Febbraio 2013

Archivi Mensili

Museums go mobile! Social Media Week


Le tecnologie, in particolare quelle mobili, stanno trasformando radicalmente l’esperienza di visita a un’istituzione culturale. La possibilità di accedere a siti web, applicazioni mobili, materiali scaricabili e altro ancora fa sì che l’incontro con il bene reale acquisti una nuova dimensione, espandendo inoltre i confini della visita vera e propria a un “prima” e un “dopo” virtuali
.

In che modo le esperienze mobile possono arricchire un museo e integrare la visita di una mostra? Quale tipo di tecnologia utilizzare? Quali sono i vantaggi e i limiti? I visitatori sono pronti? E cosa ci aspetta nei musei nel futuro prossimo?

Questi temi sono stati al centro del panel Museums go mobile! che si è tenuto a Milano durante la Social Media Week e nel corso del quale sono stati presentati esempi pratici e a specifici case studies, inclusi i progetti mobile recentemente sperimentati da Palazzo Madama e dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino con il progetto Scrigno+.

Vorrei condividere con voi il video dell’incontro che, introdotto da Stefano Boeri, ha visto come relatori Elena Olivero e Marta Barcaro (Pinacoteca), Paolo Paolini (HOC-LAB e Centro per la Valorizzazione dei Beni Culturali del Politecnico di Milano) e Irene Rubino (Palazzo Madama):

 

Leadership al femminile

 


Leadership manageriale. Si è parlato molto di questo durante i corsi della Board Academy, organizzati dalla Fondazione Marisa Bellisario insieme a Deloitte e orientati ad approfondire le tematiche relative al funzionamento e alla guida dei Consigli di Amministrazione, affinché le donne assumano un ruolo centrale nella governance aziendale.

Terminati da poco i corsi, ho voluto fare qualche approfondimento sull’argomento leadership, che mi ha molto incuriosito, e ho letto “Likeable Business”, l’interessantissimo libro di Dave Kerpen, editorialista del New York Times e CEO della startup Likeable Local. Kerpen ha intervistato dozzine di manager di successo e da questo lavoro ha estratto una ricetta molto utile e, quasi infallibile, se applicata alla lettera.

Cosa fare, allora? Undici semplici passi. Li sintetizzo brevemente perché il concetto è unico e solo: se vuoi arrivare, ti devi impegnare.

1.  Ascoltare

When people talk, listen completely. Most people never listen. Ernest Hemingway

I grandi leader ascoltano tutto e tutti. Sono aperti alle opinioni altrui e alle novità.

2. Storytelling

Storytelling is the most powerful way to put ideas into the world today. Robert McAfee Brown

I leader raccontano storie per vendere le loro idee. Lo storytelling stravince sui consumatori più di qualsiasi altra forma di comunicazione.

3. Autenticità

I had no idea that being your authentic self could make me as rich as I’ve become. If I had, I’d have done it a lot earlier. Oprah Winfrey

Essere se stessi. In piena semplicità, vulnerabilità e onestà. Tutti  vogliono aiutare una persona autentica. Una volta, la vita privata era separata da quella pubblica. Ora non è più possibile e tutto è lì. I leader di domani sono trasparenti.

4. Trasparenza

As a small businessperson, you have no greater leverage than the truth. John Whittier

Essere aperti, onesti e sinceri fa bene allo staff, ai clienti, e fa dormire bene…

5. Team Playing

Individuals play the game, but teams beat the odds. SEAL Team Saying

Far brillare gli altri. Elogiarli. Spingerli a usare i propri talenti. Imparare a giocare con regole nuove in squadra e non da soli.

6. Responsiveness

Life is 10% what happens to you and 90% how you react to it. Charles Swindoll

Non importa cosa stia accadendo e come si stia comunicando. La cultura della responsabilità viene prima di qualsiasi altra cosa.

7. Adattabilità

When you’re finished changing, you’re finished. Ben Franklin

I leader devono essere flessibili. L’ostinazione non serve a nessuno, mentre l’umiltà e l’adattabilità rendono il leader una grande persona.

8. Passion

The only way to do great work is to love the work you do. Steve Jobs

Amare il proprio lavoro e le persone con cui si lavora. Portare passione ogni singolo minuto, in tutto ciò che si fa.

9. Surprise and Delight

A true leader always keeps an element of surprise up his sleeve, which others cannot grasp but which keeps his public excited and breathless. Charles de Gaulle

Basta un sorriso per cambiare il mondo intorno. Costa poco e rende molto…

10. Semplicità

Less isn’t more; just enough is more. Milton Glaser

In un mondo sempre più complicato le persone rispondono bene alla semplicità. Offrire semplicità paga…

11. Gratitudine

I would maintain that thanks are the highest form of thought, and that gratitude is happiness doubled by wonder. Gilbert Chesterton

I leader ad Alto Gradimento sono grati agli altri per il contributo e le opportunità che offrono. Dire grazie, riconoscere. Ecco un modo potentissimo per vedere il proprio operato decuplicato nel bene.

