di tutto il mondo perché la collezione del Museo Egizio è considerata la seconda al mondo per importanza e ricchezza.

aida 1Per celebrare l’apertura del Museo e inaugurare la stagione d’opera, il famoso regista americano William Friedkin ha creato un allestimento unico e irripetibile. Citando dal libretto che mi hanno consegnato all’ingresso, il regista afferma :”Ho scelto di mantenere le ambientazioni originali, non sono d’accordo con le trasposizioni moderne. Tanto più a Torino, sede del Museo Egizio”. La serata senza dubbio è stata magica. Ma la cosa che mi ha sorpreso più di tutti (abituata come sono ad un quieto pubblico di torinesi amanti dell’understatement) è stato il fuoco di flash che improvvisamente hanno investito alcune signore sedute due file davanti a me. Belle signore, che a me non mi dicevano nulla di particolare. Tranne una. Elsa Martinelli, sicuramente. I nomi delle altre persone, strafotografate le ho lette il giorno dopo sul giornale. Il regista pare avesse acquistato un’intera fila di posti per i suoi amici americani: i signori Rotschild, la citata Elsa Martinelli, Candice Bergen e altri ancora. Ben fatto Mr Friedkin, davvero ben fatto.

Friedkin-e-Noseda-Backstage-196Mi sono chiesta se questi personaggi diventeranno “amici” del Teatro. A Chicago, anni fa, alla prima di un concreto con il maestro Abbado avevo trovato sulla poltrona una busta. Conteneva un ringraziamento per aver pagato il biglietto e un’offerta di possibilità di donazione decisamente molto ampia e ben descritta. Si spaziava dalla cena privata con il Maestro Abbado alle foto con lui, gli autografi e così via. Avevo pagato il biglietto. Certo. Ma mi hanno chiesto lo stesso una donazione per il sostegno del teatro. Al diavolo l’understatement.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Come le “otto grandi bugie sui soldi” ci impediscono di realizzare una campagna di crowdfunding di grande successo

Il crowdfunding è una colletta. Realizzata con strumenti digitali ma pur sempre una colletta. Ha a che fare con i soldi e, principalmente, con il chiedere soldi a persone sconosciute per realizzare i nostri progetti. Fin qui è tutto chiaro. E’ anche altrettanto chiaro che le persone che riescono ad ottenere grandi risultati lo fanno perché hanno dimostrato di essere organizzate e determinate nel raggiungere lo scopo che si sono prefisse. C’è un aspetto che ritengo fondamentale e di cui pochissimi – se non nessuno –  parlano. Il successo di una campagna di crowdfunding è determinato in gran parte da due fattori : fiducia incrollabile e un buon rapporto con il denaro.

maxxi-denaroE’ proprio su questo secondo punto che molte persone si bloccano. L’obiezione più frequente da parte di chi stenta ad approcciarsi al crowdfunding è “non mi va di chiedere l’elemosina”. Oppure che “ con questa crisi chissà mai chi mi darà anche solo un euro”. Essendo per natura curiosa , da tempo navigo diversi siti americani alla ricerca di qualche risposta. Quello che emerge, da John Assaraf a Louise Hay, Anthony Robbins e molti altri formatori è il concetto che il denaro non sia altro che energia e che l’unica cosa che ci impedisce di averlo, di riceverlo, di godercelo, risiede nel nostro sistema di credenze.
Cioè?In pratica, la nostra situazione finanziaria riflette esattamente ciò che noi pensiamo di meritare e di avere. La soluzione consigliata è quella di cambiare il nostro sistema di credenza e imparare a ricevere. Per niente facile, eh?
stampare_soldi_01Nei giorni scorsi mi sono imbattuta in un libro piuttosto interessante scritto dalla formatrice americana Pam Grout http://www.healyourlife.com/top-10-lies-about-money. Un saggio divertente e irriverente perché affronta con ironia quelle che sono definite comunemente come “big fat lies” riguardanti il denaro, frase che tradotta in italiano suona più o meno come “ grandissime bugie” sui soldi.
Ho tradotto alcuni brani dell’articolo con la speranza di chiarire un punto di vista che, proprio perchè viene applicato in maniera del tutto naturale da alcune persone, a mio avviso è corretto. La maggior parte di noi ha una visione ristretta del denaro. Vero. Pensiamo sempre che non ce ne sia abbastanza. Vero? Che sia fuori dal nostro controllo. Vero? Che ci controlli attraverso il nostro lavoro (lavoro che per la maggior parte dei casi detestiamo) . Vero? Che non “cresca sulle piante”.Vero? Che “non si stampi”. Vero? Insomma, sembra che la scarsità sia molto più diffusa dell’abbondanza. Eppure …

