Febbraio 2014

Archivi Mensili

Made in Italy. La Cina è vicina. Anzi, la Cina siamo noi.

Pillole d’arte

Strepitosa inaugurazione da Interno Cortile di Silvia Tardy.

L’installazione “made in Italy” di Luca Razzano, curata da Diego Bionda, mi ha colpito dritto al cuore. Lo spazio di Interno Cortile, bellissimo, raccolto in mezzo ai caseggiati , era stracolmo di persone. Ma, soprattutto, di duemila bambole realizzate con sacchi di juta. Le bambole, rappresentazione di noi esseri umani, crescono e crescono dappertutto, sul pavimento, sui muri, quasi a voler esplodere dalle vetrine di plexiglas appese lungo le pareti della galleria.

Made in Italy

 

In fondo, in alto, la scritta “made in Italy” in cinese. Perché in cinese? Perché i cinesi siamo noi. L’avidità dei produttori italiani, mai sazi di guadagnare, ha trasferito gran parte del Made in Italy in Cina. Costo del lavoro e di produzione inferiori, tutele e controlli quasi inesistenti hanno spinto gli imprenditori nostrani verso una delocalizzazione selvaggia.

Made in Italy

Il risultato è sotto agli occhi.  Bambole, uomini anzi, risorse umane calpestate, intrappolate. In tutti i casi, disumanizzate. Perché questo è quello che c’è oggi nell’ambiente di lavoro italiano. Il lavoro è andato in Cina e i cinesi siamo noi. Migliaia di persone, di giovani, vedono soffocate le loro speranze, i loro sogni, dall’avanzata inesorabile della crisi economica. Incarichi in chiamata, impieghi in affitto, una finta flessibilità più simile al caporalato che non alla libera circolazione delle risorse. Leggo sulla cartella stampa che Luca Razzano, attraverso il programma Human Resources, vuole riportare l’attenzione su concetti quali risorsa in termini di bene prezioso e umano, valore identitario e personale, che collide completamente con l’indifferenziazione progressiva del lavoro fino al punto zero attuale, l’asticella sotto cui non si può scendere.

Oggi, chi si avvicina al mondo del lavoro si piega a regole di mercato inimmaginabili fino a qualche decennio fa, frutto di un liberismo economico applicato, anzi, distorto, da governi guidati unicamente dalla logica del profitto. L’head hunter attuale è più simile al cacciatore di schiavi di coloniale memoria che al responsabile preposto al collocamento di profili altamente qualificati. Sono uscita pensierosa. Ho due figlie. Si affacciano su un mondo complicato, difficile.

 Leggi anche:

Internocortile. Temporary Exhibitions for the Best of Italian Fashion Design

Ray Caesar in mostra a Torino

Pillole d’arte

Tra i suoi fan annovera celebrità del calibro di Madonna, Christina Aguilera, Kate Moss, Sir Elton John, Mickey Rourke e Kate Beckinsale.

Il suo nome è Ray Caesar, artista di fama mondiale e leader indiscusso della digital art che, fino ad aprile, sarà protagonista di una grande personale dal titolo “The Trouble with Angels” nei nobili spazi di Palazzo Saluzzo Paesana.

La sua arte viaggia nel tempo, trasformando il passato in presente. Con un immenso potere evocativo, interpreta ed esaudisce i nostri desideri, ricercando per noi luoghi familiari e rassicuranti, svelando angoli segreti e oscuri.

Seducente, misteriosa, suggestiva sono i primi aggettivi che mi vengono in mente per descrivere un lavoro che si avvale di una raffinata e approfondita conoscenza della tecnica digitale. Ho scoperto infatti che Ray Caesar crea le sue figure e la sua realtà attraverso il software 3D Maya, utilizzato per gli effetti di animazione e la realizzazione di videogame. È così che dà vita a scenari scultorei e fantastici, popolati da figure fragili e solo all’apparenza innocenti.

Ray Caesar

In mostra a Palazzo Saluzzo, tra le 20 opere esposte – alcune provenienti da collezioni private e altre di recentissima produzione – è possibile vedere per la prima volta “Mother and Child”, la più grande opera mai realizzata dall’artista. Un lavoro molto commovente…
E ancora, “Fallen” e “La Chambre”, due opere che ultimamente sono apparse anche sui profili Instagram e Facebook di Madonna.

Interessante l’aneddoto secondo cui l’artista avrebbe rifiutato una commissione per la nota pop star americana, che da tempo desidera essere ritratta da Caesar. Forse dietro questa scelta, si cela un grande desiderio di indipendenza che aspira ad un’arte pura e libera da ogni compromesso… Un qualcosa di raro, oggi.