La regola d’oro: tratta gli altri come tratteresti te stesso.
Usare la stessa cortesia che useresti con te stesso con i collaboratori, i clienti, i fornitori e tutte le persone con cui si entra in contatto. Tutte queste semplici regole rendono il leader e l’azienda ad alto gradimento. Eppure, la maggior parte delle persone si focalizza sul fare denaro. A quanti di noi piace andare a lavorare al mattino? E a quanti no? Perché? Basterebbe applicare la metà di queste semplici regole per vivere molto megio. Provare per credere.

Girlfriend in a Coma

È  stato proiettato il 17 febbraio alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ed è il film più contestato degli ultimi mesi, la cui proiezione, prevista al Maxxi di Roma, è stata posticipata a dopo le elezioni, creando una serie di polemiche tuttora in corso. Stiamo parlando di “Girlfriend in a Coma”, il documovie sull’Italia di Bill Emmott.

L’ex direttore dell’Economist, insieme alla filmaker Annalisa Piras, ha lavorato lo scorso anno a un documentario sull’attuale situazione politica del nostro paese, confrontando la “Mala Italia” con la “Buona Italia”, e quindi i fattori che impediscono la crescita e quelli che potrebbero favorirla. Per raccontare il suo percorso, Emmott ha intervistato numerosi esponenti del mondo imprenditoriale, politico e culturale italiano, come Mario Monti, Umberto Eco, Roberto Saviano, Sergio Marchionne, Emma Bonino, Susanna Camusso e Nanni Moretti.

Alla base del film c’è un forte attacco al declino culturale e politico del paese, causato – secondo la tesi dell’autore – dall’ingresso in politica di Silvio Berlusconi (verso cui Emmott è sempre stato molto critico). Una pellicola che ha inevitabilmente creato una serie di polemiche e che ha portato alla decisione di Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, di posticipare la première della proiezione del film, prevista inizialmente per lo scorso martedì 13 febbraio all’interno del Museo Maxxi.

Ho trovato interessante la suddivisione del film in tre capitoli ideali che rimandano alla struttura della Divina Commedia: l’Italia dall’inferno al paradiso. Dalle origini del declino al riscatto eventuale del futuro. I temi: mafia, ‘ndrangheta, camorra. Berlusconi. Le banche. La corruzione. L’Italia che scorre sullo schermo nelle immagini di agghiaccianti fatti di cronaca, nelle numerose interviste e testimonianze, nei versi danteschi. Ma l’inchiesta va avanti, non si ferma al declino e spera. Cita le eccellenze, gli esempi di Ferrero e Slow Food, analizza l’emigrazione e guarda al potere della mobilitazione femminile. Aspetto, quest’ultimo, che condivido totalmente, perché le donne – coraggiose, preparate, abituate da sempre a dividersi tra più impegni e dimensioni – sono imprescindibili agenti di cambiamento, possono salvare l’Italia. Sono le donne che rappresentano il vero welfare e consentendo loro di lavorare – cioè di essere libere – l’economia ne trarrebbe un enorme vantaggio, il PIL segnerebbe una crescita vertiginosa ma, soprattutto, l’intero scenario futuro del paese cambierebbe e solo in meglio, sotto ogni punto di vista.

Per raggiungere il paradiso, però, è indispensabile cambiare rotta, non basta fermare il declino. Per risvegliare il nostro paese, questa ragazza in coma, bisogna cambiarlo e farlo con coraggio e in profondità. 

 

Gerhard Richter: collezione che passione

“Consideravo, e tuttora considero, le edizioni come una gradita compensazione alla realizzazione di dipinti, che sono pezzi unici. Le edizioni rappresentano una straordinaria opportunità per presentare la mia opera a un pubblico più ampio”. (G. R.)

Appassionati, esperti e, soprattutto non addetti ai lavori. In tanti, anzi tantissimi, amano Gerhard Richter ed è questo uno degli aspetti straordinari della sua arte, complessa e accessibile, sempre viva, sempre diversa e in grado, per queste sue caratteristiche, di coinvolgere un ampio pubblico. Lo dimostra molto bene la mostra che la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedica al grande artista tedesco, esponendo le Edizioni 1965/2012 provenienti dalla Collezione Olbricht.

