Emanuela Negro Ferrero

Created 0 Campaigns

L’arte di Pietro D’Angelo

Un vernissage interessante per un giovane artista italiano di origini palermitane. 

Il suo nome è Pietro D’Angelo (classe 1974) ed è protagonista di una mostra personale presso la Ermanno Tedeschi Gallery.

D’Angelo è uno sperimentatore, sempre alla ricerca di nuovi materiali. Potrei definirlo un artista “da ufficio”, perché le sue sculture – morbide e rigide allo stesso tempo – sono fatte con puntine da disegno, graffette, viti. Tutti oggetti di uso quotidiano decontestualizzati e trasposti in ambito estetico, per dar vita a delle originali opere scultoree.

Visitando la mostra, ho scoperto che la sua ricerca è iniziata proprio utilizzando dei comuni bottoni attaccati trasversalmente, poi l’innovazione nell’uso dei materiali si è spinta oltre fino ad approdare all’uso delle graffette, oggetti che hanno la proprietà di farsi attraversare dalla luce e di rendere visibile ciò che nella realtà è invisibile. Da qui, la creazione di giochi ottici ottenuti dalla luce riflessa dalle graffette in un rapporto tra pieno e vuoto.

“Il vuoto diventa parte dell’opera, – come ha affermato l’artista – la materia è ridotta a linee olografiche che si snodano nello spazio e grazie al loro colore metallico riflettono la luce e si lasciano attraversare nei vuoti”.

Quello di Pietro D’Angelo è un linguaggio artistico che frantuma il senso unitario delle cose. Ogni stratificazione sembra un abito che dona alle sculture una protezione, una seconda pelle anch’essa frammentaria, fatta di minuscoli dettagli e di piccole parti assemblate.

Il risultato finale è comunque uno spettacolo armonico, che trasforma la realtà in simboli e sogni…

Sassicartaforbice per una moda sociale

sassicartaforbice: un laboratorio di idee ed un progetto sociale.

Passeggiando su via Principe Amedeo ho scoperto sassicartaforbice, un negozio e soprattutto una cooperativa che coniuga moda e sociale. Perché da un lato, c’è lo stile della collezione di abiti “sassi” che nasce dalla carta, materia prima delle idee, e dall’altro c’è la sfida della Cooperativa Sociale Ergonauti che si occupa di produzione finalizzata all’inserimento lavorativo. Come quella portata avanti, ad esempio, dalle donne carcerate.

sassicartaforbice è tutto questo: una scoperta, un posto di cose belle che non dimentica quelle importanti. Un luogo luminoso e  un negozio dove trovare oggetti esclusivi e abiti da collezione super originali.  Il tutto a prezzi accessibili e con ottime previsioni di espansione sulle passerelle milanesi. Creatività italiana oltre la crisi. Altro che i cinesi!

La Fondazione Accorsi-Ometto omaggia Fontanesi

Lirica e malinconia

È iniziata il 15 febbraio e continuerà fino a giugno. Avete ancora tutto il tempo per non perdervi la mostra che la Fondazione Accorsi-Ometto dedica al grande artista Antonio Fontanesi. Proprio qui, in un piccolo appartamento del museo, Fontanesi trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Curata da Giuseppe Luigi Marini e organizzata in collaborazione con Arte Futura di Giuliana Godio, l’esposizione è un omaggio a una delle grandi figure dell’Ottocento e al suo importante ruolo nella storia artistica del Piemonte. Al tempo stesso, rappresenta un po’ il “ritorno a casa” del pittore, nato a Reggio Emilia nel 1818 e diventato presenza imprescindibile per lo sviluppo del paesaggismo piemontese del secondo Ottocento.

Piccola ma molto curata, la mostra propone una trentina di opere al fine di documentare la ricerca creativa dell’artista e la sua evoluzione linguistica attraverso oli, acquerelli, disegni, fusains, litografie e acqueforti. Tutti mezzi espressivi utilizzati per dipingere paesaggi romantici fatti di una sostanza luminosa e poetica.