Per un racconto in foto della mostra cliccate qui.

Visitate questa mostra e godetevi un bel weekend d’arte!

La mostra è patrocinata dalla Città di Torino e realizzata in collaborazione con la Dorothy Circus Gallery, che rappresenta l’artista in tutto il Sud Europa.

Pillole d’arte nelle puntate precedenti:

– Abbiamo amato tanto la rivoluzione

– Ron Arad. Let’s Drop It

– Milano Pop. Warhol da urlo a Palazzo Reale

La rete finanzia le tue idee

Dal mondo reale al web, ecco un sistema concreto per trovare finanziamenti. 

La crisi non finisce, questo lo abbiamo capito tutti. Inutili parole da parte di chi ci governa e rubinetti chiusi da parte delle banche. Che fare allora per finanziare un’idea innovativa? All’estero ci hanno già pensato da tempo. Lo strumento utilizzato è quello delle piattaforme di crowdfunding, siti dedicati alla raccolta di fondi da parte di utenti privati con la finalità di sostenere piccoli e grandi progetti di tutte le tipologie.  È possibile finanziare di tutto: dai corsi scolastici alla cresima per il figlio, dalla pubblicazione di un libro alla realizzazione di un video. Ogni operazione – o  campagna – di crowdfunding  è contraddistinta da un obiettivo economico, superato il quale, il progetto viene finanziato.

Se l’iniziativa non raggiunge la cifra prefissata, non viene prelevato niente e il progetto non raccoglie nulla. Certo, si può riprovare tarando meglio la richiesta, perché pubblicare il proprio progetto è gratuito.

Il meccanismo della donazione è semplice e prevede sempre il coinvolgimento del pubblico: in cambio della donazione vengono attribuite delle ricompense di valore diverso a seconda della cifra versata.

Le due piattaforme che trovo interessanti sono certamente Indiegogo e Kickstarter. Entrambe americane, sono ambienti competitivi che riescono a gestire centinaia di iniziative ogni anno. Con raccolte di somme da capogiro. Nel 2013 Kickstarter ha raccolto 480 milioni di euro e, sebbene per gli italiani sia difficile entrarvi, (perché per farlo, il criterio è di essere una società americana o comunque non italiana) la garanzia di successo è praticamente assicurata.

Alla base del crowdfunding ci deve essere un’idea valida. La presentazione deve essere costruita con attenzione: un video semplice e accattivante che comunichi agli utenti i valori e gli scopi del progetto. La definizione delle ricompense (i premi, tanto per capirsi) che i sostenitori otterranno a seguito del contributo erogato. Che cosa? Si può trattare di ringraziamenti, cartoline, immagini, biglietti di eventi, cene con l’autore, attestati, nome sui titoli di coda…

Credo che la risposta alla crisi sia questa. Dall’unione di più persone è possibile creare aiuto, solidarietà e abbondanza. In maniera trasparente, divertente e del tutto democratica.

Milano Pop. Warhol da urlo a Palazzo Reale

Pillole d’arte

Dato che ultimamente sono più a Milano che a Torino, fra un impegno e l’altro ho deciso di regalarmi una pausa pop.

L’occasione è unica e come tale ha una data di scadenza; avete tempo ancora fino al 9 marzo per coglierla al volo. Andy Warhol vi aspetta a Palazzo Reale, dove è protagonista di una mostra davvero bella, molto completa e vasta. 150 sono le opere esposte, fra tele, sculture e fotografie dell’artista americano più famoso del ‘900. Tutte della collezione di Peter Grant, intimo amico dell’artista.

Andy_Warhol_by_Jack_Mitchell

Con occhio critico osservo subito l’allestimento, del Gruppo Arthemisia, e lo sponsor S24ore Cultura. Non mi stupisco se la mostra è davvero straordinaria. E poi va detto che l’atmosfera milanese è sempre molto glamour.

Seguendo il percorso, mi sono resa conto che un’ora, ahimè, è stata del tutto insufficiente. Da sola, senza una guida in grado di farmi apprezzare il percorso, il tutto si è limitato ad una straordinaria esperienza sensoriale. Sono rimasta incantata davanti a Mao, a Marilyn, alle zuppe Campbell. Le immagini parlano da sé. Manca solo la mia… Ma ho rimediato subito. 😉

Emanuela

Tornerò una seconda volta, con un intero pomeriggio a disposizione e il percorso guidato prenotato. Mai più turismo culturale fai da te.