ArtLab 2015. La cultura ha bisogno di programmazione per crescere e prosperare.

Entro Emanuela Negro Ferrero

In Puglia, per la precisione a Lecce,  è partito ArtLab 2015, un programma completo di dibattiti ed eventi suddivisi in filoni tematici. Artlab è stato ideato per pensare, progettare e riflettere sul ruolo che arte e cultura hanno per lo sviluppo economico, la coesione sociale, e la crescita civile dei territori.
Leggo dal programma che la prima giornata di ArtLab organizzata insieme al British Council , è incentrata sul territorio pugliese, sulla costruzione e il valore delle sue reti all’interno ed all’esterno.

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LA CULTURA HA BISOGNO DI UN PIANO INDUSTRIALE

Facendo un passo indietro, Lecce era candidata per diventare Capitale Europea della Cultura 2019. La candidatura, fortemente voluta dall’assessore alla Cultura Luigi Coclite il quale (cito dal sito di ArtLab) parla di Lecce come Capitale Europea della cultura 2019:«L’obiettivo delle istituzioni è stato quello di prendere il fermento della candidatura e utilizzarlo per costruire l’offerta culturale della città. […] Sarebbe stato molto semplice sfruttare i contributi destinati a Lecce per il 2015 per fare tre grandi eventi; invece abbiamo puntato in un’altra direzione: abbiamo tentato un’azione di recupero a tappeto».

DiCultHer 3Questo impegno si è tradotto in un vero e proprio recupero della cultura, che è passato attraverso il recupero della stagione lirica, l’organizzazione di eventi musicali (che hanno permesso ai musicisti del territorio di fare rete e suonare insieme) il fiorire di reading letterari in spazi inusuali e il teatro fuori dal teatro come è il progetto di teatro all’interno delle carceri ”io ci provo”.
Grazie all’impegno di Paola Leone, ideatrice del progetto, per la prima volta i detenuti possono utilizzare l’articolo 21, che regola il lavoro riabilitativo fuori dalle carceri, facendo un lavoro culturale, l’attore: si può ancora puntare su un lavoro culturale partendo da un luogo marginale.
art lab 15La cosa che mi piace moltissimo è la decisione corale degli assessori di creare un piano con obiettivi a lungo termine.
Silvio Maselli, neo assessore alla Cultura di Bari, ne evidenzia il valore nelle note conclusiva del suo intervento: «non abbiamo bisogno di infarcire le città di eventi che rappresentino lo scintillio di una notte e poi la depressione, abbiamo bisogno di strutturare la nostra vita culturale, di dare al fruitore un’offerta che possa comprendere e vivere». Personalmente penso che le due cose, eventi e programmazione possano e anzi debbano coesistere. Torino è la dimostrazione più chiara di questo approccio. In vent’anni di impegno da parte della politica da polo industriale si è riconvertita in polo culturale e turistico. Perché la cultura è lavoro. Non solo per chi la fa ma, anche e soprattutto per tutto ciò che ruota attorno ai luoghi e agli eventi culturali.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it Twitter emanegrofer