Folla da record al Salone del Libro di Torino. La crisi economica morde, la tecnologia avanza ma, visto con i miei occhi, le persone riscoprono il gusto della lettura.
Il Salone infatti non è un salone nel senso classico del termine. Festival mi sembra il termine più adatto. Al Salone del Libro, infatti, tutti sono felici. La grande kermesse è strutturata in maniera tale da soddisfare i bisogni di tutti. Il grande Bookstock per bambini e ragazzi, gli stand dei grandi editori e il calendario fittissimo di presentazioni e di eventi sparsi in luoghi diversi della città. Il famoso “Salone off” che Milano ha copiato chiamando i suoi eventi “fuori- salone”.
A me, personalmente, dei libri in fiera interessa poco. Sono appassionata di Amazon e seguo un paio di librerie cittadine. A me del Salone interessa l’anima digital, ovviamente.
Ho notato, ad esempio, che il sito ha subito un restyling e che Vodafone ha sponsorizzato la nuova app. Ho seguito con interesse La Stampa perché ha creato un evento live a cui hanno partecipato tutti i visitatori interessati. Ecco, questa per me è la vera novità del Salone. Permettere alle persone di partecipare attivamente all’evento culturale, di appropriarsene e viverlo fino in fondo in prima persona. Penso che l’aria di festa che si respirava a Torino fosse proprio questa: l’aver dato all’evento un’anima…