Tornata non esattamente fresca dallo speech organizzato dall’Associazione GammaDonna a Padova. Viaggio in giornata, ultimamente accade di frequente, per presentare la piattaforma ad un pubblico di aspiranti imprenditori ed imprenditrici. Il moderatore, Ruggero Targhetti del Corriere, personaggio arguto e garbato, ha posto domande precise e penetranti. Al di là della presentazione di Innamorati della Cultura, che ormai scorre liscia e senza papere, mi sono molto piaciute le domande relative al significato per una Startup di appoggiarsi ad un incubatore. Perché una Startup, come ha giustamente rimarcato il referente di Intesa San Paolo, è solo il termine attuale con cui si indica una nuova impresa.
Per una banca, quindi, una Startup è una nuova impresa, ma per gli incubatori invece che cos’è? Provo a raccontare brevemente l’esperienza personale con l’incubatore del Politecnico di Torino, l’unico che conosco e a cui siamo tuttora appoggiati. Prima domanda: che cos’è un incubatore? È un luogo fisico dove le Startup possono vivere e, se sono fortunate, se si basano su un’idea vincente e remunerativa, se il team ha grandi capacità manageriali, nel giro di un anno o due possono sperare di trasformarsi in Nuove Imprese registrate all’apposito registro della Camera di Commercio e quindi accedere ai “seed”, vale a dire finanziamenti da parte di investitori privati o fondi. Questo luogo a Torino si chiama TreataBit e a noi di Innamorati della Cultura ha dato la possibilità di affittare una scrivania con circa 60 euro al mese + Iva. Oltre alla scrivania, il nostro incubatore mette a disposizione sale e spazi e offre corsi di aggiornamento e formazione, che a noi non servono un granché ma che sono molto interessanti e ben fatti se hai una ventina d’anni e non hai mai lavorato.
Ieri Targhetti ha chiesto più volte se stare in un incubatore serve. Non so, serve? Certamente avere il bollino dell’incubatore dà quel tocco di serietà che non guasta; come anche poter usufruire di una scrivania scaldata d’inverno e fresca d’estate e con wi-fi free non è affatto male. Da qualche giorno il giovane tutor a cui siamo stati affidati ci sta dando una mano a compilare il business plan. Ecco, questo è utile, perché appena pronto il documento, inizieremo a sottoporlo ai vari investitori. Così, magari, passiamo dal TreataBit al vero e proprio incubatore: i3P. Servirà? Non lo so, ma non vedo alternative. In Italia ti danno il mutuo se hai una casa da mettere a garanzia. Se sei una Startup, per logica, ti finanziano se dimostri che la tua attività rende.