Numerose sono le opere della GAM, come ad esempio lo Studio per aprile (1872), Il lavoro (1872-73) e l’olio su carta Ingresso al tempio II, che documenta il biennio trascorso in Giappone da Fontanesi come maestro di pittura presso la Scuola di Belle Arti di Tokyo. E poi, c’è Torino. Ci sono Porta nuova e piazza Carlo Felice in acquerello e, ancora, una piccola veduta di Piazza San Giovanni.

Questa mostra merita proprio una visita, per esplorare la bellezza della natura e la città di un tempo, tra lirismo e malinconia.

Il Museo del Cinema in 3D

Nuove dimensioni e tecnologia autostereoscopica

Qualche giorno fa sono stata all’inaugurazione della nuova sezione 3D al Museo del Cinema.

Si tratta di uno spettacolare allestimento, realizzato in una delle chapelle dell’Aula del Tempio (quella precedentemente dedicata al Big Bang) con sofisticate tecnologie di proiezione e di visione che consentono allo spettatore di ripercorrere le tappe piu’ significative della nascita del 3D. Il tutto grazie ad un filmato di montaggio della durata di 10 minuti, realizzato da Stefan Drössler, direttore del Museo del Cinema di Monaco e tra i massimi collezionisti ed esperti di 3D del mondo.

La proiezione avviene su un grande schermo e si può assistere allo spettacolo indossando i classici occhialini 3D che, incastonati all’interno di tre colonne predisposte per l’occasione, segnano l’inizio di un viaggio attraverso le scene di alcuni storici lungometraggi. Molto belli, ad esempio, il video degli U2 e il cartone animato Coraline. Davvero imperdibile!

L’intervento è stato promosso e finanziato proprio da un mio cliente, la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, un’Associazione di 35 Aziende ed Enti, impegnata da venticinque anni nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Città. Per sapere tutto al riguardo, visitate il sito della Consulta e scoprite qui la tridimensionale cappella.

Repechage. Gioielli su misura

Oggi, una preziosa segnalazione.

Dal 14 al 16 marzo 2013, lo spazio creativo torinese internocortile ospiterà l’orafa e designer di gioielli Francesca Caltabiano con il progetto «Repechage».

La designer fiorentina, da sempre appassionata di minerali, gioielli, cinema e moda, e creatrice di esclusive e irriverenti collezioni di bijoux, darà vita a Repechage, un vero e proprio percorso creativo finalizzato alla creazione di una collezione di pezzi unici, su misura, dedicati alla donna e al suo legame con il passato. Le donne, protagoniste assolute, saranno indispensabili per la realizzazione di questo percorso. L’artista, infatti, utilizzando e rielaborando monili antichi e moderni che le partecipanti le porteranno, creerà per loro e soprattutto con loro un gioiello esclusivo e irripetibile.

Quali sono le istruzioni? Eccole:

1. Apri il cassetto e fruga nel portagioie… troverai sicuramente il vecchio anello della zia oppure l’orecchino rotto della nonna… non riesci più a indossarli e un po’ ti dispiace.
2. Riponi i gioielli in un sacchetto e immagina un tesoro tutto nuovo, che sia solamente tuo.
3. Affida la tua piccola storia di gioie a Francesca Caltabiano per ridare nuova vita ai gioielli dimenticati.

E ora, bisogna solo mettersi d’impegno, cercare e quindi fissare un appuntamento. I gioielli saranno realizzati su approvazione di un preventivo, ma per tutte le info vi consiglio di visitare il sito e di contattare internocortile.

Ma che cos’è esattamente un Social Network?

Consigli social

La maggior parte delle persone, quando si parla di social, cita Facebook, Linkedin, Twitter. In realtà, i Social Network racchiudono una categoria molto vasta di siti; ci sono moltissimi social network di cui nessuno ha mai – o quasi mai – sentito parlare, eppure sono perfettamente in grado di dare un forte impulso alla vostra attività aziendale o professionale.