È da un po’ di tempo, infatti, che Richter si dedica con passione alle edizioni – opere d’arte originali realizzate in serie – con rammarico di chi predilige i suoi dipinti unici. Non è però il caso di Thomas Olbricht, il quale ha praticamente collezionato quasi tutte le edizioni, perché adora la possibilità che gli viene offerta con questa produzione di poter completare una collezione. Lo ha dichiarato in occasione della presentazione della mostra, che ospita stampe, edizioni fotografiche, dipinti, libri d’artista, manifesti e multipli.

Le riflessioni di Richter sull’immagine e sul suo significato si esprimono attraverso stili e rappresentazioni sempre diverse, all’interno di un percorso espositivo che si apre con il riflesso dei visitatori in uno specchio di cristallo per poi proseguire tra illusione e astrazione, ritratti sfocati (splendida Babette) e arazzi pregiati. Senza mai spegnersi, alla luce di una candela.

Per me che sono una grande fan di Richter, è una mostra molto bella e un po’ mi pento di averla visitata durante la serata inaugurale (super affollata), anche se ne è valsa comunque la pena, sia per l’interessante presentazione introduttiva – che v’invito a vedere qui in video – sia per i numerosi incontri da vernissage… Alle inaugurazioni, si sa, s’incontrano sempre ospiti d’eccezione e stavolta, mescolato tra la folla, c’era Ruggero, la giovane star della serie di Disney Channel, Violetta. Se me lo fossi fatto scappare, le mie figlie non mi avrebbero mai perdonato e, allora, eccoci qua in posa per loro:

Ora, gossip a parte, quando avete un po’ di tempo libero approfittatene per andare a scoprire le 165 opere in mostra alla Fondazione Sandretto.

 

 

Retro Valentine


“Quando non ricevi mai lettere d’amore, devi far finta che qualsiasi cosa sia una lettera d’amore.” (Peanuts)

Navigando nella rete, oggi ho scoperto Retronaut, un bellissimo network per gli amanti del retro style che raccoglie immagini e foto d’epoca per tutti i gusti e settori. Immancabile, ovviamente, San Valentino che spunta ironico e sfacciato direttamente dagli anni Venti, tra bambini dispettosi e irriverenti dichiarazioni d’amore. Date un’occhiata qui.

Buon San Valentino retrò a tutti!

Le magie animate di Gianini e Luzzati

Dentro un sogno…

Non c’è una parola più adatta di questa per descrivere la mostra “Gianini e Luzzati. Cartoni animati“, allestita al Museo Nazionale del Cinema e visibile fino al 12 maggio 2013.

Per la prima volta, sono presentati al pubblico la maggior parte dei materiali originali dei film tuttora esistenti: più di duecento personaggi, bozzetti, scenografie, storyboard che testimoniano il processo creativo che ha dato origine ad alcuni tra i capolavori del cinema d’animazione mondiale.

È una mostra che mi è piaciuta tantissimo, in cui il teatro, la poesia, il disegno si mescolano per dar vita a racconti fantastici e fiabeschi che sembrano prendere vita proprio sotto i tuoi occhi, in quel momento esatto. Ho trovato strepitose le forme, i colori e soprattutto la “bambinizzazione” dei personaggi. Puntuale l’abbinamento di tavole e animazioni, ipnotica l’attenzione scrupolosa per i dettagli che caratterizza il personalissimo stile degli artisti.

Inoltre, l’esposizione propone anche materiali per ipovedenti, realizzati appositamente: tavole tattili, un libro in braille per la Gazza Ladra e un burattino snodabile della stessa gazza.

Per quanto riguarda invece l’allestimento, forse, si perde un pò all’interno di quello che è il più grande allestimento del Museo. In ogni caso, molto piacevole e sempre suggestivo. Talmente tanto che mi è venuta voglia di tornare con calma a rivisitare tutto il Museo. Prima, però, ho fatto una sosta al bar: il lungo tavolo fucsia illuminato e allestito con monitor sul piano d’appoggio è semplicemente posh.  

Torino come NY. Anzi, meglio…

Canto, musica, spettacolo.

Impara l’arte e diventane parte!

Un bel motto per un posto che se lo merita decisamente: l’Accademia CMS di Torino, la scuola che ha formato le stelle nascenti di X Factor Nice e Cixi.

Ha dodici anni di esperienza itinerante nella penisola e si dedica all’insegnamento e alla creazione di un modo diverso e innovativo di comunicare e costruire l’arte insieme con i giovani. È un progetto davvero interessante che vanta legami oltreoceano e grandi insegnanti, una scuola d’eccezione che non ha nulla da invidiare a scuole americane o britanniche.

