(Frida Kahlo, Autoritratto con collana di spine, 1940).
Pochi giorni fa, mentre mi trovavo a Roma per la prima riunione di redazione del nuovo blog Federmanager dedicato all’Agenda digitale, mi è caduto l’occhio su una notizia che, parlo per me, ritengo sensazionale.
A partire dal prossimo 20 marzo, alle Scuderie del Quirinale sarà possibile ammirare le opere della pittrice Frida Kahlo. Icona della cultura messicana e anticipatrice del movimento femminista, Frida Kahlo è da sempre l’artista che preferisco e ammiro. Ciclicamente la televisione ripropone il film sulla vita della pittrice interpretato dalla bravissima Salma Hayek.
Un racconto interessante, perché i dipinti d Frida Kahlo raccontano la sua vita rappresentando con semplicità e chiarezza le trasformazioni culturali e sociali che hanno preceduto la Rivoluzione Messicana.
Come donna, trovo affascinante il fatto che questa grande artista abbia esposto senza nessun pudore i propri difetti fisici e che si sia servita dell’arte per farlo. Un incidente avvenuto nel 1925, mentre era sul tram, la costrinse a soli 17 anni a una lunga degenza a letto. Lì, nella solitudine della sua stanza, condannata all’immobilità, iniziò a dipingere se stessa e lo fece solo attraverso l’aiuto di uno specchio appeso sopra il letto a baldacchino.
(Frida Kahlo, La colonna spezzata, 1944)
L’immagine ritratta è quella di una donna baffuta, dotata di sopracciglia foltissime e unite.
Non so esattamente quali saranno le opere esposte a Roma. A New York vidi alcune tele, tutte di piccole dimensioni, che mi colpirono per la vivacità dei colori e la vividezza rappresentativa.
Riflettendo sull’opening, personalmente avrei preferito che l’inaugurazione si svolgesse l’8 marzo anziché il 20. Perché il messaggio di Frida è un messaggio forte: indica con fermezza che la strada da percorrere è quella della sostanza. Noi donne, in un momento come questo intriso di femminicidio e quote rosa, non possiamo che trarne beneficio.