Quindi. Che cos’è esattamente un Social Media e perché è così importante?
Search Engine Watch lo definisce così: “A category of sites that is based on user participation and user generated content. They include social networking sites like Linkedin or Facebook… social sites like Digg or Reddit, and other sites that are centered on user interaction”.

Posso provare a dare una mia definizione: “Per Social Media si intende qualsiasi forma di pubblicazione online o presenza che consente agli utilizzatori di intrattenere conversazioni multidirezionali all’interno o riguardante l’argomento di un sito web”.

Definizioni a parte, quello che credo è che sia importante tenere in mente che entrare a far parte di un Social Network ha un significato all’interno di una strategia di comunicazione, perché consente di creare e/o aggiungere valore al social network stesso e di conseguenza a sé stessi e alla propria attività.

Il social networking si focalizza infatti su di una interazione bidirezionale fra il sito e le persone che lo leggono o lo usano. Un blog che consente i commenti è un esempio di comunicazione bidirezionale così come lo è una bacheca Facebook. Per qualsiasi azione di branding è fondamentale comprendere quanto i social possano essere strumenti davvero potenti.

Zapatos Rojos contro la violenza di genere

Scarpe rosse.

Come quelle che ieri hanno invaso piazza Castello, per formare l’installazione dell’artista messicana Elina Chauvet contro la violenza di genere.

Ogni paio di scarpe, reperito attraverso l’attivazione di una rete di solidarietà, rappresenta una donna e la traccia di una violenza subita. Sistemate ordinatamente lungo un percorso urbano, le scarpe ne ridisegnano lo spazio e l’estetica, visualizzando una marcia di donne assenti, un corteo che sottolinea il dolore che tale mancanza provoca tanto a livello sociale quanto familiare.

Torino è la quarta città europea che accoglie il progetto d’arte pubblica Zapatos Rojos, dopo Milano, Genova e Lecce, e soprattutto dopo Ciudad Juárez, la città messicana dove, dal 1993, centinaia di donne vengono rapite, stuprate e assassinate.

Si uccidono le donne a Juárez perché si può fare. C’è impunità, c’è una cultura machista che non educa al rispetto della donna. Non vi è Stato e i cartelli del narcotraffico si scontrano per il controllo del mercato della droga e degli esseri umani. A Juárez, città che divora le sue figlie, è stato utilizzato per la prima volta il termine femminicidio.

Questa città di frontiera nel nord del Messico ha visto nascere la prima installazione, composta da 33 paia di scarpe, che ora sono diventati migliaia e, forse anche più, e vogliono girare il mondo per chiamarci a manifestare la nostra solidarietà verso tutte le donne che subiscono violenza, le donne uccise o rapite e di cui si sono perse le tracce.

Ieri, in piazza Castello, ho visto tanti cittadini partecipare, portare con sé le proprie scarpe per donarle e per dipingere di rosso un percorso sempre più consapevole. Ecco altre foto di questa coraggiosa iniziativa:

Zapatos Rojos è un progetto voluto e organizzato dalla Città di Torino, in collaborazione con il Tavolo torinese per le Madri di Ciudad Juárez, composto da Amnesty InternationalSur Società Umane ResistentiDonne di SabbiaDonne in NeroCasa delle DonneSe Non Ora QuandoAntropocosmosAss. AlmaterraLiberaIl SalvagenteAcmosUrzene.

Museums go mobile! Social Media Week


Le tecnologie, in particolare quelle mobili, stanno trasformando radicalmente l’esperienza di visita a un’istituzione culturale. La possibilità di accedere a siti web, applicazioni mobili, materiali scaricabili e altro ancora fa sì che l’incontro con il bene reale acquisti una nuova dimensione, espandendo inoltre i confini della visita vera e propria a un “prima” e un “dopo” virtuali
.

