Le aziende investono milioni di euro in beneficenza e ne spendono ben di più per far sapere che hanno fatto beneficenza. Questo problema è l’aspetto più dibattuto della Corporate Social Responsability o marketing sociale. Per risolvere questo problema è nata Leevia, una giovanissima startup co-fondata all’interno del programma di InnovAction Lab 2013 da tre giovani visionari. E che ha suscitato un grandissimo interesse negli investitori presenti alla finale nazionale.
Leevia è una piattaforma di charity crowdfunding attraverso la quale le aziende possono sponsorizzare i progetti delle organizzazioni no-profit, trasformando in marketing l’intero importo delle donazioni attraverso meccanismi di gamification applicati alle donazioni. In pratica, gli utenti che non vogliono o non possono donare possono farlo, per esempio, guardando un video che al 95 per cento parla della no-profit a cui sono interessati e del suo progetto, e al 5 per cento dell’azienda che lo sta sponsorizzando attraverso una donazione.
Come vi è venuta l’idea?
L’idea è geniale. Le piccole onlus hanno un grande problema a raccogliere fondi e ad avere visibilità. Leevia risolve il problema raccogliendo fondi in maniera nuova e senza prendere commissione a chi presenta il progetto, bensì alle aziende che sponsorizzano.
Se si considera che in Italia la spesa per la Corporate Social Responsability di un’azienda di grosse dimensioni è di circa 120 mila euro all’anno, si capisce anche che Leevia è destinata ad un grosso successo. Le aziende con Leevia usufruiscono di sgravi fiscali maggiori perché effettuano a tutti gli effetti una sponsorship che Leevia trasforma in donazione attraverso un’azione di marketing. Così l’intera cifra che un’azienda destina al csr può essere girata alla no-profit, tranne il dieci per cento.
Mi chiedo se questo tipo di meccanismo possa essere applicato anche ad altri ambiti… Ad esempio, la Cultura.