soldi 1Ecco l’elenco. Enjoy!
Enorme bugia n°1 – Per essere felice ho bisogno del denaro
Gli indigeni, di qualsiasi popolazione siano, ridono della nostra mania di accumulare qualsiasi cosa. Il denaro non dà la felicità. Certo, aiuta. Ma abbiamo veramente bisogno di tutto quello che abbiamo?
Enorme bugia n°2 – Se hai denaro sei più felice
Veramente? La felicità è uno stato interiore che ha davvero poco a che fare con il denaro. Il denaro alleggerisce la vita, questo è vero. Ma non rende felici le persone.
Enorme bugia n°3 – Devi spaccarti la schiena per guadagnarlo
Una sola domanda: una persona che lavora otto ore al giorno in fabbrica è milionaria? No. Non esiste un collegamento fra ammazzarsi di fatica e diventare ricchi. Nella maggior parte dei casi il denaro arriva in modi diversi, spesso improvvisi. Quindi?
Enorme bugia n° 4 – Non ci sono più soldi in giro
Si sono messi tutti d’accordo. Un’enorme macchina pubblicitaria che ci ripete senza sosta che c’è crisi, non ci sono più soldi. Dare un limite ai soldi significa credere a questa enorme bugia. I soldi non sono finiti. Ce ne sono tantissimi in giro. Basta guardare meglio e aspettarsi il meglio. Il crowdfunding è la dimostrazione che,  tante piccole cifre offerte da tante persone diverse possono fare grandi capitali.
Enorme bugia n°5 – Più ne ho e meglio è
Restare nel presente significa apprezzare quello che già si ha senza ansieggiare per quello che non si ha ancora. Il denaro è energia pura. Lasciarlo stagnare nel cassetto oppure in banca non lo fa aumentare, lo blocca.
Enorme bugia n° 6 – Il Sistema economico non cambierà mai
E chi l’ha detto? Siamo noi con le nostre scelte che determiniamo l’andamento delle cose. Oggi più che mai possiamo determinare un nuovo paradigma economico. Lo dimostra la sharing economy.
Enorme bugia n°7 –  Il denaro è cattivo. I ricchi sono cattivi.
La verità è che il  denaro non è né buono né cattivo. Il denaro non ha valore se non quello che gli conferiamo con il nostro atteggiamento. Amare il denaro per ciò che è realmente, questa è la vera libertà.
Enorme bugia n°8 – Per avere denaro devo avere un buon lavoro
Il denaro lo puoi guadagnare lavorando. Oppure vincendo alla lotteria. Sposarlo. Ereditarlo. Trovarlo in una valigia alla stazione. Non c’è nessuna regola se non quelle che dettiamo noi stessi.

Potremmo andare avanti all’infinito. Queste credenze, che la maggior parte di noi eredita dalla famiglia, respira a scuola, in chiesa, dagli amici, possono essere cambiate per altre credenze meno li-mitanti e più costruttive. In che modo? Ci sono corsi, libri, conferenze. Quello che abbiamo scelto di applicare con il nostro lavoro si chiama co-creazione. Lo vediamo tutti i giorni messo in atto dai progettisti delle campagne pubblicate sulla piattaforma. Quali sono i progetti che hanno più successo? Perché alcune campagne riescono ed altre falliscono? La risposta che posso dare dopo un anno e mezzo di lavoro è che il progettista che ha successo lo ottiene  perché crede fortissimamente di avere successo. Pensa che tutti gli daranno denaro per finanziare la sua idea. Non si sente in colpa. Gioisce e ringrazia ogni volta ed è molto focalizzato sulla parola vittoria. Un leader, insomma.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

ArtLab 2015. La cultura ha bisogno di programmazione per crescere e prosperare.

In Puglia, per la precisione a Lecce,  è partito ArtLab 2015, un programma completo di dibattiti ed eventi suddivisi in filoni tematici. Artlab è stato ideato per pensare, progettare e riflettere sul ruolo che arte e cultura hanno per lo sviluppo economico, la coesione sociale, e la crescita civile dei territori.
Leggo dal programma che la prima giornata di ArtLab organizzata insieme al British Council , è incentrata sul territorio pugliese, sulla costruzione e il valore delle sue reti all’interno ed all’esterno.

art lab 2

LA CULTURA HA BISOGNO DI UN PIANO INDUSTRIALE

Facendo un passo indietro, Lecce era candidata per diventare Capitale Europea della Cultura 2019. La candidatura, fortemente voluta dall’assessore alla Cultura Luigi Coclite il quale (cito dal sito di ArtLab) parla di Lecce come Capitale Europea della cultura 2019:«L’obiettivo delle istituzioni è stato quello di prendere il fermento della candidatura e utilizzarlo per costruire l’offerta culturale della città. […] Sarebbe stato molto semplice sfruttare i contributi destinati a Lecce per il 2015 per fare tre grandi eventi; invece abbiamo puntato in un’altra direzione: abbiamo tentato un’azione di recupero a tappeto».

DiCultHer 3Questo impegno si è tradotto in un vero e proprio recupero della cultura, che è passato attraverso il recupero della stagione lirica, l’organizzazione di eventi musicali (che hanno permesso ai musicisti del territorio di fare rete e suonare insieme) il fiorire di reading letterari in spazi inusuali e il teatro fuori dal teatro come è il progetto di teatro all’interno delle carceri ”io ci provo”.
Grazie all’impegno di Paola Leone, ideatrice del progetto, per la prima volta i detenuti possono utilizzare l’articolo 21, che regola il lavoro riabilitativo fuori dalle carceri, facendo un lavoro culturale, l’attore: si può ancora puntare su un lavoro culturale partendo da un luogo marginale.
art lab 15La cosa che mi piace moltissimo è la decisione corale degli assessori di creare un piano con obiettivi a lungo termine.
Silvio Maselli, neo assessore alla Cultura di Bari, ne evidenzia il valore nelle note conclusiva del suo intervento: «non abbiamo bisogno di infarcire le città di eventi che rappresentino lo scintillio di una notte e poi la depressione, abbiamo bisogno di strutturare la nostra vita culturale, di dare al fruitore un’offerta che possa comprendere e vivere». Personalmente penso che le due cose, eventi e programmazione possano e anzi debbano coesistere. Torino è la dimostrazione più chiara di questo approccio. In vent’anni di impegno da parte della politica da polo industriale si è riconvertita in polo culturale e turistico. Perché la cultura è lavoro. Non solo per chi la fa ma, anche e soprattutto per tutto ciò che ruota attorno ai luoghi e agli eventi culturali.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it Twitter emanegrofer