In che modo le esperienze mobile possono arricchire un museo e integrare la visita di una mostra? Quale tipo di tecnologia utilizzare? Quali sono i vantaggi e i limiti? I visitatori sono pronti? E cosa ci aspetta nei musei nel futuro prossimo?

Questi temi sono stati al centro del panel Museums go mobile! che si è tenuto a Milano durante la Social Media Week e nel corso del quale sono stati presentati esempi pratici e a specifici case studies, inclusi i progetti mobile recentemente sperimentati da Palazzo Madama e dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino con il progetto Scrigno+.

Vorrei condividere con voi il video dell’incontro che, introdotto da Stefano Boeri, ha visto come relatori Elena Olivero e Marta Barcaro (Pinacoteca), Paolo Paolini (HOC-LAB e Centro per la Valorizzazione dei Beni Culturali del Politecnico di Milano) e Irene Rubino (Palazzo Madama):

 

Leadership al femminile

 


Leadership manageriale. Si è parlato molto di questo durante i corsi della Board Academy, organizzati dalla Fondazione Marisa Bellisario insieme a Deloitte e orientati ad approfondire le tematiche relative al funzionamento e alla guida dei Consigli di Amministrazione, affinché le donne assumano un ruolo centrale nella governance aziendale.

Terminati da poco i corsi, ho voluto fare qualche approfondimento sull’argomento leadership, che mi ha molto incuriosito, e ho letto “Likeable Business”, l’interessantissimo libro di Dave Kerpen, editorialista del New York Times e CEO della startup Likeable Local. Kerpen ha intervistato dozzine di manager di successo e da questo lavoro ha estratto una ricetta molto utile e, quasi infallibile, se applicata alla lettera.

Cosa fare, allora? Undici semplici passi. Li sintetizzo brevemente perché il concetto è unico e solo: se vuoi arrivare, ti devi impegnare.

1.  Ascoltare

When people talk, listen completely. Most people never listen. Ernest Hemingway

I grandi leader ascoltano tutto e tutti. Sono aperti alle opinioni altrui e alle novità.

2. Storytelling

Storytelling is the most powerful way to put ideas into the world today. Robert McAfee Brown

I leader raccontano storie per vendere le loro idee. Lo storytelling stravince sui consumatori più di qualsiasi altra forma di comunicazione.

3. Autenticità

I had no idea that being your authentic self could make me as rich as I’ve become. If I had, I’d have done it a lot earlier. Oprah Winfrey

Essere se stessi. In piena semplicità, vulnerabilità e onestà. Tutti  vogliono aiutare una persona autentica. Una volta, la vita privata era separata da quella pubblica. Ora non è più possibile e tutto è lì. I leader di domani sono trasparenti.

4. Trasparenza

As a small businessperson, you have no greater leverage than the truth. John Whittier

Essere aperti, onesti e sinceri fa bene allo staff, ai clienti, e fa dormire bene…

5. Team Playing

Individuals play the game, but teams beat the odds. SEAL Team Saying

Far brillare gli altri. Elogiarli. Spingerli a usare i propri talenti. Imparare a giocare con regole nuove in squadra e non da soli.

6. Responsiveness

Life is 10% what happens to you and 90% how you react to it. Charles Swindoll

Non importa cosa stia accadendo e come si stia comunicando. La cultura della responsabilità viene prima di qualsiasi altra cosa.

7. Adattabilità

When you’re finished changing, you’re finished. Ben Franklin

I leader devono essere flessibili. L’ostinazione non serve a nessuno, mentre l’umiltà e l’adattabilità rendono il leader una grande persona.

8. Passion

The only way to do great work is to love the work you do. Steve Jobs

Amare il proprio lavoro e le persone con cui si lavora. Portare passione ogni singolo minuto, in tutto ciò che si fa.

