In questi giorni stavo studiando i dati delle campagne di crowdfunding che hanno avuto successo sul portale www.innamoratidellacultura.it nel 2015 . E’ mia intenzione costruire una sorta di metrica in un mercato ancora talmente nuovo che qualsiasi dato pubblicato mi spinge a volerne controllare la veridicità. Ogni giorno diverse persone mi chiedono quali siano secondo la mia esperienza gli elementi che hanno portato al successo alcune campagne e quali invece quelli che hanno contribuito all’insuccesso o – personalmente preferisco questa versione – al non raggiungimento dell’obiettivo.
Questo portale si occupa in maniera esclusiva di pubblicare campagne di tipo culturale. Le campagne di crowdfunding in questo ambito sono infatti profondamente differenti rispetto a quelle di tipo sociale o tecnologico. Sembra un assurdo, ma le persone generalmente non riescono ancora a considerare la cultura come uno degli aspetti chiave perché una società possa definirsi democratica. Chiedere soldi per realizzare un progetto culturale in Italia, paese che ospita il più grande patrimonio storico e architettonico di tutto il pianeta, produttore della creatività più copiata e invidiata non è percepito come urgente o indispensabile. Per me questo ha dell’incredibile ma le cose stanno così.
I progettisti ormai sanno che raccogliere donazioni non è affatto semplice. Le campagne, a meno che si tratti di artisti noti, gruppi musicali arcinoti o produzioni nate nell’ambito del cinema, hanno la necessità indispensabile di comunicare al proprio pubblico la propria iniziativa in maniera il più possibile professionale e, emotiva. Perché l’unico modo che conosco per convincere una persona a sostenermi è quello di coinvolgerla emotivamente spiegando con estrema chiarezza perché deve farlo e che cosa ne ricaverà. Un’analisi delle campagne pubblicate nel 2015 sul portale (mi riferisco a “Gipo lo zingaro della Barriera” ; “L’Indice dei Libri del Mese” ; “Il Giovane Salvator Rosa”) fa emergere come fattore comune come tutte queste campagne avessero realizzato un’ottima comunicazione (video impattanti, testi descrittivi ben scritti ed esaurienti, ricompense allettanti, belle immagini, comunicazione social e tradizionale ben fatta, divertente e abbastanza martellante) ma che il vero “ingrediente segreto” per tutte queste campagne è stato senza alcun dubbio la presenza di un leader carismatico in grado di organizzare e dirigere una squadra di persone entusiaste e focalizzate al raggiungimento dell’obiettivo.
Questo non significa che se la campagna viene condotta in solitario non è possibile avere successo. Quasi sempre in forma volontaria e del tutto gratuita. Noi italiani siamo bravi a creare reti, ma facciamo ancora fatica ad accorgerci di possedere questo talento. Le mie statistiche mi dicono che quando c’è una squadra che lavora il risultato nel crowdfunding arriva e senza troppa fatica. In alcuni casi, la squadra era formata da due, tre persone. Per altre campagne la folla di sostenitori entusiasti si è formata poco a poco . Perché? Come è successo? Empatia. Simpatia. Allegria. Entusiasmo. Spesso chi si mette a fare troppi conti (il famoso “ quanto mi costa?”) non comprende che è esattamente il loro livello ragionieristico ad inchiodare le campagne. In inglese viene definito “greed”. Le persone avare e avide non saranno mai in grado di raccogliere denaro dalla folla. Gli entusiasti e i generosi intuitivamente sanno che se chiedi ottieni. Chiedere senza attaccamento al risultato porta, scusate il bisticcio, un grande risultato. Le persone se possono danno con grande generosità. Se la richiesta viene posta nel modo giusto. E la ricompensa che viene data esce dal cuore, non è un costo ma un ringraziamento per la donazione ricevuta. Cioè denaro ottenuto gratis. Niente male. Certo, l’atteggiamento non è tutto. Ho visto progettisti organizzare un piano strategico di attività da svolgere quotidianamente degno di un generale di corpo d’armata. E su queste attività rimanere determinati e soprattutto fiduciosi. La verità è che non ci sono ricette segrete. Ci sono passi imprescindibili da compiere ma, alla base di tutto c’è un atteggiamento irriducibile e determinato verso la vittoria.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO – enf@innamoratidellacultura.it