CO-CREATION OF A CULTURAL VALUE
Ecco un nuovo articolo che voglio segnalare: “Invasioni digitali: liberiamo la cultura!”, di Roberta Milano.
Ci tengo particolarmente proprio perché diffonde e mette in evidenza l’importanza di un’iniziativa che parte da un’idea semplice ma coraggiosa e che ha come obiettivo l’agire.
Si tratta di Invasioni Digitali, un programma che fino al 28 aprile organizza oltre 250 mini-eventi, invasioni in musei e luoghi dell’arte, con lo scopo di mostrarli e raccontarli tutti. Lo fa sui social media e in modo totalmente nuovo.
Perché “l’accelerazione della rivoluzione digitale può contribuire in maniera esponenziale allo svecchiamento delle istituzioni culturali e favorire una concezione “aperta e diffusa” del patrimonio culturale. Siamo ormai da anni di fronte ad un radicale cambiamento fondato, soprattutto, su quelle nuove forme di socializzazione e di interazione con la domanda, grazie alle nuove piattaforme digitali e sociali del web. Attraverso di esse, si tende ad incoraggiare la conoscenza e la partecipazione a livello educativo e creativo dell’utenza, aumentando e personalizzando l’appeal dell’offerta culturale, e ad attivare nuovi meccanismi di interazione e confronto della produzione e fruizione della proposta culturale.”
Non dimentichiamo che la nostra Italia è il primo paese al mondo per turismo e cultura, ma affinché questo patrimonio possa esprimere le sue potenzialità occorre intraprendere – cito il Manifesto di Invasioni Digitali e condivido totalmente – la strada dell’innovazione e cogliere i profondi cambiamenti in atto nella società moderna.
È più che mai necessario, urgente. Occorre dare spazio a una comunicazione partecipata e multimediale. Abbiamo bisogno che le istituzioni culturali cambino e radicalmente; che diventino piattaforme aperte di divulgazione, scambio e produzione di valore, in grado di consentire una comunicazione attiva con il proprio pubblico, e una fruizione del patrimonio culturale priva di confini geografici e proiettata verso un futuro nel quale la condivisione e il modello dell’open access saranno sempre maggiori.
Dobbiamo crederci.