9. Surprise and Delight

A true leader always keeps an element of surprise up his sleeve, which others cannot grasp but which keeps his public excited and breathless. Charles de Gaulle

Basta un sorriso per cambiare il mondo intorno. Costa poco e rende molto…

10. Semplicità

Less isn’t more; just enough is more. Milton Glaser

In un mondo sempre più complicato le persone rispondono bene alla semplicità. Offrire semplicità paga…

11. Gratitudine

I would maintain that thanks are the highest form of thought, and that gratitude is happiness doubled by wonder. Gilbert Chesterton

I leader ad Alto Gradimento sono grati agli altri per il contributo e le opportunità che offrono. Dire grazie, riconoscere. Ecco un modo potentissimo per vedere il proprio operato decuplicato nel bene.

La regola d’oro: tratta gli altri come tratteresti te stesso.
Usare la stessa cortesia che useresti con te stesso con i collaboratori, i clienti, i fornitori e tutte le persone con cui si entra in contatto. Tutte queste semplici regole rendono il leader e l’azienda ad alto gradimento. Eppure, la maggior parte delle persone si focalizza sul fare denaro. A quanti di noi piace andare a lavorare al mattino? E a quanti no? Perché? Basterebbe applicare la metà di queste semplici regole per vivere molto megio. Provare per credere.

Girlfriend in a Coma

È  stato proiettato il 17 febbraio alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ed è il film più contestato degli ultimi mesi, la cui proiezione, prevista al Maxxi di Roma, è stata posticipata a dopo le elezioni, creando una serie di polemiche tuttora in corso. Stiamo parlando di “Girlfriend in a Coma”, il documovie sull’Italia di Bill Emmott.

L’ex direttore dell’Economist, insieme alla filmaker Annalisa Piras, ha lavorato lo scorso anno a un documentario sull’attuale situazione politica del nostro paese, confrontando la “Mala Italia” con la “Buona Italia”, e quindi i fattori che impediscono la crescita e quelli che potrebbero favorirla. Per raccontare il suo percorso, Emmott ha intervistato numerosi esponenti del mondo imprenditoriale, politico e culturale italiano, come Mario Monti, Umberto Eco, Roberto Saviano, Sergio Marchionne, Emma Bonino, Susanna Camusso e Nanni Moretti.

Alla base del film c’è un forte attacco al declino culturale e politico del paese, causato – secondo la tesi dell’autore – dall’ingresso in politica di Silvio Berlusconi (verso cui Emmott è sempre stato molto critico). Una pellicola che ha inevitabilmente creato una serie di polemiche e che ha portato alla decisione di Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, di posticipare la première della proiezione del film, prevista inizialmente per lo scorso martedì 13 febbraio all’interno del Museo Maxxi.

Ho trovato interessante la suddivisione del film in tre capitoli ideali che rimandano alla struttura della Divina Commedia: l’Italia dall’inferno al paradiso. Dalle origini del declino al riscatto eventuale del futuro. I temi: mafia, ‘ndrangheta, camorra. Berlusconi. Le banche. La corruzione. L’Italia che scorre sullo schermo nelle immagini di agghiaccianti fatti di cronaca, nelle numerose interviste e testimonianze, nei versi danteschi. Ma l’inchiesta va avanti, non si ferma al declino e spera. Cita le eccellenze, gli esempi di Ferrero e Slow Food, analizza l’emigrazione e guarda al potere della mobilitazione femminile. Aspetto, quest’ultimo, che condivido totalmente, perché le donne – coraggiose, preparate, abituate da sempre a dividersi tra più impegni e dimensioni – sono imprescindibili agenti di cambiamento, possono salvare l’Italia. Sono le donne che rappresentano il vero welfare e consentendo loro di lavorare – cioè di essere libere – l’economia ne trarrebbe un enorme vantaggio, il PIL segnerebbe una crescita vertiginosa ma, soprattutto, l’intero scenario futuro del paese cambierebbe e solo in meglio, sotto ogni punto di vista.

Per raggiungere il paradiso, però, è indispensabile cambiare rotta, non basta fermare il declino. Per risvegliare il nostro paese, questa ragazza in coma, bisogna cambiarlo e farlo con coraggio e in profondità.