Ci sono stata ultimamente, in occasione di una serata dedicata a uno spettacolo di canto degli allievi, e mi ha colpito particolarmente l’organizzazione, il clima effervescente e dinamico, la preparazione e l’entusiasmo dei protagonisti e la presenza – direttamente da New York – dell’artista Susan D., la famosa vocal coah di Alicia Keys, che è stata protagonista del concerto e di un workshop di due giorni. Insomma, è stato davvero un gran bello spettacolo e vorrei condividere con voi alcune foto della serata.

Ma per saperne di più, visitate il sito e scoprite il “Progetto Accademia“.

(Fotografe d’assalto!)

ContemporaryArt Torino per Michael Nyman

The dream of every photographer is to be at the right place at the right moment.

“Essere nel posto giusto al momento giusto è un po’ il sogno di chiunque e in particolare di chi, come i fotografi, fa dell’istante la sua ragione di scatto. Tra questi, ritroviamo Michael Nyman. Sì, proprio lui: il grande compositore che ha firmato le colonne sonore dei film di Peter Greenaway e di Lezioni di piano. Quello che ha esordito come critico musicale e che nel 1969 è stato il primo a parlare di minimalismo proprio in riferimento alla nuova estetica musicale.”

Sul blog di ContemporaryArt Torino Piemonte, c’è un reportage video e fotografico molto approfondito sul progetto Sublime di Michael Nyman.

“Tutto è iniziato in giro per il mondo nel 2003 quando, poco prima o poco dopo un concerto, Nyman ha cominciato a scattare le prime foto. Dai grattacieli di Barcellona agli oggetti abbandonati nelle strade di New York. Da un dettaglio di scarpe rubato a Tokyo ai passanti osservati dalla stanza di un hotel a Mantova, ai volti di persone noncuranti delle offerte colorate del McDonald di Madrid. Gesti ripetitivi, riflessi, paesaggi notturni, vetrine, ritratti. Gli scatti di Nyman sembrano le pagine di un diario musicale fatto di immagini.”

Ringrazio la redazione del blog, che ha fatto davvero un bel lavoro, e v’invito a non perdervelo. Troverete, infatti, il trailer della mostra al Museo Regionale di Scienze Naturali, un’esclusiva intervista a Nyman e la Lectio Magistralis tenuta dal grande artista nella sala conferenze del museo. Cliccate qui.

ArtisMap: alla ricerca degli studi d’artista

Vi ho già detto no che ho una passione per gli studi d’artista?

Perché oggi, dopo la mia ultima incursione nell’atelier di Ugo Nespolo, mi piacerebbe segnalarvi ArtisMap, un progetto molto interessante che ci permette di raggiungere e scoprire quei luoghi insoliti e affascinanti che sono gli studi degli artisti.

Torino, Val di Susa, Ameno, Alessandria, sono solo alcune delle località mappate fino ad ora da ArtisMap, che si pone come osservatorio e guida per conoscere gli artisti del posto e, soprattutto, gli spazi in cui creano.

Le fotografie, le descrizioni, la scoperta degli studi dei maestri del passato sono gli elementi chiave di questo viaggio virtuale destinato a diventare reale. ArtisMap, infatti, ci offre tutte le coordinate – dal numero civico al numero di telefono – per entrare nel vivo degli studi d’artista preferiti. (Mi piacciono questi consigli geolocalizzati che azzerano la distanza di sicurezza tra il pubblico e l’arte).

Ancora non ho visto tutti gli studi e vi lascio per continuare la mia visita online tra spazi dismessi, scuderie settecentesche e ville bucoliche… E se vi ho convinto, provate a entrare anche voi.

Nell’atelier di Ugo Nespolo

Ripetere è una forma di staticità, di morte. A me piace la vita.

Lo scorso venerdì, ho avuto il piacere di visitare il meraviglioso atelier dell’artista Ugo Nespolo.

Ero a Torino, nei pressi di via Susa, in un incantevole cortile di uno stabile interamente ristrutturato. Qui, ho scoperto un posto magico, vivo, pieno di colore. Uno studio in cui dentro c’è praticamente tutto: sala d’attesa, laboratorio, archivi, una sala cinema e uno spazio interamente dedicato all’esposizione delle sue opere.

Pittura, scultura, regia. Ugo Nespolo è un artista eclettico e nel suo studio ho potuto ammirare la sua arte e scoprire dal vivo il suo ultimo lavoro: un intarsio in legni pregiati che sarà collocato nel pavimento della sala cinema. Stupefacente. E poi, il Maestro è un uomo così gentile, alla mano, una persona brillante e molto intelligente.

È stato un incontro sorprendente e mi piacerebbe che fosse solo il primo di una serie di visite ad atelier di grandi artisti che ho in programma di effettuare.

Quale miglior modo per conoscere e capire l’arte, se non quello di entrare direttamente in casa di chi l’arte la crea?

Qui, il sito dell’artista Ugo Nespolo.